Titolo originale: Io e Caterina
Regia e sceneggiatura: Alberto Sordi
Cast: Alberto Sordi, Edwige Fenech, Catherine Spaak, Valeria Valeri
Musiche: Piero Piccioni
Produzione: Italia 1980
Genere: Commedia
Durata: 117 minuti
Regia:
Interpretazione:
Sceneggiatura:
Musica:
Giudizio:
Trama
Enrico Menotti (Alberto Sordi) è un uomo d’affari di mezz’età stanco di discutere con la moglie Marisa (Valeria Valeri) e subire le pressioni dell’amante Claudia (Catherine Spaak) che lo vorrebbe tutto per sé. Inguaribile seduttore ma al contempo un misogino, Enrico vola in America per chiudere un contratto con una multinazionale e nella terra delle opportunità fa la conoscenza di Caterina, cameriera tuttofare dell’amico Arturo (Rossano Brazzi) con una caratteristica speciale: è un robot.
Entusiasta, ne acquista un esemplare per badare alla casa e occuparsi di ogni faccenda senza il fastidioso assillo femminile. La nuova domestica, però, mostra un singolare malfunzionamento legandosi morbosamente al proprio padrone e provando un’umana, esasperata gelosia per Elisabetta (Edwige Fenech), prorompente neofiamma di Enrico.
Recensione
La fantasociologia è la materia cui ambisce occuparsi Io e Caterina, un film dal sapore pionieristico che inaugura i favolosi anni ’80 sperimentali per il cinema italiano.
Nel decennio orientato su nuove strade narrative, il talento di Alberto Sordi si sdoppia coniugando l’interpretazione come sempre sui generis con una regia dalle ben poche velleità tecniche. Piatta nelle modalità di rappresentazione, resta ogni modo viva nel suo descrivere anche piuttosto efficacemente ambienti, contesti e personaggi messi in relazione dal potere della satira finalizzata all’estremizzazione ironica del femminismo e della misoginia a doppio senso.
Non è esclusiva comicità bonaria quella di Sordi, ma la radiografia di una determinata classe di uomini rampanti incline all’egoismo limitato a ricchezza, prestigio e sicurezza della routine. La donna allora assume il ruolo di serva costretta ad ammainare sentimenti e ambizioni, icona oggetto di una società di stampo virile.
In quest’ambito la semplice commedia vira verso la denuncia del machismo e, parimenti, della ragione femminea logorata dalla frustrazione che conduce a un parziale torto. Si veda la scena del ritorno in aereo, dove lo scontro verbale tra i passeggeri di sesso opposto si carica di parossistico delirio.
La donna, una creatura che, proprio come il robot Caterina, non va trascurata ma coccolata.
Curiosità
La voce del robot Caterina è di Daniela Caroli.