Titolo originale: Bellissima
Regia: Luchino Visconti
Sceneggiatura: Luchino Visconti, Suso Cecchi D’Amico, Francesco Rosi
Cast: Anna Magnani, Walter Chiari, Gastone Renzelli
Musiche: Franco Mannino
Produzione: Italia 1951
Genere: Drammatico
Durata: 113 minuti
Regia:
Interpretazione:
Sceneggiatura:
Musica:
Giudizio:
Trama
Il famoso regista Alessandro Blasetti è in cerca di una bambina bellissima da scritturare per un film e bandisce, perciò, un concorso a Roma. Un’orda di mamme con relativa prole si riversa a Cinecittà piena di speranza. Tra queste c’è Maddalena Cecconi (Anna Magnani), una popolana pronta a compiere enormi sacrifici economici pur di assicurare un futuro da diva alla piccola Maria.
Recensione
La personalissima Settima Arte di Luchino Visconti è sempre stata impregnata di eleganza e classe, elementi che hanno caratterizzato la carriera del grande cineasta fin dai primi capolavori. Bellissima offre l’ennesimo ritratto della Capitale italiana popolata da gente appartenente alle più diverse classi sociali e perciò padrona dei propri spazi urbani, come confinata nel limbo del proprio potere economico.
La protagonista Maddalena, interpretata da una memorabile Anna Magnani, vive in un quartiere povero e si mantiene come infermiera a domicilio, dimostrando a dispetto della sua misera condizione allegria e grinta.
La tempra forte e propositiva delle donne al centro della storia è un dato essenziale dell’intera filosofia neorealista, una propensione intellettual popolare che non intende piangersi addosso ma che, al contrario, crea stereotipi caratteriali da prendere a modello per la capacità di reinterpretare la vita nell’ottica di un ottimismo fresco e perpetuo.
Il cinema, si sa, rappresenta una vorticosa illusione che attrae e trascina a sè chiunque: Visconti fa sì che tale illusione costituisca nel film il motivo principale in grado di innescare dinamiche a catena e solleticare le fulgide immaginazioni delle donne romane.
L’occhio è puntato sulla singola madre che vuol riservare alla figlia un futuro migliore, introducendola in un mondo falsamente dorato e ambito da tutti. L’ambizione presuppone il sacrificio e Maddalena aderisce a questo gioco perverso senza accorgersi, almeno in un primo momento, della silente reticenza della bambina, inconsapevole della situazione.
Il film si snoda fra pensieri, contrasti familiari e una lenta preparazione al provino, facendo emergere una “fabbrica dei sogni” (sempre il cinema) crudele e spietata considerando l’asprezza dei suoi ingranaggi e la freddezza dei personaggi che li muovono.
Maddalena è un’eroina che compie un viaggio solitario, incontrando ostacoli e approfittatori (Walter Chiari), senza però mai vendersi, anzi tenendosi stretta quell’integrità morale che le permetterà alla fine di aprire gli occhi. L’epilogo è di quelli che non si dimenticano, commovente, non scontato, estremamente simbolico.
CINEFOCUS
Anna Magnani – Biografia di una donna
Curiosità
In una scena del film “Volver” di Almodovar, la madre di Raimunda guarda alla tv proprio “Bellissima”.