Da ormai molto tempo è comparso nella dimensione cinematografica horror un terrificante personaggio vestito da clown con un costume bicromatico in bianco e nero e un trucco semplice ma ben riconoscibile: la faccia completamente dipinta di bianco, il rossetto nero, le sopracciglia disegnate e quel puntino nero sopra la punta del naso non possono che appartenere a lui, Art the Clown.
Ma chi è? Da dove viene? Chi l’ha creato? È ispirato a una storia vera? La sua fama è stata generata dalla trilogia che ne racconta le truculente gesta e che culmina con Terrifier 3, l’ultimo agghiacciante capitolo distribuito nelle sale da Midnight Factory.
Art the Clown – interpretato da David Howard Thornton – è un’icona del genere slasher, creata da Damien Leone alla regia dell’intero franchise. Appare per la prima volta nei cortometraggi The 9th Circle (2008), Terrifier (2011) e All Hallow’s Eve (2013) o Terrifier – L’inizio (titolo cambiato nel 2022 dopo l’uscita dello spin-off Terrifier 2). Nei successivi sequel, la furia del killer esplode.
Un clown silenzioso a Miles County
Questo implacabile omicida senza identità si presenta con le inquietanti fattezze di un clown silenzioso, alto e magro, che indossa un costume da pagliaccio bianco e nero e una piccola bombetta nera sul capo. Il suo volto è dipinto di bianco, le labbra e gli occhi di colore nero. Ha il naso come il becco di un’aquila, gli zigomi appuntiti e sporgenti, e i denti marci e rovinati con le gengive sanguinanti.
Porta in spalla un enorme sacco nero della spazzatura, contenente: seghe, chiodi, bottiglie di vetro, martelli, coltelli da cucina, siringhe, bisturi, catene e… una trombetta. Se i “giochi” che trasporta non dovessero bastare, legata alla sua caviglia – sotto al custume – ha una pistola. Ogni pazzo sadico assassino del mondo horror ha la sua città in cui imperversare: Art the Clown ha eletto Miles County il proprio campo d’azione da macchiare di sangue.
Arty, un’entità sovrannaturale ispirata ai grandi mietitori dell’horror
Arty massacra le sue vittime godendo e ridendo nel vederle morire. Non ha uno scopo preciso, semplicemente gli piace. Senza una voce, questo clown comunica attraverso l’espressività del volto e della mimica del corpo. Non sappiamo se sia privo di voce o se il suo mutismo sia una scelta: in ogni caso è spaventoso. Inoltre, si scopre che è capace di teletrasportarsi e rigenerarsi. In virtù di queste facoltà, si rivela immortale. Si deduce che egli abbia a che fare col demonio assurgendo a entità sovrannaturale forse incaricata di catturare più anime possibili.
Art the Clown si ispira ai grandi mietitori dell’horror, e tra questi Freddy Krueger (Nightmare) e Pennywise (IT). Si allontana per modus operandi, aspetto e comportamento da Jason Voorhees (Venerdì 13) e Michael Myers (Halloween), entrambi assassini mascherati, privi di personalità e molto grossi di corporatura. Non importa, poiché ciò che è e rappresenta risulta sufficientemente e ferocemente letale.