Titolo originale: Passengers
Regia: Morten Tyldum
Sceneggiatura: Jon Spaihts
Cast: Chris Pratt, Jennifer Lawrence, Michael Sheen
Musiche: Thomas Newman
Produzione: USA 2016
Genere: Fantascienza
Durata: 116 minuti
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Giudizio:
Trama
Il film è ambientato sull’Avalon, un’astronave popolata da 5.000 passeggeri addormentati per 120 anni, giusto il tempo di arrivare su un nuovo rigoglioso pianeta, Homestead II, per ripopolarlo. All’improvviso una pioggia di meteoriti colpisce la navicella e lo sfortunato Jim Preston (Chris Pratt) viene svegliato con 90 anni di anticipo.
L’uomo, un meccanico in cerca di una nuova vita, inizia a esplorare l’ambiente, mangia, gioca ai videogames, parla con l’elegante barista robot Arthur (Michael Sheen), prima di iniziare a subire la solitudine in maniera quasi patologica.
Un giorno si imbatte nel pod di Aurora (Jennifer Lawrence), una scrittrice molto affascinante, e così anche l’omonima della Bella Addormentata si risveglia. Jim e Aurora iniziano a conoscersi, passeggiano nello spazio, litigano, organizzano le loro strategie di salvezza.
Recensione
Basato su una sceneggiatura di Jon Spaithts e diretto da Morten Tyldum (The Imitation Game), Passengers è una pellicola visivamente inattaccabile, dove la fantascienza si mescola al romance tra Jennifer Lawrence e Chris Pratt in un connubio che affonda inesorabilmente come un Titanic nello spazio.
L’aspetto visivo è notevole, la piscina a gravità zero resta una sequenza affascinante, la navicella viene direttamente dalla mente di Guy Hendrix Dyas, lo scenografo di Inception. Tuttavia, per quanto riguarda i temi, la tensione, l’azione e persino il buonsenso, Passengers si rivela molto debole, soprattutto in confronto a ottimi recenti film di fantascienza come Gravity o The Martian.
Chris Pratt ha difficoltà a passare dal registro comico a quello prettamente drammatico, è difficile essere seriamente coinvolti dal suo dramma, forse anche per la controversa scelta del suo personaggio. Jennifer Lawrence non è aiutata da un character scritto in modo superficiale, dove non serve molto più della presenza fisica e dello sguardo contrito.
Il finale è uno dei punti più inquietanti della pellicola e non in senso positivo. Si può credere a tutto, che una navicella spaziale sia senza personale e in balia degli eventi astronomici, che ci sia del mango fresco per colazione in una navicella in viaggio da trent’anni, ma in questo caso la sospensione dell’incredulità è un carattere semiotico impossibile da attivare.
Curiosità
Jennifer Lawrence ha dichiarato di essersi sentita parecchio a disagio nella scena di sesso con Chris Pratt.