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Blade Runner dal 2019 al 2049: similarità ed evoluzione dei personaggi

Il nuovo colossal fantascientifico di Denis Villeneuve, Blade Runner 2049, non poteva naturalmente prescindere dal capostipite, anzi ne è stato un prolungamento e una palese dimostrazione di estetica contemporanea resa possibile grazie all’applicazione delle tecnologie di ultima generazione.

Riferimenti e specularità

Un salto così grande (30 anni, lasso temporale diegetico) lo hanno fatto di rimando tutti i costituenti della pellicola, mantenendo tuttavia inalterata l’atmosfera del Blade Runner diretto nel 1982 da Ridley Scott.

Blade Runner 2049 reca un interessantissimo gioco di riferimenti e specularità che coinvolge ambientazioni, personaggi e dinamiche, per questo è fondamentale riuscire a carpirlo al fine di attribuire il giusto valore al film.

L’Agente K, erede del blade runner Deckard

agente kdeckardNella gallery dei characters, il primo a farsi notare è indubbiamente il protagonista, noto con il nome di Agente K (Ryan Gosling), un blade runner che dovrebbe essere l’”erede” del vecchio cacciatore di lavori in pelle, Rick Deckard (Harrison Ford).

In effetti lo è, non tanto per il suo muoversi guardingo e risoluto fra gli spazi del futuro distopico in cui vive, quanto per le scelte che è chiamato a compiere, in un’alternanza di umana compassione e dictat imposti dalle alte sfere.

Madame Joshi ed Harry Bryant, autorità e legge

madame joshibryantA incalzarlo è Madame Joshi (Robin Wright), tenente della LAPD che detta i tempi dell’indagine sguinzagliando il suo blade runner esattamente come fece nel 2019 il capitano Harry Bryant (M. Emmet Walsh).

Allora egli forzò la mano a Deckard attraverso il suo secondo Gaff (Edward James Olmos ne riprende il ruolo per qualche minuto, invecchiato e ormai relegato in una casa di riposo).

Sapper Morton e Leon, i replicanti schiavi del sistema

sapper mortonlionL’incipit del film vede comparire sulla scena la figura imponente e stanca di Sapper Morton (Dave Bautista), un allevatore di larve che si rivela essere un Nexus 8 da ritirare, scoperto dal Voight Kampff tascabile di K.

Sapper è un androide piegato dalla sua condizione di ex schiavo, proprio come lo fu 30 anni prima il replicante Leon (Brion James), incattivito e impaurito da un destino segnato.

Nella sua dimora laboratorio fuori della città, K troverà un pianoforte, uno strumento musicale che apparirà in altre sequenze di Blade Runner 2049, offrendosi come limpido riferimento al pianoforte suonato da Rachel poco prima del fatidico bacio datole da Deckard.

Luv e Rachel: bellezza e look a confronto

luvrachelRachel, giustappunto, è l’indimenticabile  e ignara replicante in Blade Runner, la chiave assoluta di questo sequel orfano della disarmante bellezza di Sean Young (che Villeneuve falsamente risuscita in una scena significativa).

Le è similare per look (stessa andatura e stessa frangia) la micidiale Luv (Sylvia Hoeks).

Niander Wallace, l’alter ego di Eldon Tyrrell

eldon tyrellLei è l’assistente killer di Niander Wallace (Jared Leto), alter ego non vedente di Eldon Tyrell (Joe Turkel). Il geniale proprietario della Tyrell Corporation cieco non era ma poco ci mancava, date le spessissime lenti da vista indossate.

Entrambi vivono in una specie di prigione dorata dalla quale mai escono, decidendo cosa deve circolare e cosa no in una Los Angeles sovrappopolata, intossicata dall’inquinamento e cupa, afflitta da una pioggia quasi continua.

Mariette e Pris, simbolo di una Los Angeles caleidoscopica e decadente

marietteprisSe parliamo di estetica, si chiama in gioco la prostituta Mariette (Mackenzie Davis), la cui somiglianza con l’”articolo di piacere” Pris ha dell’incredibile.

Anche il personaggio interpretato nel 1982 da Daryl Hannah svolgeva lo stesso mestiere ma era una Nexus 6, lucida, subdola e feroce come lo è in Blade Runner 2049 Luv.

Mariette e Pris sono il simbolo di una Los Angeles caleidoscopica e decadente, dai tratti quasi carnevaleschi.

Ana Stelline e J.F. Sebastian, geni malinconici

stellinej.f. sebastianNella storia c’è poi spazio per la triste e malinconica Ana Stelline (Carla Juri), una giovane donna molto abile nel creare i ricordi-innesti per i nuovi Nexus di Wallace. Ella vive in un laboratorio avveniristico, confinata all’interno di un’enorme cupola asettica poiché destinata a soffrire di una grave forma di immunodeficienza che la condanna a un isolamento forzato e senza soluzione.

Torna allora alla mente il generoso e sfortunato J.F. Sebastian (William Sanderson), progettista genetico della Tyrell Corporation estremamente creativo e intelligente ma irrimediabilmente affetto dalla sindrome della decrepitezza accelerata. Ana e J.F. sembrano condividere la stessa sorte, entrambi sono stati scartati per il viaggio verso le colonie extramondo, entrambi coltivano il proprio genio senza futuro.

Tutto appare connesso

I personaggi di Blade Runner e Blade Runner 2049 risultano allora legati da un rapporto di meticolosa specularità che origina interazioni, collegamenti e l’incredibile constatazione che, visivamente e narrativamente, tutto appare connesso. Il sequel di Villeneuve trova in questo la sua ragione di esistere.

Samuele Pasquino

Classe 1981, mi sono laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Torino. Giornalista dal 2012, ho studiato storia del cinema specializzandomi nell'analisi di pellicole di tutti i generi dalla nascita della Settima Arte a oggi. Tenendo ben presente il concetto di lettura non come intrattenimento bensì come formazione, mi occupo da anni anche di turismo e realizzo reportage di viaggio. Estremamente sensibile alla tematica enogastronomica, tratto la materia con un'attenzione specifica verso la filiera di qualità fra tradizione e innovazione. Per me il giornalismo non è solo una professione, è una missione!
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