Titolo originale: Top Gun
Regia: Tony Scott
Sceneggiatura: Jim Cash, Jack Epps Jr.
Cast: Tom Cruise, Kelly McGillis, Val Kilmer
Musiche: Tom Whitlock
Produzione: USA 1986
Genere: Azione
Durata: 109 minuti
Regia:
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Giudizio:
Trama
I piloti di caccia Pete “Maverick” Mitchell (Tom Cruise) e Nick “Goose” Bradshaw (Anthony Edwards) vengono ammessi all’accademia dei Top Gun, i migliori al mondo. La concorrenza con gli altri compagni è subito spietata ma Maverick ha talento e audacia, oltre al sostegno dell’istruttrice Charlotte Blackwood (Kelly McGillis), di cui si innamora, e alla stima dei comandanti in capo.
Recensione
Il secondo lungometraggio di Tony Scott sa molto di opera giovanile, ingenua per il suo propagandare palesemente la bandiera a stelle e strisce, vivace nel modo di esprimersi.
Uno spettacolo di questo genere, impregnato in massima parte di sequenze aeree al limite, paesaggi che fanno da sfondo a eroismo e beltà psico-estetica legata a personaggi-macho, punta all’esaltante apoteosi (in)formale volendo persino giocare al cantore melenso di “storie d’armi e d’amore” come nella tradizione lirico – cavalleresca ai tempi dell’Orlando Innamorato (precedente all’Orlando Furioso).
Il cavaliere in questione è un Tom Cruise sbarbato e strafottente, l’Angelica di turno l’intrigante Kelly McGillis. La fotografia, dai toni patinati e iridescenti, trasuda tutto il calore di una tensione provata entro la cabina di pilotaggio e sfogata attraverso evoluzioni aeree a tratti quasi farsesche eppur veritiere.
Un action movie che glorifica l’integrità militare statunitense adombrando gli acerrimi rivali russi in un clima post guerra fredda sotto lo stendardo della presidenza Reagan: dunque i sovietici vengono semplificati in Mig da ridicolizzare, puntare e indurre alla fuga.
Bello in superficie, non concettualmente esemplare, tecnica apprezzabilissima: inutile cercare alto contenuto nella pellicola di Scott, e nemmeno una sferzata di tragicità all’epilogo può ispessire l’esile tessuto narrativo. Ormai celeberrima la canzone romantica Take my breathe away dei Berlin.
Curiosità
Tutto il cast ebbe seri problemi a partecipare alle sequenze aeree ma non Anthony Edwards, che anzi se la cavò molto bene sopportando alla grande le evoluzioni acrobatiche dei caccia.