Titolo originale: The forever purge
Regia: Everardo Gout
Sceneggiatura: James DeMonaco
Cast: Josh Lucas, Will Patton, Ana de la Reguera, Tenoch Huerta
Musiche: The Newton Brothers
Produzione: USA 2021
Genere: Thriller
Durata: 103 minuti
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Giudizio:
Trama
È la vigilia dello Sfogo annuale e la famiglia Tucker si prepara a trascorrere la notte nel proprio blindatissimo ranch mentre Juan (Tenoch Huerta) e Alejandro, i garzoni messicani, la passeranno in un rifugio sorvegliato. All’alba tutto sembra essersi ormai concluso… una fatale illusione.
Dylan Tucker (Josh Lucas) e i suoi cari vengono improvvisamente assaliti da una banda armata e mascherata, mentre per le strade d’America la mattanza prosegue a opera dei Purificatori. Juan e la moglie Adela (Ana de la Reguera) cercano disperatamente di mettersi in salvo. Unica speranza, tornare in Messico.
Recensione
La saga di The Purge pare essere giunta al capolinea, o almeno ce lo auguriamo, poiché per quanto l’azione seguiti a offrire intrattenimento, altrettanto non fa il resto. Senza idee, fiaccato ed enormemente politicizzato, il quinto capitolo del franchise ideato da James DeMonaco non è che un rimpasto di quanto visto nei film precedenti, declinazione western infiltratasi nel thriller metropolitano.
Alla regia, Everardo Gout non applica un peso specifico, la sua direzione soffre di anonimia tecnica, si mostra confusa, statica, dimessa. La notte del giudizio per sempre si riduce a una giostra in cui i personaggi giocano in balia del più malsano smarrimento, persi come la strada narrativa ch’era il punto di forza della trilogia inaugurale.
Un vero protagonista non esiste più, non esiste Frank Grillo, nessuna traccia di continuità in questo stanco rincorrersi fra maschere, fuochi, spari e assalti all’arma bianca. Soltanto le parole del vecchio e saggio Caleb Tucker (un efficace Will Patton) riescono a tuonare nel clima d’odio espanso. Già, un’espansione e niente altro, questa pellicola manifesta solamente la propria inutilità e il maldestro tentativo di risollevare la “questione messicana” puntando il dito sulle politiche ghettizzanti di Donald Trump e il suo muro separatista.
Curiosità
Il franchise ha visto finora avvicendarsi ben tre registi ma al timone della sceneggiatura si mantiene saldo James DeMonaco.