Ripensando a tutti i ruoli interpretati da Roberto Benigni dagli esordi a oggi, ci si può accorgere di una cosa: nella quasi totalità delle pellicole non è il suo personaggio a mettersi nei guai, ma sono i guai a trovarlo.
bambino
The Room – La stanza del desiderio
Non è nuovo il tema, come non lo è la canonica introduzione a esso. Anzi, questo The Room naviga a piene vele su acque increspate dallo stereotipo e dal luogo comune ma ha un asso nella manica piuttosto sorprendente.
Piccoli, adulti, anziani ma eternamente giovani!
“Voglio diventare grande! Voglio diventare grande!” gridava a pugni stretti un bambino di nome Marco nella solitudine della sua cameretta.
The Boy
Un ritorno alla classicità è quel che ci vuole per un genere, l’horror, spesso incapace di soddisfare un pubblico esigente di emozioni forti e salti intelligenti sulla sedia.
The boy e il potere iconografico di Brahms
La degenerazione solo apparentemente folle del dolore di due coniugi morti dentro ha i connotati macabri e sottilmente carnevaleschi di Brahms.
“Caro Ndugu”: il viaggio esistenziale di Warren Schmidt
Warren Schmidt scrive al piccolo Ndugu.
L’Angelo del Male: Brightburn
Prima c’erano Smallville, i coniugi Kent e Superman. Oggi ci sono Brightburn, i Breyer e un angelo caduto, Brandon.
Il sogno di Antwone
Denzel Washington apre la storia di Antwone con una parentesi onirica, dimensione di quella che fu un tempo l’innocenza di un bambino carico di desideri e speranze.
Germania anno zero
Il film, facente parte della cosiddetta trilogia della guerra di Rossellini, insieme a Roma città aperta (1945) e Paisà (1946), è l’affresco di una Germania appena uscita dalla guerra che stenta a rialzarsi.