Titolo originale: La scelta giusta
Regia: Andrea D’Emilio
Cast: Francesco De Francesco, Costantino Comito, Delia Germi, Roberta Bizzini
Musiche: Mario Spinelli, Andrea Policiti
Produzione: Italia, 2020
Genere: Thriller
Durata: 90 minuti
Regia:
Interpretazione:
Sceneggiatura:
Musica:
Giudizio:
Trama
Luca (Francesco De Francesco) è un giovane imprenditore, direttore, insieme all’amico Marco, dell’azienda AlterEgo che si occupa di protezione reti e realtà aumentata. Gli affari e la vita privata, con la compagna Silvia, sembrano andare per il meglio quando la Real Tech, una grossa multinazionale a cui Luca sta rubando fette di mercato, insiste per comprare l’Alter Ego.
Il protagonista, sotto pressione per le minacce, i continui attacchi informatici e i misteriosi incidenti che coinvolgono le persone a lui care, incontra il suo ‘doppelgänger’ Flavio, più abile, coraggioso e determinato di lui. Il prezzo del suo aiuto: cedere al lato più oscuro della sua personalità.
Recensione
La scelta giusta è l’opera prima di Andrea D’Emilio dietro la macchina da presa. Questa premessa è d’obbligo per descrivere un film che, sebbene riveli numerose imperfezioni, ha nella parte tecnica il suo punto di forza. La regia, sebbene qualche volta indugi in inquadrature un po’ troppo scolastiche che talvolta spogliano le scene della tensione necessaria, è uno dei pochi reparti che non pecca nel fare troppo o nel fare troppo poco.
Partiamo dalla sceneggiatura: sulla carta La scelta giusta potrebbe essere un thriller molto interessante. Al netto degli evidenti omaggi hollywoodiani, come la figura di Flavio che è evidentemente debitrice al Brad Pitt di Fight Club (1999), è un tipo di thriller inedito nel panorama italiano.
Il cinema nostrano di solito si concentra infatti sui gialli d’indagine, trascurando le vicende puramente psicologiche. Poi l’ambiente informatico, oltre a rendere lo scenario attuale contestualizzandolo nella lotta tra Big Tech e piccole realtà in espansione, potrebbe essere un’ingrediente saporito per una storia di suspense.
Tutte queste promesse, introdotte con degli accattivanti e tecnologici titoli di testa, vengono però tradite nello svolgimento. Innanzitutto, la scrittura dei personaggi appare abbastanza fiacca. Se da una parte è normale applicare gli stereotipi agli interpreti di contorno – il nerd cicciottello, l’informatico geniale, la ribelle con il piercing sulle labbra quale collega misteriosa esperta di frodi informatiche, la fidanzata Silvia preoccupata e asfissiante – l’uso che ne fa D’Emilio non pare aggiungere nulla né al progredire della trama, né al percorso del protagonista.
Le azioni degli altri personaggi paiono ritratti bidimensionali, realizzati per ampliare lo scenario del film ma che, sul piano concreto, non sono utili ad altro che a riempire le parti che la lotta interiore di Luca, e del suo alter ego Flavio, lasciano scoperte. Tuttavia nemmeno il protagonista, la cui introspezione dovrebbe essere al centro del film, è particolarmente forte.
Oltre a soffrire della sensazione del già visto, in rapporto ai molti modelli del cinema internazionale che ispirano La scelta giusta, l’esordiente cineasta compie scelte un po’ troppo slegate nel rapporto causa-conseguenza con il contesto e gli altri personaggi. Spiegando meglio, sembra agire solo per portare avanti la trama e non reagire a ciò che gli accade intorno.
Anche i ricordi più dolorosi, come la perdita dell’azienda del padre, non sono realmente incisivi e spuntano e scompaiono a piacimento, solo quando sembrano utili alla trama. Se si può poi perdonare l’assurdità delle situazioni in cui è presente Flavio, in quanto alter ego oscuro, alcune situazioni della quotidianità privata e lavorativa di Luca paiono surreali, come il colloquio con l’antagonista nel bagno di un ristorante o alcune litigate eccessive con la fidanzata Silvia.
Tutti questi aspetti non coinvolgono lo spettatore, facendolo rimanere sulla soglia della pellicola a osservare vicende, di persone estranee e per questo noiose. Il film di Andrea D’Emilio pertanto ha alcune potenzialità, ma mal sfruttate. Aspetteremo di vedere se riuscirà a incanalarle meglio nelle opere successive, dal momento che La scelta giusta è solo l’inizio di una carriera. E quale regista non ha affrontato delle difficoltà ai blocchi di partenza?
Curiosità
La carriera del regista Andrea D’Emilio inizia principalmente come montatore.