“La nostalgia è la negazione di un presente infelice”. Con questa battuta si può riassumere tutto il succo della filosofia alleniana di Midnight in Paris (Woody Allen, 2011).
Il protagonista Gil (Owen Wilson) è uno sceneggiatore californiano che vive un presente insoddisfacente tra un lavoro non stimolante, un fidanzamento con una donna con scarse affinità elettive e dei suoceri invadenti che gli ricordano quanto siano poco concrete e inconcludenti le sue ispirazioni.
Gil però aspira da sempre a diventare uno scrittore ma non riesce mai a trovare stimoli o coraggio per completare il suo libro. Durante il viaggio pre-matrimoniale a Parigi, città emblema della malinconia, viene direttamente catapultato in quella da lui ritenuta l’epoca d’oro ovvero quell’età passata dove tutto sembra più bello, più stimolante: gli anni Venti.
Lezioni di vita nella Ville Lumière
Nella Ville Lumière incontrerà tutti i grandi esponenti, nonché suoi idoli, di quell’epoca quali i Fitzgerald, Hemingway, Gertrude Stein, Luis Bunuel, Salvador Dalì, Cole Porter. Tra questi verrà affascinato dalla bella Adriana (Marion Cotillard), ragazza francese piena di charme che stregò già il cuore di artisti come Picasso e Modigliani, e con Gil si ritroverà a condividere lo stesso amore per Parigi ma anche la stesso sentimento di nostalgia di poter vivere in un’età diversa dall’attuale.
Grazie a quest’esperienza extra spazio-temporale e alle lezioni di vita carpite da queste brillanti menti, Gil arriverà alla consapevolezza che per poter raggiungere la propria felicità e per concludere il suo libro, dovrà liberarsi dal suo costante nascondersi nel nostalgico passato e accettare il presente con coraggio e amore.
Dialogo con Hemingway
Hemingway: “Non scrivi mai bene se hai paura di morire. Tu ce l’hai?”
Gil: “Sì, io direi che forse è la mia paura più grande.”
Hemingway: “Beh, è una cosa che a tutti prima di te è successa e a tutti succederà.”
Gil: “Lo so.”
Hemingway: “Hai mai fatto l’amore con una vera meraviglia di donna?”
Gil: “Beh, ecco, la mia fidanzata è parecchio sexy!”
Hemingway: “E quando fai l’amore con lei, senti una vera e bellissima passione che almeno per quel momento dimentichi la paura della morte?”
Gil: “No, no… Questo non succede.”
Hemingway: “Io penso che l’amore vero, autentico, crei una tregua dalla morte; la vigliaccheria deriva dal non amare o dall’amare male, che è la stessa cosa, e quando un uomo vero e coraggioso guarda la morte dritta in faccia come certi cacciatori di rinoceronti o come Belmonte che è davvero coraggioso, è perché ama con sufficiente passione da fugare la morte dalla sua mente, finché lei non ritorna, come fa con tutti. E allora bisogna di nuovo far bene l’amore. Devi pensarci.”
