Dove vederlo: Disney+
Titolo originale: Clock
Regia e sceneggiatura: Alexis Jacknow
Cast: Dianna Agron, Melora Hardin, Saul Rubinek, Jay Ali
Musiche: Stephen Lukach
Produzione: USA 2023
Genere: Horror
Durata: 91 minuti
Regia:
Interpretazione:
Sceneggiatura:
Musica:
Giudizio:
Trama
Ella (Dianna Agron) è un’affermata designer, ha una bella casa e un marito amorevole (Jay Ali) ma nessuna voglia di diventare madre nonostante le venga rimproverato a più riprese dal padre Joseph (Saul Rubinek), discendente di una famiglia di ebrei deportati nei campi di concentramento nazisti.
Convintasi che qualcosa nel proprio orologio biologico non funzioni, Ella si rivolge alla clinica della dott.ssa Simmons (Melora Hardin) sottoponendosi a una terapia sperimentale per sbloccare l’istinto materno e ripristinare i normali bioritmi. Al ritorno a casa dopo il ricovero, la donna manifesta gli inquietanti sintomi di una devianza psicologica sempre più preoccupante e aggressiva.
Recensione
Già dalle primissime scene si individua il tema portante di questo precipizio in celluloide: la spontanea emarginazione esercitata dalla società sulle donne che esprimono la volontà di non avere figli. Clock riflette sulle pressioni della collettività contemporanea che arriva a fomentare antipatie e discriminazioni nei confronti del gentil sesso deciso a dedicarsi alla carriera e agli affetti senza generare prole.
Quella normalmente intesa dalla legge come libera scelta diviene agli occhi delle famiglie dimostrazione di egoismo o, peggio, una malattia da curare. L’odio vomitato dagli intolleranti verso omosessuali e stranieri invade anche l’alveo delle no-mothers. Un atteggiamento pericoloso, pronto a perforare convinzioni e psiche nei soggetti più fragili, che giungono a pensare di essere un problema e non il semplice manifesto dell’emancipazione femminile “in singolo”.
Alexis Jacknow tocca argomenti delicati e per trattarli nel modo più penetrante accantona la necessaria sensibilità, trovando invece il pretesto per alimentare una vena orrorifica molto più virale, pompandovi allucinazioni, visioni, distorsioni e violenza. Partendo dal concetto di alterazione di coscienza, estrapola il linguaggio cinematografico più consono a scioccare e veicolare il messaggio finale.
Non a caso i momenti più difficili da metabolizzare per lo spettatore coincidono con la terapia nella clinica Simmons e la prova all’interno della vasca di deprivazione sensoriale, lo strumento inventato realmente dal Dr. Lilly e comparso nel celebre film Stati di allucinazione (Ken Russell, 1980). Immagini da brivido lasciano interdetti, e fra queste il feto insanguinato attaccato al cordone ombelicale e ciondolante dall’utero di Ella.
Clock si ispira all’omonimo cortometraggio diretto sempre dalla Jacknow e con protagonista Jess Weixler, che in Denti (Mitchell Lichtenstein, 2007) interpretò la giovane e casta attivista liceale Dawn O’Keefe, dotata di una vagina dentata. Il cerchio si chiude.
Curiosità
Il film persegue una linea di condotta molto pudica, senza nudi né scene di sesso, ma in un fotogramma appare il pene eretto del marito di Ella, in realtà una protesi.