Ci sono uomini che nascono dalle ceneri del proprio passato, un viatico fatto di dolore, di sofferenza ma anche di rapida evoluzione. Nella fantastica Era Hyboriana creata nell’immaginario fantasy di Robert Ervin Howard c’è posto per il racconto delle epiche gesta di un guerriero eccezionale, Conan, reso cinematograficamente da John Milius nel 1982, l’anno di Conan il Barbaro, seguito da Conan il Distruttore diretto nel 1984 da Richard Fleischer.
Cambia lo scenario, si diversificano i personaggi (a eccezione del mago Akhiro), si rinnova l’avventura e giungono altri agguerriti nemici, ma Conan il cimmero rappresenta il mito, tenutario del segreto dell’acciaio tanto bramato da Thulsa Doom e possessore della formidabile, indistruttibile Spada Atlantidea con la quale egli stabilisce un legame indissolubile. Un’arma che è a tutti gli effetti un prolungamento letale delle sue possenti braccia.
La scoperta della Spada Atlantidea
I migliori sodalizi capitano per caso… ed è il caso a condurre Conan – in fuga dai lupi per le lande desolate – all’interno di una buia caverna al di sotto di una grande roccia. Fatta luce con un piccolo fuoco acceso, il barbaro scopre che in quel criptico ambiente si nasconde una camera funeraria popolata dagli scheletri annicchiati di una corte oramai defunta, e pare da molto tempo. Giacciono lì, qualcuno per terra, qualche altro ai lati lunghi della sala e al centro, seduto su una sorta di trono rialzato, una figura che nella postura ricorda un re.
Si tratta invece di un valoroso generale di Atlantide – e non di Albione, re della leggendaria città perduta – attorniato dalle spoglie delle amanti facenti parte del suo harem, come specificato dal regista John Milius al minuto 24 del commento audio al film nell’edizione italiana in doppio DVD, rilasciata dalla 20th Century Fox Home Entertainment nel 2005.
La Spada Atlantidea è là, brandita innumerevoli volte da quel condottiero la cui mano consumata pare non volersene separare tenendola a un lato del trono, ricoperta da polvere e ragnatele talmente fitte da sembrare un grigio velo di seta lisa. Conan la impugna liberando la lama dalla crosta dei tanti lustri con decisi colpi a terra, le cui vibrazioni “rianimano” il vecchio proprietario, che accartocciandosi su se stesso lascia cadere l’elmo rivelando il capo con ancora qualche capello attaccato.
Conan risale in superficie e sulla roccia si libera delle residue catene alle caviglie con un deciso fendente. Totalmente libero e con una spada potentissima, esaltata dalle straordinarie abilità di combattimento del cimmero, Conan va alla ricerca di Thulsa Doom. Prima ne uccide i sicari Thorgrim e Rexor, poi lo giustizia davanti a tutti i sudditi decapitandolo… ovviamente con la Atlantean.
Produttori, versioni e dati strutturali della Atlantean
La Spada Atlantidea è opera dell’artista Jody Samson, che ne ha realizzato due versioni: la Atlantean Barbarian per Conan il Barbaro e la Atlantean Destroyer per il sequel, perfezionata rispetto al precedente modello con l’impugnatura in legno di betulla e la lama di un pollice (2.54 cm) più lunga, oltre al celebre ricasso più largo e uncinato, e le rune incise più profondamente (caratteri scritti in lingua atlantidea) nonché colorate di scuro.
La spagnola Marto di Toledo e la canadese Albion rappresentano le uniche due aziende al mondo che detengono la licenza di produzione della Atlantean fino a un massimo di 1.000 esemplari.
La prima realizza spade a scopo decorativo (in acciaio inox 440 temprato e lega di zama), la seconda delle “battle ready fully functional” (in acciaio al carbonio AISI 1075 temprato a 56 HRC e bronzo) adatte al combattimento, utilizzando tecniche diverse di trattamento termico e bilanciamento.
La Albion pratica sulla lama, spessa alla base 0.6 cm, un assottigliamento distale del 50% fino alla punta per aumentare la manovrabilità dell’arma pesante 3.8 kg (in pochi possono vantare il fisico del fu giovane Arnold Schwarzenegger). La spada registra infine una lunghezza di 74 cm dall’emergenza dell’elsa, 57 cm dalla fine del ricasso per un totale di 104 cm dal pomello alla punta. Misure da prima della classe.