Titolo originale: Supremacy
Regia: Deon Taylor
Sceneggiatura: Eric J. Adams
Cast: Joe Anderson, Dawn Olivieri, Danny Glover
Musiche: Michael Einziger
Produzione: USA 2014
Genere: Drammatico
Durata: 110 minuti
Regia:
Interpretazione:
Sceneggiatura:
Musica:
Giudizio:
Trama
15 anni di prigione non hanno redento il neonazista Garrett Tully (Joe Anderson), membro della Fratellanza Ariana. Appena fuori dal penitenziario, uccide un poliziotto e poi, con la complicità della sbandata Doreen (Dawn Olivieri), si rifugia in una casa di campagna prendendo in ostaggio una famiglia afroamericana.
Braccato e con le spalle al muro, affronta un duro e logorante confronto con l’anziano Mr. Walker (Danny Glover) in un crescendo di tensione sempre più insopportabile.
Recensione
E’ una sconvolgente storia vera, quella raccontata da Deon Taylor nel drammatico Supremacy – La razza eletta, film che affronta con piglio duro ma molto equilibrato il tema sempre attuale dell’odio razziale.
Ispirato alle malefatte del nazista Walter Scully Jr., vede come protagonista Joe Anderson nei panni impegnativi di Garrett Tully, giovane affiliato alla Fratellanza Ariana e succube di un’ideologia deviata, violenta e pericolosa.
Rispetto al passato, la pellicola specifica un proprio personale cambio di rotta distanziandosi dagli schemi descrittivi di fortunate opere socio-tragiche come ad esempio American History X di Tony Kaye, nel quale si verteva sull’estetica del fanatismo di giovanile impronta, spavalda e sicura di sé.
Fulcro della sceneggiatura scritta da Eric J. Adams si prefigura proprio l’esatto contrario, la profonda insicurezza covata nell’animo di un uomo fragile e incerto, desideroso di appartenenza ma privo di una fede incrollabile nell’ideale. Garrett Tully è la maschera di se stesso, un criminale orfano di radici e punti forti in cui credere fermamente e riconoscersi.
La sua posizione razzista non è che un inganno, un muro pronto a sgretolarsi non appena subentra il primo e unico confronto umano capace di ridiscutere un’intera esistenza. Fra rabbia, negazioni, minacce e apici d’odio emerge una lotta che si consuma sui binari di un dialogo a filo di pistola e fra le mura domestiche che si stringono inesorabilmente.
Il contrito faccia a faccia continuo tra Garrett e Mr. Walker fa tornare immediatamente alla memoria le orazioni pacifiste di Martin Luther King e Malcolm X, i fatti di Selma e il Ku Klux Klan. Immagini sgranate, in bianco e nero, che maturano in chi ricorda, acutizzate dal tono del patriarca nero, uno “zio Tom” troppo vecchio per reagire ma saggio a tal punto da rispondere alla follia con lo spirito della non violenza.
Joe Anderson, ben più del maturo collega Danny Glover, offre una performance straordinariamente borderline, rendendo il suo character un villain dalle realistiche – e per questo eccezionali – debolezze in bilico tra contraddizione e conversione.
Un thriller ad alta tensione che vive di picchi, di lente trasformazioni e di una verità che non fa sconti.
Curiosità
Prima di questo film, Dawn Olivieri si è fatta conoscere in American Hustle di David O. Russell, nel ruolo di Cosmo Girl.