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Il Cyberpunk, un genere… unico nel suo genere

Ken Watanabe as Harun in 20th Century Studios’ THE CREATOR. Photo courtesy of 20th Century Studios. © 2023 20th Century Studios. All Rights Reserved.

Il Cyberpunk è un genere unico, capace di catturare l’attenzione come pochi altri. Il suo fascino pop e distopico ha dato vita a numerosi esempi in diversi media, dai giochi da tavolo ai videogames, fino alla nostra amata Settima Arte. Nato come sottogenere della fantascienza, il termine “cyberpunk” è stato coniato intorno al 1980. Il curatore editoriale sci-fi Gardner Dozois è generalmente riconosciuto come colui che ha reso popolare questa parola, anche se temi affini erano già stati esplorati molto prima da autori come Philip K. Dick e Isaac Asimov.

Il fulcro principale del Cyberpunk è raccontare società distorte dove la tecnologia diventa il centro e la fonte vitale, mettendo in luce gli aspetti più brutali e oscuri di questa via tecnologica, in contrasto con l’avidità e la corruzione umana. Un futuro che sembra distopico e quasi “fantascientifico”, ma che oggi non appare più così lontano dalla realtà.

Oggi tiene banco l’AI, ovvero l’Intelligenza Artificiale, intrigante, funzionale ma potenzialmente molto pericolosa se fuori controllo. Una situazione paventata in The Creator (2023) di Alex Garland, pellicola che immagina un mondo lacerato dal conflitto fra robot ed esseri umani, così violento e aspro da aver originato una sorta di crasi-simbiosi in cui la cybernetica è arrivata a fondersi con l’anatomia umana facendo esplodere ambiguità e inquietudine.

Pecore elettriche in una Los Angeles distopica

Non possiamo parlare di cyberpunk senza menzionare il celebratissimo capolavoro di Ridley Scott, Blade Runner (1982), una trasposizione del romanzo di Philip K. Dick Gli androidi sognano pecore elettriche?. Questo film, insieme al suo eccezionale sequel Blade Runner 2049 diretto da Denis Villeneuve, ha plasmato e definito il genere cyberpunk nel cinema, influenzando profondamente la cultura popolare.

Blade Runner è ambientato nella cupa e piovosa Los Angeles del 2019 (ora considerata retrofuturistica, dato che siamo già nel 2024), dove enormi grattacieli sono illuminati da insegne al neon e una fitta pioggia perpetua accentua il senso di decadimento e isolamento. La città è caratterizzata da una miscela di culture e lingue, con una popolazione variegata che riflette una società divisa tra privilegio e marginalizzazione. L’architettura imponente, i vicoli oscuri e i mercati affollati dipingono un quadro di una società in cui il progresso tecnologico ha portato più problemi che soluzioni.

Questo scenario urbano distopico serve da sfondo per esplorare temi centrali come l’alienazione umana, l’etica dell’intelligenza artificiale e la ricerca dell’identità in un mondo tecnologicamente avanzato ma moralmente ambiguo. Uno dei temi principali di Blade Runner è la linea sfocata tra uomo e macchina. I replicanti, androidi quasi indistinguibili dagli esseri umani, sollevano domande profonde sull’identità e sulla natura dell’umanità.

La difficoltà nel distinguere tra umani e replicanti non è solo un problema tecnico, ma un’esplorazione filosofica e morale di cosa significhi essere vivi.

Sol levante cibernetico

Se pensiamo al mercato giapponese, è quasi impossibile non parlare dell’animazione, uno stile che ha contraddistinto il Sol Levante in molte situazioni, come il cyberpunk. Un esempio primario e, per certi versi, colonna portante di questo genere è sicuramente Akira, un’opera creata da Katsuhiro Otomo.

Con la sua estetica post-apocalittica, Akira presenta Neo Tokyo come l’emblema di una società ormai nel totale caos. Qui, enormi grattacieli convivono con lo squallore dei bassifondi, illuminati da luci al neon e popolati da teppisti che girovagano sui loro mezzi a due ruote, padroni di una città-labirinto che riflette il caos e l’anarchia presenti nella società.

Questa società è in declino, travolta dalla corruzione, dall’avidità di potere attraverso la scienza e da una forza oppressiva, ma è anche caratterizzata da una ribellione giovanile che funge da specchio di una realtà marcia, dai bassifondi fino ai grandi grattacieli. Akira è un’opera che rappresenta una critica sociale potente e viscerale, esplorando tematiche profonde come la degenerazione urbana, la corruzione politica e la ribellione contro l’oppressione, temi che continuano a risuonare nel genere cyberpunk e oltre.

Anche se non è un film di animazione, è impossibile non parlare di Alita: Battle Angel. Basato sul manga di Yukito Kishiro, il film del 2019 diretto da Robert Rodriguez – pur essendo considerato mediamente – offre uno spunto utile per esplorare ulteriormente il cyberpunk. È ambientato in un futuro post-apocalittico dove cyborg e umani convivono in una città discarica sotto una metropoli sospesa chiamata Zalem.

Il film enfatizza il contrasto tra il degrado della Città Discarica e la lucentezza di Zalem, con un design che combina elementi di rottami metallici e alta tecnologia. Gli elementi principali dell’opera includono la ricerca dell’umanità all’interno di un corpo robotico e la struttura di una società divisa in zone.

La storia segue Alita, un cyborg con amnesia che cerca di scoprire la propria identità e il proprio scopo in un mondo pieno di ingiustizie e disuguaglianze. Questa ambientazione post-apocalittica esplora temi come l’identità, l’autodeterminazione e la lotta per la sopravvivenza, offrendo una critica alla società stratificata e alle diseguaglianze sociali.

Un altro caposaldo importante del cyberpunk è sicuramente Ghost in the Shell. Questo manga, scritto e disegnato da Masamune Shirow, ha ottenuto un riconoscimento mondiale anche grazie ai film diretti dal compianto Mamoru Oshii. Ghost in the Shell rappresenta una delle opere più importanti e influenti non solo del cyberpunk, ma anche della fantascienza in generale.

L’opera è caratterizzata da un’architettura futuristica, design cybernetico avanzato e un uso sofisticato della realtà virtuale. Il mondo in cui è ambientato Ghost in the Shell è un luogo dove la tecnologia ha raggiunto livelli incredibili. La città è un amalgama di luci al neon, ologrammi e tecnologie invasive. In questo contesto, l’utilizzo di impianti cyber-brain trasforma le persone in veri e propri computer, mentre innesti cibernetici vengono utilizzati per sostituire parti del corpo o migliorarle.

Inoltre, l’intelligenza artificiale è integrata in corpi biogenetici estremamente sofisticati, tanto che è praticamente impossibile distinguere i cyborg dagli esseri umani a prima vista. In una società così tecnologicamente avanzata, l’opera esplora temi profondi come l’identità e la coscienza, la natura dell’anima e la commistione tra uomo e macchina, riferendosi al movimento culturale del transumanesimo. Ghost in the Shell affronta tematiche complesse che, in un futuro non troppo lontano, potremmo dover affrontare anche noi.

L’opera non solo interroga cosa significhi essere umani in un mondo dominato dalla tecnologia, ma anche come la nostra stessa umanità possa essere definita o alterata dall’interazione con la tecnologia avanzata.

Cyberpunk muscolare

Creato nel 1977 da John Wagner e Carlos Ezquerra per la rivista britannica 2000 AD, Judge Dredd è un personaggio emblematico del cyberpunk. Ambientato nel XXII secolo nella megalopoli futuristica di Mega-City One, il mondo di Judge Dredd è dominato da grattacieli imponenti, criminalità diffusa e un sistema di giustizia autoritario, incaricato di portare ordine e giustizia in una società allo sfacelo, dominata da un potere politico e corporativo problematico, che spesso fallisce nel tentativo, seppur benevolo, di creare ordine.

Lo stesso principio si applica a RoboCop, creato dal regista Paul Verhoeven nel 1987 e ambientato in una Detroit futuristica devastata dalla criminalità e dominata da corporazioni senza scrupoli. Il protagonista Alex Murphy è un poliziotto brutalmente ucciso e poi riportato in vita come cyborg dalla OCP per riportare ordine e giustizia in una società pervasa dal crimine.

Il film esplora il concetto di fusione tra uomo e macchina, rendendo il protagonista una macchina vivente con tratti umani, ma affronta anche il tema della disumanizzazione, dove l’anima e la memoria di Murphy sono intrappolate in un corpo metallico programmato per obbedire agli ordini. Un altro aspetto ricorrente nel cyberpunk è la corruzione corporativa e la privatizzazione delle forze dell’ordine, dove le corporazioni diventano il fulcro della società, esercitando un potere preponderante.

Marco Fanciuso

Ciao! Sono Marco. Nato a Palermo, ho ottenuto il diploma presso un istituto tecnico. Fin dalla giovinezza coltivo una profonda passione per l'arte, con un amore viscerale per videogiochi, cinema, serie TV, libri e fumetti. Adoro analizzare ogni opera nei minimi dettagli e approfondire costantemente curiosità e argomenti diversi.
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