Titolo originale: The Old Guard
Regia: Gina Prince-Bythewood
Sceneggiatura: Greg Rucka
Cast: Charlize Theron, Matthias Schoenaerts, Luca Marinelli
Musiche: Volker Beltermann, Dustin O’Halloran
Produzione: USA 2020
Genere: Azione
Durata: 125 minuti
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Giudizio:
Trama
Andromaca (Charlize Theron), Joe (Marwan Kenzari), Nicky (Luca Marinelli) e Booker (Matthias Schoenaerts) sono guerrieri immortali che cavalcano la storia da centinaia di anni, sempre in gruppo, uniti nello sventare le minacce all’umanità ma, contemporaneamente, attenti a far perdere ogni volta le loro tracce.
Gli straordinari poteri di cui sono dotati fanno gola a Merrick (Harry Melling), magnate di una lobby farmaceutica che intende sfruttare la scoperta a scopi capitalistici. Tutti i componenti dell’élite vengono catturati, ed è qui che entra in gioco Nile (Kiki Layne), l’ultima arrivata, che tenterà l’impresa di liberare e restituire i suoi compagni al mondo.
Recensione
L’immortalità è un mito che dalle leggende antiche a oggi ha fatto strada, dettando storie avvincenti sia nella dimensione fumettistica che al cinema. Eppure, eccezion fatta per il lungo, interminabile filone vampiresco, l’Highlander di Mulcahy non ha avuto emuli memorabili, nemmeno lontanamente paragonabili alla pellicola cult degli anni ’80.
Il 2019 è l’anno di The Old Guard, la graphic novel di Greg Rucka che riprende seriamente in mano l’argomento, trattandolo con la sensibilità attuale riservata all’inaugurazione di un ciclo dalle pretese innovative, adattato e conformato ai trend action del XXI secolo.
L’omonimo film ha Netflix come Anfitrione e confida in una protagonista super performante, Charlize Theron. L’attrice e modella, più bella che mai, rispolvera le proprie doti atletiche dopo Aeon Flux e Atomica bionda, ottemperando a coreografie marziali pienamente fuse all’uso di spade e armi da fuoco, un passo avanti da questo punto di vista rispetto al classico girato da Mulcahy nel 1986.
Il confronto non è fattibile per quanto concerne l’estetica, inoltre The Old Guard rimane sulla scia ma decisamente più debole in termini di cast, sceneggiatura ed epica.
E’ pur vero che, non potendo vantare la titanica colonna sonora dei Queen, il film di Gina Prince-Bythewood emoziona attraverso la sofferenza espressa dai volti di personaggi in vita da secoli, afflitti da un’affannosa corsa nella storia e dentro la quale devono restare nascosti, transitare rapidamente senza destare sospetti.
Inoltre, il principale valore su cui si concentra l’intera semantica è costituito dall’unità, concetto antitetico alla celeberrima tagline “Ne rimarrà soltanto uno“. Va compreso che in tal caso la Bythewood (e prima di lei naturalmente Rucka) verte i contenuti non sugli scontri di selezione progressiva bensì sul rapporto fra la squadra combattente e l’umanità, procedendo sulla linea dell’inesorabile flusso temporale.
Apprezzabili gli effetti speciali (la rigenerazione è un processo finalmente concesso all’occhio dello spettatore, che non deve più soltanto immaginare), l’interpretazione di tutto l’entourage attoriale – in cui figura l’italiano Luca Marinelli – e un’idea d’immortalità che non vuole essere sinonimo di eternità.
Curiosità
Harry Melling interpretava l’odioso cugino grasso di Harry Potter nella saga dedicata al giovane mago.