Titolo originale: Risate di Gioia
Regia: Mario Monicelli
Sceneggiatura: Suso Cecchi D’Amico, Agenore Incrocci, Furio Scarpelli
Cast: Anna Magnani, Totò, Ben Gazzara, Fred Clark
Musiche: Lelio Luttazzi
Produzione: Italia 1960
Genere: Commedia
Durata: 100 minuti
Regia:
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Giudizio:
Trama
Mancano poche ore alla vigilia di Capodanno e in ogni casa fervono i preparativi per la grande festa. Gioia (Anna Magnani), esuberante comparsa del cinema, viene “scaricata” dagli amici scaramantici (lei, 13a a tavola, è la vittima sacrificale); il furfante Lello (Ben Gazzara) impronta la sua notte di borseggi ma ha bisogno di un complice; l’attorucolo Umberto (Totò) affianca Lello.
Gioia, Umberto e Lello, per un puro caso, si ritrovano insieme, l’uno ignaro delle intenzioni dell’altro. In giro per feste e per la città, faranno l’alba vivendo una strampalata avventura.
Recensione
“Trovarsi senza soldi un giorno qualsiasi è male, ma a Capodanno è peggio“.
Con questa massima, lo scrittore Alberto Moravia riassume concetti e dismisure narrative di una commedia che lui stesso scrive – limitatamente al soggetto evinto dalle novelle Le risate di gioia e Ladri in chiesa – insieme a sceneggiatori del calibro di Furio Scarpelli, Suso Cecchi d’Amico e Agenore Incrocci.
L’intreccio in celluloide l’ordisce Mario Monicelli, uno specialista del genere e dispensatore indefesso di goliardia mista al succo amaro della risata perpetrata nel dramma dello stento sociale. Risate di Gioia, ambientato in una Roma vestita a festa per il Capodanno, vive di una notte gremita di destini e stranezze, fatti e personaggi che ignari si avvicendano, e complici viaggiano a serpentina verso un finale quanto meno bizzarro.
Precari e perdenti si confrontano con la frangia ricca della Capitale cercando di restare nel gioco e non uscire da un’illusione di dignità faticosamente conquistata ma troppo labile per diventare qualcos’altro. Torna così quello stento che Monicelli aveva messo in scena ne I soliti ignoti con quel cast illustre che vedeva Vittorio Gassman, Renato Salvatori, Marcello Mastroianni, Carlo Pisacane e Tiberio Murgia costituire un gruppo di fannulloni alle prese con il “colpo del secolo”.
Comun denominatore è Totò, promosso dal regista a protagonista al fianco di Anna Magnani, il cui look al limite del carnevalesco non fa che esaltare la presenza scenica di un’attrice immensa, come sempre in grado di “fare il film” ed elevarlo a qualcosa di più di una semplice opera cinematografica.
La sua risata e il suo sorriso sono quanto di più bello si possa offrire in una commedia, sebbene l’amarezza sia la vera costante che trascende il titolo ingannevole.
CINEFOCUS
Anna Magnani, biografia di una donna
Curiosità
È l’unico film in cui Anna Magnani e Totò recitano insieme.