riccardo scamarcio e valeria bruni tedeschi
- Commedia, Recensioni

I villeggianti

i villeggianti locandinaTitolo originale: Les estivants

Regia: Valeria Bruni Tedeschi

Sceneggiatura: Valeria Bruni Tedeschi, Agnès de Sacy, Noémie Lvovsky

Cast: Valeria Bruni Tedeschi, Valeria Golino, Riccardo Scamarcio

Musiche: Philippe Miller

Produzione: Italia 2018

Genere: Commedia

Durata: 125 minuti

Trailer

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Regia: stellastella

Interpretazione: stellastellastella

Sceneggiatura: stella

Musica: stellastellastella

Giudizio: stellastella

 

Trama

Una grande e bella proprietà in Costa Azzurra, un posto che sembra essere fuori del tempo e protetto dal mondo. Anna (Valeria Bruni Tedeschi) arriva con sua figlia per qualche giorno di vacanza. In mezzo alla sua famiglia, dinanzi alla sorella Elena (Valeria Golino), ai loro amici e al personale di servizio, Anna deve gestire la sua recente separazione dal giovane fidanzato (Riccardo Scamarcio) e la scrittura del suo prossimo film.

Dietro le risate, la rabbia e i segreti, nascono rapporti di supremazia, paure e desideri. Ognuno si tappa le orecchie dai rumori del mondo e deve arrangiarsi con il mistero della propria esistenza.

Recensione

Il materiale di fondo è buono, tuttavia c’è qualcosa che ostacola la strada dell’empatia nel nuovo lavoro di Valeria Bruni Tedeschi. Eppure I villeggianti, presentato Fuori concorso alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, avrebbe tutte le carte in regola per essere un successore illustre di un certo ramo della commedia all’italiana.

Prima qualità a spiccare in questo senso è il cast, che oltre alla stessa regista, vede protagonisti anche Riccardo Scamarcio e Valeria Golino. Di pregio è anche l’ambientazione, una villa meravigliosamente claustrofobica sulla Costa Azzurra, “un luogo fuori del tempo”. La regia non si distingue per ricercatezza, ma rientra tranquillamente nei canoni del cinema commerciale.

Allora cosa manca a questo film? La debolezza risiede molto probabilmente nella sceneggiatura. L’intenzione della Bruni Tedeschi era quella di trasportare le proprie memorie in una storia dai caratteri goldoniani. D’altra parte, tra le principali matrici del film ci sono La trilogia della villeggiatura dell’autore veneziano e I villeggianti di Gorkij.

Per certi versi, bisogna ammetterlo, il richiamo riesce. Come non paragonare gli abbandoni molli e senza scopo dei protagonisti della pellicola a quelli della nobiltà in crisi dei precedenti settecenteschi? Anna e la sua famiglia infatti vivono in una sorta di eterna vacanza.

Estraniati dai problemi del mondo, si rifiutano grottescamente di rapportarsi alla realtà, da Elena (Valeria Golino), che è incapace di affrontare la perdita del fratello – unico affetto in tante relazioni asettiche – fino alla stessa protagonista, che si ostina a ignorare la separazione dal giovane compagno.

Gli eventi che non funzionano vengono in qualche modo aggiustati dalle due sorelle, così come dagli altri vacanzieri: o tramite il sogno o con il cinema (che in fondo non è altro che un diverso modo di sognare). Ogni vicenda, anche la più grave, è affogata nella risata, per esempio il racconto di Anna di uno stupro subito tempo prima.

Risata che, oltre ad esorcizzare i drammi dei personaggi, s’incarica anche di colmare i vuoti nelle relazioni tra di essi. Non c’è solidarietà tra i villeggianti, nemmeno nel dolore. Fatta eccezione per i bambini, l’energia si smarrisce nelle giornate oziose e oniriche alla villa. Dunque, tracciato uno scenario chiaro come questo, ci si aspetterebbe uno scavo profondo e crudelmente umoristico nelle varie psicologie che si susseguono sullo schermo.

Tuttavia, Valeria Bruni Tedeschi ci contraddice. Preferisce fermarsi alla costruzione di un labile filo di scenette grottesche. Racchiuse in se stesse, si sbarrano la strada a vicenda nel percorso che dovrebbe condurre a un racconto organico. Gli stereotipi, adatti a tale tipo di narrazione, non vengono smascherati in maniera funzionale. Così, le azioni dei personaggi si percepiscono spesso come svolte improvvise e senza spiegazione.

Nonostante alcuni momenti interessanti, la sensazione finale è quella di assistere a un ibrido troppo tragico per essere una commedia e troppo apatico per essere un vero dramma.

CINEFOCUS

La magnetica e malinconica villeggiante Elena

Curiosità

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Valeria Bruni Tedeschi ha anche scritto tutti i quattro film da lei diretti.

 

 

Immagini: © LUCKY RED S.r.l.

Giorgia Colucci

Classe 1998, inguaribile sognatrice e amante dell’arte in ogni sua forma. Laureata in Comunicazione Media e Pubblicità presso l'Università IULM di Milano, dopo il doploma al liceo classico, lavoro come giornalista sportiva, di spettacolo e di cronaca. Racconto la musica in radio per passione e nel tempo libero tento di ritrovare nel mondo quella bellezza descritta sui libri. Il cinema è per me complementare alla lettura. È un'espressione raffinata del nostro mondo intrinseco, il mezzo per fuggire dalla realtà e perdersi semplicemente. Apprezzo ogni genere di film, ma sono innamorata profondamente delle atmosfere talvolta favoleggianti, talvolta cupe di quegli strani anni in cui a popolare il grande schermo erano i miti. Mi emoziono spesso, perciò scrivere, per comprendere e amare, diventa una necessità.
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