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Cybil Bennett, una guerriera a Silent Hill

Parliamo di Silent Hill, film del 2006 realizzato dal francese Christophe Gans e sceneggiato da Roger Avary, che lavorò anche a capolavori come Le Iene e Pulp fiction. Come suggerisce il titolo stesso, al centro della vicenda abbiamo l’oscura e inquietante cittadina fantasma di Silent Hill che, nel caso specifico del prodotto cinematografico, attira e poi prende in ostaggio la dolce Sharon costringendo sua madre, Rose, a cercarla tra creature spaventose e storie da pelle d’oca.

Come nella saga videoludica di cui la pellicola è il primo adattamento, anche qui abbiamo un personaggio spalla che raggiunge Silent Hill con lo scopo latente di proteggere Rose e salvare Sharon. È l’agente di polizia Cybil Bennett, interpretata dall’attrice Laurie Holden, personaggio secondario forse per quanto riguarda lo scorrere della storia ma interessante e assolutamente decisivo, perciò aperto a varie considerazioni.

L’entrata in scena di Cybil

La prima apparizione di Cybil è alla stazione di servizio, prima che la protagonista e sua figlia entrino a Silent Hill. Sentendo Sharon urlare tra le braccia di sua madre Rose, la poliziotta si rivolge immediatamente alla bambina nel tentativo di poterle essere d’aiuto. Riceverà una risposta negativa ma il suo fiuto e, soprattutto, uno spiccato senso di protezione materna la convincono a seguire le due in sella alla sua moto.

Dopo il primo tentativo di fermare la donna, seguito dall’incidente stradale, Cybil sembra scomparire, quasi sia stata seminata. Ricompare ferita ma decisa a cercare Rose. È convinta, infatti, che la donna abbia rapito Sharon e per questo la ammanetta cercando di condurla presso la stazione di polizia. Già in questa breve scena percepiamo la sua durezza e sicurezza: 3 anni prima, un uomo rapì un bambino e lo gettò nella miniera di Silent Hill, e fu proprio Cybil a trovarlo e a restare insieme a lui in attesa dei soccorsi.

Ecco perché adesso sembra prendere terribilmente sul serio il caso di Rose e sua figlia. Anche quando raggiungono il limitare della strada che sembra adesso sprofondata nel nulla – impedendo quindi alle due di poter abbandonare la città – la sua reazione iniziale è di sgomento ma nei suoi occhi questa scintilla dura davvero pochi secondi. Il ritorno alla realtà e alla pragmaticità hanno il sopravvento.

Contro gli Armless men e Red Pyramid

Durante un attacco da parte degli Armless men, purtroppo perde nuovamente di vista Rose, che ne approfitta per scappare. Cybil resta a combattere contro la schifosa e spaventosa creatura ma non nutre nessuna pietà, sfodera la pistola dalla cintura in vita e spara. Rose ha raccontato alla poliziotta la sua storia, non ha affatto rapito Sharon ma sta cercando di salvarla.

Cybil ritrova la compagna di avventura all’interno della vecchia scuola e fa un passo verso un gesto di pura benevolenza ed esemplificativo di un cuore votato al bene: libera Rose dalle manette e promette di seguirla nella ricerca. Ricarica la pistola con l’ultimo caricatore a disposizione, tuttavia questo non la spaventa opponendosi al terrificante attacco di Red Pyramid.

Una donna d’azione molto determinata

Al cambio di scenario che la città sembra aver subito dopo il ritiro del mostro, Cybil si mostra confusa: è una donna d’azione, il soprannaturale la sconcerta inizialmente, ma quando sente Rose annunciare la sua decisione di visitare il Grand Hotel della città in cerca di ulteriori risposte, abbiamo nuovamente il lampo di determinazione che spegne la confusione nei suoi occhi.

Decide ovviamente di seguirla, e se è questo che la missione richiede, catalogherà pure tutti i mostri e le brutture di Silent Hill nel suo sistema di credenze reali e le affronterà proprio come affronterebbe qualsiasi altro ostacolo per la salvezza di Sharon. Cybil sembra imporre la propria presenza in scena.

Come nell’ingresso in chiesa, ha appena assistito allo smembramento cruento della giovane Anna e subito dopo si ritrova attaccata da una schiera di uomini che la accusano di essere una strega, ma lei non esita un istante a prendere il controllo della situazione, spara un colpo, attira l’attenzione della folla e con il semplice linguaggio del corpo suggerisce che non è lì per farsi degli amici, tantomeno ha voglia di perdersi in stupide congetture senza fondamenta.

Quando l’inquietante Christabella spiega a Rose dove si trova adesso sua figlia, con il demonio, Cybil ritorna di nuovo a un sistema di credenze basato sui dati empirici e risulta giudicante e sprezzante nei confronti della setta. Chiamiamolo istinto del poliziotto, presenza di spirito, durezza di carattere e corazza spessa ma Cybil ha ragione, le intenzioni della congrega sono terribili: non perdono un istante ad attaccare le due donne nel momento in cui capiscono che Sharon e Alessa – la giovane da loro bruciata che sembra decidere le sorti della città – sono la stessa persona.

Il sacrificio di Cybil Bennett, guerriera e angelo custode

Cybil Bennett si trova a Silent Hill perché Alessa ha voluto una combattente per Rose, per proteggerla, per portarla fino allo scontro finale, per salvare Sharon. Ma Cybil sa che è vicina la sua fine, spinge Rose nell’ascensore per l’inferno e resta lì ad affrontare la setta. Sa che non ha più proiettili ma non rinnega niente e sofferente affronta tutte le torture che la costringono inerme sul pavimento dell’ospedale.

Sul rogo emerge il suo lato spirituale e puro, nonostante stia per essere arsa viva. Dolorante consola la piccola Sharon, la tranquillizza. E poco prima che le fiamme la inghiottano per sempre, si rivolge alla sua mamma, pregandola di tenerla con sé. Ecco il parallelismo essenziale: ha bisogno di poter essere un buon spirito materno tanto quanto adesso ha bisogno che lo stesso spirito di sua madre sia buono con lei nell’attimo della sofferenza.

Sono di Cybil le parole più significative del film:

Una madre è Dio agli occhi di un figlio.

Lei è dunque un Angelo custode forte e agguerrito, che non arretra di un passo. Sempre sul pezzo e straordinariamente provvidenziale, Cybil comunica un messaggio e lo fa lottando con la stessa tenacia di un guerriero scelto nel mondo dei videogiochi. Un aspetto che i fans della saga hanno molto apprezzato.

Rosy Murrone

Rosy, classe 1998. Una piccola cinefila della Calabria. Laureata al DAMS, quello figo, quello a Bologna. Mi chiedi come vedo il futuro? Facile, alla scrivania, con la mia prima sceneggiatura pronta per essere consegnata al più famoso dei registi. Trasformo pensieri in scrittura da quando ancora prendevo il Fluimucil alla fragola. Scelgo il mondo del cinema perché è l'unico mondo nel quale mi sento completa. In quale altro posto puoi essere assolutamente te stesso e trovare comunque qualcuno esattamente come te? Datemi film e sto a posto per tutta la giornata.
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