Agrado sale sul palco per intrattenere il pubblico dopo l’annuncio che la diva della pièce di Un tram che si chiama desiderio, Huma Rojo, è impossibilitata a recitare nello spettacolo. Poi, però, le sue parole sincere si sostituiscono alla performance, proprio come il cinema, molto più a buon mercato del teatro per gli spettatori.
Monologhi e Dialoghi
“Non tornare mai più qui!”
Un campo e controcampo alza il sipario drammatico sul dialogo fra due uomini, il figlio e il genitore, con la madre in disparte le cui guance sono solcate dalle lacrime tristi della separazione.
“Ci stanno due categorie, i giornalisti giornalisti e i giornalisti impiegati”
Un confronto che spiega quanto possa essere inconciliabile la purezza del mestiere del cronista con un tessuto sociale compromesso come quello di Torre Annunziata
La feroce invettiva di Monty Brogan: “A fanculo vacci tu!”
Attraverso la spiazzante e piuttosto volgare loquacità di Brogan, o meglio del suo alter ego dietro lo specchio, Spike Lee si fa portatore di un disprezzo collettivo esercitato nei confronti dell’intercultura ma anche della classe dirigente
“Invece di saltellare da una religione all’altra, perchè non cominci dalla ragione?”
Questa riunione di famiglia durante una normalissima cena ha dell’esemplare nella saggezza delle parole paterne.
“Caro Ndugu”: il viaggio esistenziale di Warren Schmidt
Warren Schmidt scrive al piccolo Ndugu.
“E allora bisogna di nuovo far bene l’amore.”
Hemingway e il discorso sulla morte e l’amore in Midnight in Paris.
“Ma accetta il consiglio… per questa volta.”
Epilogo di The Big Kahuna (John Swanback, 2000), uno tra i più profondi e ragguardevoli monologhi cinematografici.
“Anch’io credo!” – Il discorso di Freccia
In un film che ben esprime cosa può significare la vita in un paesino di provincia, emergono e passano alla storia le parole che Freccia consegna a un pubblico immaginario, senza volto, per dire che anche lui, nonostante tutte le avversità, i problemi e le delusioni, ha ancora qualcosa in cui credere.
“Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi”
Il momento più significativo e commovente del film Blade Runner, diretto da Ridley Scott nel 1982, risulta essere quello del monologo finale di Roy Batty.