Titolo originale: The night of the living dead
Regia: George A. Romero
Sceneggiatura: George A. Romero, John A. Russo
Cast: Duane Jones, Judith O’Dea, Russell Steiner
Musiche: Autori Vari
Produzione: USA 1968
Genere: Zombie Movie
Durata: 91 minuti
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Giudizio:
Trama
Per una causa misteriosa, i morti tornano in vita trasformandosi in cannibali senz’anima. Un gruppo di sopravvissuti decide di barricarsi in una casa di campagna in attesa dei soccorsi.
Recensione
L’opera prima di George A. Romero è acclamata pioniera di una lunga serie di pellicole dedicate all’anomala risurrezione dei morti, trasfigurati in automi cannibali dallo sguardo vacuo e dalle movenze spettrali, marchiata tuttavia da un reale e palese difetto non camuffabile.
Esso è riscontrabile in una modalità registica di taglio quasi amatoriale, dalla quale emerge l’ingenuità (naturale aggravante correlata a un’obbligata gestione costrittiva dell’esiguo budget a disposizione) di un ventottenne promettente ma senza l’esperienza e la malizia del cineautore navigato.
Ciò nonostante, l’intero apparato consta di un’organicità funzionale e di una coriacea compattezza tecnica in virtù di un trinomio ricercato e approfondito: la musica, il tono chiaroscurale e il montaggio mirato (fatto di stacchi repentini e medi pianisequenza) formano un’unicità finalizzata alla suspense trasudante dalla drammatica quanto inquietante situazione.
L’uso del bianco e nero (in sostituzione a un colore allora troppo costoso) esalta l’effetto di un gioco di luci che richiama curiosamente lo stile di messinscena hitchcockiana, sfumato con il tocco angusto e anticato della vecchia scuola tedesca degli anni ’20.
A livello narrativo sussistono cliches già precedentemente utilizzati ma estremamente sicuri, supportati dalla scelta della location (la casa isolata) e dalla formazione del gruppo (gli uomini barricati) in opposizione all’invasione.
Ci sono poi da analizzare talune soluzioni in controtendenza rispetto alle tradizioni acquisite o a prese di posizione: paradossalmente si assiste a una storia in cui i morti cooperano tra loro mentre i vivi litigano nel dissenso generale; al contempo, però, si rileva un ruolo inaudito e impensabile per l’epoca: un uomo di colore che guida individui bianchi nella lotta per la sopravvivenza, una sorta di riscatto sociale dal messaggio forte e inequivocabile, volto a sradicare pregiudizi storici per antonomasia.
Il giovane Romero inaugura con successo (il film incassa 30 milioni di dollari a fronte dei 114.000 investiti) un filone destinato a essere tra i più longevi, vale a dire quello degli zombie, creando prospettive e nuovi sbocchi per un genere, l’horror, ch’è in vero una vera e propria forma d’arte.
Curiosità
La pellicola venne poi proposta in tre diverse versioni a colori per l’home video, ovvero nel 1986 ad opera degli Hal Roach Studios, nel 1997 dalla Anchor Bay Entertainment e infine nel 2004 dalla Legend Film.