Titolo originale: Il vedovo
Regia: Dino Risi
Sceneggiatura: Dino Risi, Rodolfo Sonego, Fabio Carpi, Sandro Continenza, Dino Verde
Cast: Alberto Sordi, Franca Valeri, Livio Lorenzon
Musiche: Armando Trovajoli
Produzione: Italia 1959
Genere: Commedia
Durata: 100 minuti
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Giudizio:
Trama
Il giovane industriale Alberto Nardi (Alberto Sordi) fa parte di una classe imprenditoriale romana che lo vede in prima linea solo grazie al matrimonio con la ricchissima moglie Elvira Almiraghi (Franca Valeri). Costei lo ritiene un incapace, infatti Alberto ha un’azienda sull’orlo del fallimento, una miriade di debiti e la spiccata attitudine… all’inettitudine.
Quando, però, giunge la notizia della morte di Elvira a causa di un incidente, l’uomo si prepara felice a ereditare l’enorme impero finanziario della consorte. In realtà, la detestabile moglie morta non è e il suo ritorno esorta Alberto a trovare un’altra drastica soluzione.
Recensione
La figura dell’inetto è divenuta, grazie a Pirandello, una vera e propria icona letteraria affermatasi anche in campo cinematografico. Dino Risi la ripropone in una brillante commedia nera nella quale teatralità e sorrisi accompagnano le gelide sfumature del vile danaro ammorbidendo con insano realismo strutturato le dure leggi dell’affarismo incallito.
Esautorando un hinterland sociale troppo complesso da sviluppare in un affresco comico relativamente breve, quasi fosse ispirato proprio a una novella dello scrittore siciliano, Risi analizza il rapporto consumato e privo di ogni sorta di stima e fiducia che intercorre fra un novello megalomane con l’inclinazione al fallimento sequenziale e una cinica ma astutissima imprenditrice col vizio del successo.
E’ un’analisi che funziona alla perfezione soprattutto grazie alle doti recitative di Alberto Sordi e Franca Valeri, i cui personaggi sono legati dall’interesse ma divisi dal disprezzo reciproco in grado di esacerbare ogni dialogo, ogni atteggiamento che li vede condividere l’inquadratura.
Sicchè il fare altisonante (e inevitabilmente simpatico) del protagonista Alberto si confà al gusto dello spettatore, che finisce col detestare colei che, al contrario, detiene l’assoluta ragione ma non il consenso della platea. L’approccio ruffiano dell’Albertone nazionale ha del proverbiale specialmente in determinati contesti dove, con goffaggine palese e meschinità sottile, il personaggio interpretato lo richiede insistentemente.
Il ribaltamento delle sorti costituisce per Risi il grande paradosso della narrazione, riuscito proprio in virtù di un contrappasso che non smarrisce la via della giustizia morale, a prescindere dalla simpatia conferita all’uno o all’altro carattere impiegato nella vicenda.
Curiosità
Il film si ispira al caso Fenaroli, protagonista del quale fu un imprenditore edile accusato di aver architettato la morte della moglie per ottenere l’assicurazione sulla vita.