Carl Marx ha scritto nella sua Critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico:
“La religione è il singhiozzo di una creatura oppressa, il sentimento di un mondo senza cuore, lo spirito di una condizione priva di spirito. E’ l’oppio dei popoli.”
Considerata sempiterna terra del misticismo, l’India è universalmente riconosciuta come pangea di correnti religiose che caldeggiano il concetto estremo di “venerazione”, talvolta equivoche, molto spesso al limite del fanatismo e tendenti al sacrificio personale (vedesi la condizione mai risolta della segregazione sociale delle vedove, tema affrontato nel film Water).
Liturgia e storia, tuttavia, non escludono una loro piena conoscenza atta a facilitarne la comprensione in un contesto che non può in alcun modo essere assimilato al retaggio occidentale, appartenendo a un bacino culturale diametralmente opposto. La questione viene fiabescamente trattata nell’opera del pluripremiato Ang Lee, ovvero Vita di Pi, film delicato e stilizzato secondo canoni che patteggiano sposando le logiche orientali, pur aderendo a una prospettiva in tutto e per tutto moderna.
Religione, la materia oscura di Pi
La necessità dell’individuo di trovare una propria precisa dimensione nel caos delle credenze popolari s’incarna nella ridondante curiosità – lecita e libera – del giovanissimo Piscine Molitor Patel, detto Pi, un bambino cullato da un contesto familiare atipico perché liberale e moderato, restio all’imposizione e molto più propenso all’indipendenza di un largo pensiero.
Per il ragazzo, la religione è materia oscura da indagare, e quale modo migliore di farlo se non quello di analizzare i paradigmi dei tre grandi macrolivelli, Induismo, Cristianesimo e Islam. Si può veramente credere in tutto, rispettando tutto e senza entrare in collisione con i precetti soggetti inevitabilmente a reciproche antitesi?
Riunione di famiglia: ragione e scienza
Questa riunione di famiglia durante una normalissima cena ha dell’esemplare nella saggezza delle parole paterne:
Shantosh (padre di Pi): “Devi convertirti solo ad altre tre religioni, Piscine, e trascorrerai il resto della tua vita in vacanza. Non puoi seguire tre diverse religioni contemporaneamente, Piscine.”
Pi: “Perché no?”
S: “Perché voler credere in tutto allo stesso momento corrisponde esattamente a non credere in niente.”
Madre di Pi: “E’ giovane, Shantosh, sta ancora cercando la sua strada.”
S: “E come riuscirà a trovare la sua strada se non sceglierà un cammino? Ascoltami, invece di saltellare continuamente da una religione all’altra, perché non cominci dalla ragione? In poche centinaia di anni, la scienza ci ha fatto capire l’universo più di quanto la religione non abbia fatto in 10.000 anni!”
M: “Questo è vero, tuo padre ha ragione. La scienza può insegnarci molto del mondo esteriore ma non di quello che c’è qui dentro (si tocca il petto).”
S: “Sì, alcuni mangiano carne, altri mangiano verdure. Non mi aspetto che tutti concordino su tutto ma preferisco che tu creda in qualcosa con cui io non concordo, piuttosto che accettare tutto ciecamente… e questo comincia dal pensare razionalmente, mi sono spiegato?”
Pi: “Io vorrei ricevere il battesimo.”