Un grande parallelepipedo lucido e nero, che appare nei momenti capitali della storia dell’uomo. Una figura semplice, eppure enigmatica e misteriosa che ha suscitato l’immaginario di numerosi registi del cinema moderno, del cinema dopo Stanley Kubrick. Ma che cosa rappresenta in realtà il famoso monolite di 2001: Odissea nello spazio?
Le apparizioni del monolite in 2001: Odissea nello spazio
In quello che è stato definito dallo stesso regista un “documentario mitologico”, assistiamo alla prima apparizione del monolite agli albori dell’umanità. Si vede tra i primati che ne rimangono immediatamente affascinati, sino a riceverne quasi una rivelazione epifanica.
Dopo la sua visione, le scimmie capiscono infatti di poter usare le ossa degli altri animali come clave. Poi, in uno degli accostamenti più celebri della storia del cinema, la clava lanciata nel cielo diventa un satellite.
Il monolite viene poi scoperto tra i crateri lunari nel 2001, quando l’animalità degli esseri umani è esorcizzata dalla scienza e simboleggiata soltanto dai giochi dei bambini. Il parallelepipedo non smette però di affascinare e causare morte.
Riappare poi al culmine del viaggio del protagonista David Bowman, moderno erede dell’arco di Ulisse, verso il pianeta Giove, quando egli lo vede dal letto di morte.
Simbolo del progresso e fonte di conoscenza
Quel parallelepipedo misterioso può essere dunque a un primo livello di lettura il simbolo del progresso. Esso riesce infatti a tramutare le scimmie in uomini, ma in questo processo li rende anche aggressivi. Come a significare che l’evoluzione reca in sé una componente di sopraffazione, riferibile ancora alla violenza animalesca.
Come suggerisce la soggettiva dal basso delle scimmie, il monolite ha la capacità di comunicare immagini per abduzione, ossia dall’esterno. Dunque esso si configura come una fonte di conoscenza, che vanifica l’illusione della conquista del progresso per pura deduzione.
Rappresenta una forza estranea, un deus ex machina che guida il cammino dell’umanità ribadendo in parte questo concetto anche nel sequel di 2001: Odissea nello spazio, ovverosia 2010: l’anno del contatto.
Sogno e visione
Tale peculiarità del monolite si lega alla riflessione che Kubrick compie sullo sguardo. Le numerose inquadrature di occhi, quelli di David o del Computer Hal 9000, e le scomposizioni dell’immagine nella conclusione del film tentano di assimilare lo sguardo a un percorso di conoscenza.
Questa è la medesima operazione che viene svolta dal cinema: le immagini che scorrono sullo schermo sono veicolo di storie e informazioni che conducono l’attività di pensiero.
Dunque, la superficie lucida del monolite può essere assimilata alla pellicola su cui scorrono le immagini. Il suo nero, colore della negazione della luce costitutiva della cinematografia, diviene terreno di possibilità per imprimere storie e conoscenza proprie dello stesso cinema.
Il monolite diventa quindi sogno e visione. Queste caratteristiche passeranno poi, secondo lo studioso Michel Chion, dalla sua forma rettangolare al corpo in carne e ossa di Alice, la protagonista di Eyes Wide Shut, l’ultimo film di Kubrick che tematizza proprio il sogno.
Ma brava. La più bella interpretazione del monolite che abbia mai trovata. 🙂
Grazie 💐
Io penso,che il monolite rappresenti Dio,qualcosa di supremo che in qualche modo a tempo debito ci da indicazioni e imposizioni
Gentile Giorgio, la teoria teologica è molto accreditata presso critici ed estimatori del film, tanto che sembra resistere al tempo facendosi largo fra altre mille supposizioni mai suffragate né smentite dal geniale regista.
Semplicemente un capolavoro che ci permette di spaziare nella nostra mente contorta. Chiaramente un continuo scorrere della storia dagli albori al futuro (s)conosciuto
secondo me il monolite rappresenta la conoscenza matematica
l x h =area
invece le scimmie rappresentano i sentimenti
Per me il monolite rappresenta l’intelligenza artificiale che sta per sopraffare l’uomo contemporaneo.