vittorio gassman il profeta
- C'era una volta in Italia, Recensioni

Il profeta

il profeta locandinaTitolo originale: Il profeta

Regia: Dino Risi

Sceneggiatura: Dino Risi, Ettore Scola, Ruggero Maccari

Cast: Vittorio Gassman, Ann Margret, Oreste Lionello

Musiche: Armando Trovajoli

Produzione: Italia 1968

Genere: Commedia

Durata: 93 minuti

 

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Regia: stellastellastella

Interpretazione: stellastellastellastellastella

Sceneggiatura: stellastellastellastella

Musica: stellastellastella

Giudizio: stellastellastellastella

 

Trama

Una troupe televisiva riesce a scovare su un colle alla periferia di Roma l’eremita Pietro Breccia (Vittorio Gassman), da cinque anni isolato dal mondo e in completa solitudine dopo essersi allontanato volontariamente dalla Capitale.

Refrattario alla frenesia sociale, l’uomo deve comparire suo malgrado in tribunale per assolvere delicate questioni lasciate in sospeso, rischiando una condanna per evasione fiscale. Il suo ritorno in città gli riserverà non poche sorprese, complice una hippie sbarazzina (Ann Margret) e un cronista sui generis (Oreste Lionello).

Recensione

Nelle tutt’altro che sottili critiche al convulso mondo civilizzato, Dino Risi riesce sistematicamente ad affondare la lama della satira sociale pungendo e poi ferendo lo status quo del contorto fare quotidiano dell’animale uomo.

L’attacco del regista, diventato oramai militante dopo perle cinematografiche quali Il vedovo (1959), Il sorpasso (1962) e I mostri (1963) – pietre miliari di una filmografia incentrata principalmente sulla greve asprezza del vivere a contatto col pari individuo (o entro una collettività spesso non ben definita) – identifica sempre o quasi l’autentica e letteraria figura del mascalzone.

Quest’ultima viene utilizzata come elemento di disturbo, ma al tempo stesso soggetto confermativo di tendenze tristemente affermatesi soprattutto a partire dal boom economico. Nel caso de Il profeta, il carattere comico dell’opera filmica rivela il tentativo (perdente a prescindere) di offrire un ritorno alla purezza quale esempio da seguire per affrancarsi dalla corruzione e dalla malevola organicità dell’urbis.

Roma fa così da sfondo a una parabola tracciata dal protagonista eroe Pietro Breccia, paladino degli antichi valori e dell’ascetismo psico-fisico perseguiti attraverso l’affezione alla solitudine, all’eremo inevitabilmente sconvolto dalla curiosità e dall’interesse non proprio innocenti.

Risi sviluppa una vera e propria discesa agli inferi d’asfalto della Capitale, ricollocando il profeta nella melma urbana dalla quale egli aveva provato a fuggire, mostrato ai veraci romani con l’essenzialità di un semplice, essenzialità che lo rende agli occhi di tutti un corpo estraneo, alieno alla modernità largamente accettata, pappona quest’ultima di meretori e meretrici assorbiti dal progresso inesorabile.

La parabola declina con straordinaria versatilità in iperbole ed è l’istrionica interpretazione di Vittorio Gassman a rendere l’innesco dell’ingranaggio così credibile da risultare eristico. L’eroe cede dunque pian piano alla tentazione carnale, all’agio e alle lusinghe peccaminose del denaro giungendo sconfitto ma appagato al capolinea del suo pindarico viaggio.

Compie, infine, una scelta che sposa un esecrabile misoneismo, non inteso in relazione all’evoluzione politico-economica (di cui Pietro torna a essere prigioniero) ma funzionale esclusivamente al processo di omologazione.

Risi padroneggia una leggerezza non frivola con salace abilità e funambolica maestria, ed è per questa agile logica impressa in sceneggiature forti che le sue opere s’affermano nel panorama della celluloide come saggi unici e romantici.

Curiosità

vittorio gassman il profeta scena

La colonna sonora del film è stata utilizzata per molto tempo nella sigla del ciclo cinema di canale 5 in prima serata.

Samuele Pasquino

Classe 1981, mi sono laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Torino. Giornalista dal 2012, ho studiato storia del cinema specializzandomi nell'analisi di pellicole di tutti i generi dalla nascita della Settima Arte a oggi. Tenendo ben presente il concetto di lettura non come intrattenimento bensì come formazione, mi occupo da anni anche di turismo e realizzo reportage di viaggio. Estremamente sensibile alla tematica enogastronomica, tratto la materia con un'attenzione specifica verso la filiera di qualità fra tradizione e innovazione. Per me il giornalismo non è solo una professione, è una missione!
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