Titolo originale: Breakfast at Tiffany’s
Regia: Blake Edwards
Sceneggiatura: George Axelrod
Cast: Audrey Hepburn, George Peppard, Martin Balsam
Musiche: Henry Mancini
Produzione: USA 1961
Genere: Commedia
Durata: 115 minuti
Miglior colonna sonora, canzone “Moon River”
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Giudizio:
Trama
L’avvenente scrittore Paul Varjak (George Peppard) giunge a New York da Roma. Nella palazzina in cui vive, mantenuto dalla facoltosa amante, fa la conoscenza della vicina d’appartamento, la giovane e svampita Holly Golightly (Audrey Hepburn), una donna che di mestiere fa l’accompagnatrice e sogna di sposare un ricco magnate. Il carattere esuberante e sbarazzino di Holly contagia presto anche Paul, che ne diviene amico per poi innamorarsene perdutamente.
Recensione
Colazione da Tiffany, tratto dall’omonimo romanzo di Truman Capote, si eleva al di sopra dei contemporanei lavori prodotti negli Stati Uniti e volti a far emergere più le giovani star che vere storie d’intrattenimento.
Blake Edwards si affida a un’icona di stile e sensualità destinata a sconfiggere il tempo con intramontabile charme, Audrey Hepburn, capace di gestire appieno la propria bellezza aggiungendo una trascinante esuberanza alle caratteristiche del suo personaggio per molti versi complicato e controverso.
Holly, infatti, si contraddistingue per la sua consapevolezza di essere una donna affascinante ma senza arte né parte, terribilmente ingenua e alla disperata ricerca di un uomo ricco da sposare per sfuggire alle grinfie di una vita in precario equilibrio e una solitudine mitigata dalla compagnia di un gatto senza nome.
Dall’altra parte presiede una figura del tutto similare, Paul, scrittore senza troppa fortuna, mantenuto da un’amante agiata e anch’egli privo di una precisa collocazione sociale. Entrambi rincorrono quel sentimento chiamato amore, col rischio di soffocarlo a beneficio di un incalzante bisogno di lusso, il cui simbolo più visibile è Tiffany.
Questa sfavillante gioielleria arriva per Holly ad avere un vero e proprio effetto ipnotico che la induce a osservare la vetrina la mattina durante la colazione. La pellicola segna le tappe di una fuga esistenziale scandita da tentativi fallimentari, persino goffi nel loro sussistere, e inframezzi comici al limite della parodia (il vicino cinese esasperato), tasselli di una storia dalla connotazione dolce-amara e non totalmente fedele alla fonte letteraria.
Blake Edwards ammorbidisce non poco i toni di Capote, permettendosi ben più di qualche licenza, cambiando persino il finale in modo da stemperare quelle che si prefiggevano essere più che velate sfumature drammatiche, e così facendo garantire al pubblico una epilogo da fiaba moderna.
Vincitore di due Oscar per la miglior colonna sonora e una canzone, “Moon River“, carica di lieve malinconia e onirico romanticismo.
Curiosità
Nel libro di Capote il finale è molto più amaro, infatti Holly abbandona tutto e prende sola l’aereo per il Sud America.