Titolo originale: La dolce vita
Regia: Federico Fellini
Sceneggiatura: Federico Fellini, Ennio Flaiano, Tullio Pinelli, Brunello Rondi
Cast: Marcello Mastroianni, Anita Ekberg, Alain Cuny
Musiche: Nino Rota
Produzione: Italia 1960
Genere: Drammatico
Durata: 170 minuti
Migliori costumi Piero Gherardi
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Giudizio:
Trama
Marcello (Marcello Mastroianni) è un giornalista che frequenta la borghesia romana, passando le sue serate fra locali e case di aristocratici. Incontra la diva del cinema Sylvia (Anita Ekberg), è amico dell’intellettuale Steiner e fugge da una compagna possessiva. Una mattina vede un mostro marino sulla spiaggia e ignora una ragazza che lo chiama.
Recensione
Siamo al cospetto di uno dei grandi capolavori di Federico Fellini, conosciuto all’epoca in tutto il mondo. Si tratta di un caposaldo della storia del cinema, un esempio di maestria registica e di inquadrature eleganti, rese al meglio da un bianco e nero assolutamente affascinante, adatto a descrivere le varie situazioni che contraddistinguono la mondanità romana, caratterizzata dal lusso e dalla noia.
I personaggi che Marcello incontra sono borghesi cinici che cercano di divertirsi, destreggiandosi fra giochetti e insolite abitudini, partecipando a feste e intrattenimenti, in un limbo di solitudine, angoscia e tristezza. I divi sono sempre seguiti da fotografi a caccia di scoop.
In questo senso Fellini offre un fedele ritratto dei moderni paparazzi, ombre delle celebrità e uomini con assai pochi scrupoli, analizzando le tendenze di un periodo storico dell’Italia repubblicana (compreso fra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60), appunto “La Dolce Vita”.
Ogni evento nel film – girato interamente a Roma e a Cinecittà – sembra fare notizia, dall’arrivo dell’attrice Sylvia, interpretata dalla giunonica e bella Anita Ekberg, protagonista di un ballo solitario nella fontana di Trevi, alla presunta apparizione della Madonna in un quartiere povero.
L’assalto mediatico pervade quindi ogni cosa, tuttavia Marcello mantiene ancora una sua etica professionale, spesso non si comporta da giornalista ma assiste semplicemente, sospeso fra un desiderio di fuga e una propensione alla piena affermazione.
Molti episodi lo faranno riflettere, la visita del padre e la sua partenza improvvisa lo distoglieranno momentaneamente dai suoi impegni, ma alla fine si rassegnerà e non lascerà quel mondo ricco e frivolo, popolato da gente intenta a pavoneggiarsi e a cercare una felicità che in realtà si rivelerà per loro solo un’illusione. Simbolico il finale e l’avvistamento del “mostro” sulla spiaggia.
CINEFOCUS
Il lato oscuro della Dolce Vita
Curiosità
La maggior parte delle classifiche stilate in tutto il mondo vedono La dolce vita tra i cento film più belli di sempre.