- Al cinema e sul divano

The Killer

the killer locandinaDove vederlo: Netflix

Titolo originale: The Killer

Regia: David Fincher

Sceneggiatura: Andrew Kevin Walker

Cast: Michael Fassbender, Tilda Swinton, Charles Parnell, Arliss Howard

Musiche: Trent Reznor, Atticus Ross

Produzione: USA 2023

Genere: Azione

Durata: 118 minuti

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leone d'oro venezia   menzione speciale premio Soundtrack Stars

Regia: stellastellastellastella

Interpretazione: stellastellastella

Sceneggiatura: stellastellastella

Musica: stellastellastella

Giudizio: stellastellastella

 

ADV AMAZON   The Killer, l’originale graphic novel che ha ispirato il film di David Fincher

Trama

Appostato in un palazzo in costruzione e pronto a eliminare l’obiettivo con un fucile di precisione, un killer professionista commette un errore ed è preso a sua volta di mira dal suo datore di lavoro che vorrebbe toglierlo di mezzo. Il sicario fugge da Parigi ripiegando nel proprio rifugio segreto nella Repubblica Dominicana, scoprendo che la compagna Magdala è stata brutalmente aggredita.

L’uomo parte al contrattacco risalendo la filiera dei committenti prima di ritirarsi da quel mondo che, al netto di quanto successo, non gli appartiene più.

Recensione

Un killer non è buono né cattivo. Semplicemente, uccide per professione. Lo fa su commissione, ha clienti, scadenze, un compenso concordato, fattura (in un’accezione conformata ovviamente alla terminologia criminale). L’ambiguità e l’ermetismo che caratterizzano l’assassino professionista arrivano addirittura ad affascinare per quanto riprorevoli possano apparire le sue gesta che dispensano morte.

Il killer segue un codice, si autodisciplina e il suo vademecum è il rigido attenersi alla ragione più che all’istinto. Si muove mimetizzandosi fra le persone comuni, persegue l’obiettivo pur conscio di non poter essere invisibile all’occhio indiscreto della società. Il bushido del sicario nasce nelle strisce a fumetti scritte da Matz e illustrate da Luc Jacamon in 13 albi prodotti fra il 1998 e il 2014. Dalla cellulosa alla celluloide, Le Tueur diventa The Killer, diretto da David Fincher e adattato da Andrew Kevin Walker.

La versione cinematografica che ne deriva non snatura la fonte lavorando sul protagonista e raccontandone la routine, la dedizione all’incarico e la risolutezza mossa dall’empatia. Nel contempo emerge il fattore scatenante l’intera azione, la fallibilità, in grado di ribaltare la situazione tramutando il predatore silenzioso nella preda che, anziché scappare, contrattacca per difendersi e tutelare gli affetti colpiti dall’onda d’urto.

La narrazione segue il principio del piano inclinato, ogni evento precipita da una condizione di calma iniziale, aumenta il ritmo fino alla collisione, poi il piano declina, risale e si stabilizza. Fincher sposa la staticità dell’inquadratura, vi colloca Michael Fassbender il cui sguardo asseconda il voice over inteso come voce di pensiero atta a far comprendere il comportamento del killer senza nome.

Non è un action canonico proprio perché l’azione non occupa un ruolo primario bensì è pura conseguenza di uno status variabile al di là delle aspettative. Il film non giudica, descrive, osserva, finanche con qualche flebile accenno di diplomazia. Il sicario in fondo viene collocato nella sfera dei buoni, le sue vittime non sono innocenti e il loro destino lo meritano.

La parabola non cade mai nel banale, si rivela gradevole con logica e senso compiuto. In concorso per il Leone d’Oro alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, ottiene la menzione speciale premio Soundtrack Stars da parte della SNGCI. Insomma, un riconoscimento della critica giornalistica, molto più generosa rispetto alla critica militante di settore.

Curiosità

michael fassbender

Il film è stato distribuito in alcune sale selezionate per un periodo limitato di pochi giorni prima di approdare in streaming su Netflix.

Samuele Pasquino

Classe 1981, mi sono laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Torino. Giornalista dal 2012, ho studiato storia del cinema specializzandomi nell'analisi di pellicole di tutti i generi dalla nascita della Settima Arte a oggi. Tenendo ben presente il concetto di lettura non come intrattenimento bensì come formazione, mi occupo da anni anche di turismo e realizzo reportage di viaggio. Estremamente sensibile alla tematica enogastronomica, tratto la materia con un'attenzione specifica verso la filiera di qualità fra tradizione e innovazione. Per me il giornalismo non è solo una professione, è una missione!
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