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La blindocisterna di Imperatrice Furiosa

Nel Mad Max: Fury Road di George Miller c’è un “personaggio” che riesce a dominare e riempire l’inquadratura con il suo fascino prorompente e l’impetuosa eleganza. Il merito questa volta non è di un attore particolarmente talentuoso (seppur la pellicola ne sia piena), ma di tutti i membri della produzione che lo hanno pensato, costruito e reso possibile: stiamo parlando dell’iconica blindocisterna (War-Rig in lingua originale) cavalcata da Imperatrice Furiosa.

La sua primaria rilevanza nel contesto filmico è confermata dallo stesso Miller che, durante un’intervista, la definisce “il personaggio più importante subito dopo quelli umani”.

Il mix perfetto per un’estetica dominante

Per l’aspetto estetico della blindocisterna, la produzione ha utilizzato pezzi di veicoli realmente esistenti assemblandoli magistralmente. L’ispirazione principale è stata data da un autocarro chiamato Tatra T815 realizzato dall’omonima compagnia ceca nel 1983, al quale sono state effettuate delle modifiche.

Intanto, la cabina di guida è stata ampliata e sono stati aggiunti tre sedili nella parte posteriore utilizzando il design di una Chevrolet Fleetmaster degli anni ’40, mentre sulla cisterna sono state montate due torrette di guardia equipaggiate con arpioni per difenderne il prezioso contenuto. La torretta posteriore è stata creata utilizzando lo scheletro di un vecchio Maggiolino Volkswagen.

Il risultato finale è sbalorditivo, 24 metri di pura potenza ed eleganza che si muovono tra paesaggi desertici grazie a 18 ruote e un motore da 600 cavalli. Per girare al meglio ogni scena è stato necessario costruire ben tre blindocisterne identiche in tutto e per tutto, una delle quali è andata distrutta durante le riprese.

Iconica e geniale in ogni minimo dettaglio

Durante alcune sequenze del film si possono notare dei particolari molto ricercati che mostrano il forte legame tra la blindocisterna e colei che la guida: Imperatrice Furiosa.

Sulla portiera dal lato del guidatore è presente lo scheletro di un braccio proprio in corrispondenza dell’arto mancante di Furiosa. Il volante e la parte anteriore del veicolo sono decorati con dei teschi, simbolo dell’impero di Immortan Joe.

Anche il pedale dell’acceleratore è speciale, infatti è stato creato con un oggetto che serve a misurare il numero di scarpe, così da rendere possibile il bloccaggio dell’acceleratore in modo che la blindocisterna possa proseguire a tutta velocità la sua corsa, anche quando non c’è nessuno al posto di guida.

Possiamo poi notare come sotto al cruscotto siano presenti degli interruttori che, se premuti con la corretta sequenza (conosciuta solo da Furiosa), avviano il motore.

Navigatrice fra le dune del deserto

La blindocisterna non è un’opera spettacolare solo dal punto di vista visivo, anzi le sue prerogative sonore sono forse ancor più affascinanti. Secondo il sound designer Mark Mangini, il mezzo sarebbe un’allegoria della celeberrima Moby Dick.

Durante gli inseguimenti, la blindocisterna sembra quasi fluttuare tra le dune sabbiose del deserto mentre tenta di sfuggire a chi le sta dando la caccia. È proprio nei momenti in cui viene arpionato e colpito che lo spettatore può udire l’enorme autocarro emettere gemiti che ricordano chiaramente il verso delle balene.

Da serva dell’impero a ribelle: la redenzione di Imperatrice Furiosa

Per Immortan Joe la blindocisterna è un veicolo prezioso in quanto ha la funzione di trasportare per lunghe tratte il prezioso carburante con cui assoggetta (insieme all’acqua) i popoli di quelle terre. Per questo motivo decide di affidarlo a Imperatrice Furiosa.

La voglia di libertà e redenzione che attanaglia il cuore di quest’ultima è però implacabile e in sella alla sua blindocisterna, l’indomita donna decide di ribellarsi non solo fuggendo lei stessa, ma anche rapendo le cinque splendide mogli del crudele tiranno, anch’esse in cerca di una vita migliore.

Questo atto rivoltoso è solo l’inizio di un avvincente inseguimento guidato dall’istinto di affrancamento ed emancipazione che dimora nell’animo selvaggio di Furiosa e del suo più fedele alleato: la formidabile blindocisterna.

Andrea Quinti

Nato nel 2001. Ho scoperto il fascino della Settima Arte da ragazzino e da allora ho trovato nella sala cinematografica il mio posto sicuro. Un brivido mi scorre sempre sulla schiena quando calano le luci e il grande schermo prende vita. Non c’è un genere che prediligo, mi piace spaziare dall’horror alla commedia e provare a recepire e interpretare ciò che il regista vuole comunicarmi. Oltre al cinema adoro anche l’arte, la poesia, la musica e lo sport; sono laureato in scienze motorie e gioco a basket… mens sana in corpore sano!
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