Titolo originale: The man who killed Don Quixote
Regia: Terry Gilliam
Sceneggiatura: Terry Gilliam, Tony Grisoni
Cast: Jonathan Pryce, Adam Driver, Olga Kurylenko
Musiche: Roque Banos
Produzione: Gran Bretagna, Spagna 2018
Genere: Avventura
Durata: 132 minuti
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Giudizio:
Trama
Il giovane regista pubblicitario Toby (Adam Driver), mentre gira un film sulle avventure di Don Chisciotte in Spagna, viene scambiato per lo scudiero Sancho Panza da un folle calzolaio (Jonathan Pryce) che si crede il vero Don Chisciotte. I due partono per folli avventure nella Spagna contemporanea dove follia e immaginazione si fondono con la realtà.
Recensione
Se esiste una definizione di “follia”, il Don Chisciotte di Gilliam rientra a pieno titolo nel termine. Nel 1989 il regista britannico ne inizia la lavorazione ma per 25 anni si susseguono disfacimenti, cambi di programmi e altri progetti che fanno rimandare la sua opera forse più sofferta.
Ma come la profezia di Laura Palmer nel finale di Twin Peaks, dopo 25 anni il Don Chisciotte arriva nei cinema. Potremmo formulare un sacco di frasi per dare risalto a questo film: un viaggio nella mente del regista, la follia di Gilliam etc etc.
Egli innanzitutto ci dimostra che c’è vita per Adam Driver al di fuori di Star Wars: qui l’attore riesce finalmente a esplodere, canta balla, crea dei siparietti con la moglie del suo capo. Jonathan Pryce, storico collaboratore di Gilliam dai tempi di Brazil, è un Don Chisciotte fantastico, prima un folle in preda ai suoi deliri, poi prodigo cavaliere da misero piccolo uomo di cui tutti si prendono gioco.
In tutto questo la pellicola mescola la fantasia e la realtà come se fossero un tutt’uno, passando al metacinema, alla fasi oniriche non dimenticandosi di dare stoccate alle politiche che regolano l’establishment e alle industrie dell’intrattenimento, mostrando come oggi la fantasia si regga soltanto su mezzi precostruiti che guidano l’immaginazione.
Gilliam si spinge ben oltre indugiando sul come i sogni delle persone il più delle volte si scontrano con la dura realtà cambiando il loro modo di essere e vivere. Don Chisciotte diventa un simbolo di un matto puro, in un mondo di ricchi fascinosi in costumi sgargianti ma in realtà i veri mostri. Il cavaliere di Cervantes si allontana errante al tramonto a portare la cavalleria in una dimensione che l’ha perduta. Uno sbandato in un mondo di sbandati.
Curiosità
Terry Gilliam ha provato a portare per la prima volta sul grande schermo il suo Don Chisciotte nel 2002, tentativo allora fallito miseramente.