Il cinema, come ogni forma d’arte, è un’espressione dei nostri processi interiori, dei nostri vissuti, delle nostre tragedie e delle nostre aspirazioni. L’arte è nata dall’esigenza umana di dare voce ai sentimenti e ai momenti di pura follia creativa.
Fin dalla nascita della Settima Arte, numerosi autori hanno contribuito a raccontare visioni personali e tematiche universali. Tra di essi Wong Kar-wai, regista di Hong Kong il cui stile narrativo ha avuto in oltre 30 anni di carriera un impatto significativo sul cinema contemporaneo.
Egli ha creato un corpus di opere capace di incantare lo spettatore con impressionante bellezza visiva. I suoi film trattano spesso l’amore non corrisposto, la nostalgia e il passare del tempo. Sono una danza tra luci e ombre, tra ciò che è detto e ciò che rimane non detto.
Ogni fotogramma è una tela dipinta con meticolosa attenzione ai dettagli, catturando l’essenza invisibile dell’essere umano attraverso la lente di una cinepresa.
In The Mood For Love: la sinfonia malinconica dell’amore
In the Mood for Love è forse il film più noto di Wong Kar-wai, celebrato per la sua eleganza visiva e la profondità emotiva, ambientato nella Hong Kong anni ’60, epoca di significativi cambiamenti sociali e politici. Esplora il rapporto tra due vicini di casa, Mr. Chow e Mrs. Chan, il cui legame si sviluppa lentamente mentre scoprono che i loro rispettivi coniugi hanno una relazione.
Wong Kar-wai cattura magistralmente la tensione romantica non realizzata tra i due protagonisti, utilizzando la simbologia visiva e la colonna sonora evocativa per enfatizzare la loro lotta contro la solitudine e il desiderio in un contesto sociale rigido e conservatore. Consapevoli del tradimento subito, il loro amore sboccia in modo tacito, silenzioso. Scelgono però di rimanere fedeli ai propri principi e di non seguire l’esempio dei fedifraghi.
Nasce un amore passionale e platonico ma il tempo, con la sua crudele inesorabilità, si frappone tra loro come un nemico implacabile. Non basta vivere l’esperienza di quell’amore, di quei momenti preziosi passati insieme, se poi, per paura di essere giudicati o per non essere come i loro coniugi infedeli, non possono coltivarlo pienamente. È una tragica ironia del destino.
Questo amore, descritto con delicatezza, resta in sospensione eterna tra le pietre, scoperto troppo tardi, irrealizzabile, trasformato in un dolce e doloroso ricordo.
2046: il freddo dolore della memoria
In 2046, Wong Kar-wai esplora ulteriormente il tema della nostalgia attraverso il protagonista, che cerca di recuperare il passato tramite la scrittura di un romanzo di fantascienza. Il film riflette la nostalgia per ciò che poteva essere ma non sarà mai, ricordando continuamente un amore eterno e non realizzato. Chow Mo-wan, in particolare, è perseguitato dal ricordo di Su Li-zhen, che lo spinge a scrivere un romanzo in cui i protagonisti cercano di lasciare il passato ma finiscono per tornare sempre nello stesso luogo: la stanza 2046.
Le relazioni qui sono intricate e spesso dolorose, rappresentando il desiderio insoddisfatto e l’incapacità di lenire le ferite emotive. I personaggi si trovano intrappolati in un ciclo di nostalgia e rimpianto, impossibilitati a liberarsi delle reminiscenze che li tormentano in una fotografia a colori ricca e vibrante, con luci soffuse e inquadrature studiate nei dettagli. Le sequenze ambientate nel futuro sono caratterizzate da un design retro-futuristico.
Tony Leung offre una performance magnetica, riuscendo a trasmettere il vuoto e il rimpianto. Anche le interpretazioni di Zhang Ziyi, Gong Li e Faye Wong sono straordinarie, così come la colonna sonora struggente e indimenticabile di Shigeru Umebayashi.
Days of Being Wild: alla ricerca di qualcosa
Hong Kong, anni ’60. Days of Being Wild segue diversi personaggi in cerca di amore e significato nelle loro vite apparentemente vuote e frivole. Il protagonista Yuddy è un giovane affascinante e irresponsabile che cerca affetto dalle donne senza compromessi emotivi. L’uomo è ossessionato dalla ricerca delle sue vere origini e della sua madre biologica, perciò è smarrito e in preda alla più cupa alienazione.
Yuddy rappresenta il paradigma dell’uomo in cerca di se stesso, intrappolato tra il desiderio di sapere da dove viene e l’incapacità di trovare un posto nel mondo. Il senso delle radici e dell’appartenenza è fondamentale per un uomo, e la mancanza di queste certezze ne mina l’intera esistenza, i rapporti e le relazioni.
Su Liz hen e Mimi, entrambe innamorate di Yuddy, rappresentano diverse sfaccettature dell’amore e della solitudine. Lizhen incarna la sofferenza e la vulnerabilità mentre Mimi, con il suo atteggiamento più audace e diretto, mostra la disperazione e il bisogno di essere amata. Entrambe le donne sono vittime del fascino e della crudeltà di Yuddy, derivante dal suo senso di vuotezza interiore.
L’amore, in questo contesto, diventa un bisogno che scaturisce da varie motivazioni, come l’abbandono, il desiderio di sentirsi amati o la ricerca di qualcosa di più profondo.
Hong Kong Express: scadenze su intrecciati e fugaci destini
Nell’era contemporanea, dominata da un’inarrestabile frenesia consumistica, sentiamo l’urgenza di afferrare tutto in tempo, perché il tempo scorre inesorabile. Nei film di Wong Kar-wai vediamo il tempo come un protagonista a sé stante, che può diventare un nemico. Gli istanti sono fugaci e carichi di emozione, ma tanto, troppo effimeri.
In Hong Kong Express (1994) questo tema è particolarmente evidente. La struttura narrativa si divide in due storie parallele che, pur non intrecciandosi direttamente, condividono temi comuni. La frammentazione della narrazione riflette la complessità della vita urbana. L’ufficiale di polizia 223 e l’ufficiale di polizia 663 sono entrambi alle prese con relazioni fallite e il senso di vuoto che ne deriva.
Nella prima storia, seguiamo un poliziotto solitario che cerca di superare la rottura con la sua fidanzata. La sua ossessione per le scadenze delle lattine di ananas diventa una potente metafora della transitorietà delle relazioni e del tempo stesso, trovando nella criminale seducente una vaga sensazione di riscoperta, destinata però anch’essa a scadere.
Nella seconda storia, un altro poliziotto intreccia una relazione con una cameriera che sogna di volare via. Diventerà un’ossessione in grado di stravolgere qualunque routine. La cinepresa cattura questi istanti con un tocco leggero e poetico, rendendo ogni scena una sorta di danza tra presente e passato.
Brani musicali come “California Dreamin‘” dei The Mamas & The Papas non solo fissano il periodo storico, ma vogliono essere profondamente evocativi.
Fallen Angels: anime alla deriva in cerca di legami
In Fallen Angels (1995) ci viene presentata una città oscura e sporca e, in particolare, la sua dimensione notturna. L’urbanità criptica e complessa diventa essa stessa un personaggio, labirinto di luci al neon e strade deserte, un contesto in cui tutti sembrano perdersi e alienarsi dal resto del mondo. La criminalità si manifesta attraverso scene d’azione coreografate magistralmente, con movimenti di camera ravvicinati e angolari che, seppur frenetici, aumentano il realismo delle sequenze.
Wong Chi-Ming, killer professionista che esegue i suoi incarichi con precisione e distacco, si lega alla sua agente innamorata di lui. He Zhiwu è un giovane muto che vive di espedienti, intrufolandosi nei negozi chiusi di notte per vendere i loro prodotti come se fossero suoi. La sua storia è caratterizzata da una serie di incontri casuali e brevi relazioni.
Un tema ricorrente è l’incomunicabilità tra le persone nonostante cerchino costantemente di stabilire un legame o trovare qualcosa con cui connettersi, anche se il destino o le paure possono erigere barriere tra loro.
Happy Together: insieme e tremendamente soli
Happy Together è la storia di una tormentata relazione amorosa tra due uomini, Lai Yiu-fai e Ho Po-wing, che decidono di lasciare Hong Kong per trasferirsi a Buenos Aires, con il sogno di vedere le immense cascate di Iguazu. Il film esplora il contesto culturale e sociale dell’omosessualità. Non un tentativo di essere politicamente corretto né una pellicola in scia.
È, piuttosto, una storia d’amore autentica che trascende il genere e le categorie. Wong Kar-wai mostra sia la bellezza di un sentimento genuino e naturale, sia i conflitti dovuti a differenze profonde. Il regista cinese mette in evidenza in modo ambivalente con colori accesi e momenti movimentati (alternando il bianco e il nero per accentuare la claustrofobia di fondo) un rapporto conflittuale.
Quando finalmente raggiungono l’Argentina insieme, Lai e Ho sperimentano un senso di isolamento culturale e personale. La distanza geografica dalla loro terra natale accresce quel dolore silenzioso e terribile che si portano dietro.
Buenos Aires diventa una metafora di questo stato di estraneità, un luogo dove cercano di ricominciare ma finiscono per perdersi ulteriormente. Un amore cosi tormentato e caotico alla base della paradigmatica poetica del Wong Kar-wai autore.
Il cofanetto da collezione
Grazie a Tucker Film e alla campagna di crowfunding START UP! di CG Entertainment partita il 18 aprile 2023, tutti questi capolavori di Wong Kar-wai, insieme all’opera d’esordio As tears go by, sono stati inclusi in un cofanetto limited edition 6 blu-ray in 1.000 copie numerate con card da collezione ed extra esclusivi, dal titolo Una questione di stile – Il cinema di Wong Kar-wai in versione restaurata. Tutti i dettagli su CGtv.it