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La sciabola dei Rangers

In un futuro nel quale gli uomini sono riusciti a migrare in un altro pianeta e viaggiano quasi quotidianamente con astronavi ipertecnologiche ed equipaggiamenti ultrasofisticati, appare significativa l’assenza di armi da fuoco o laser nel loro arsenale. I Rangers presenti nel film After Earth (M. Night Shyamalan, 2013) – che costituiscono l’élite di soldati preposti all’ordine e alla lotta contro terribili creature aliene chiamate Ursa – utilizzano invece la sciabola.

La sciabola, un prodigio della tecnica

Essa ha la forma di un bussolotto alle cui estremità spuntano delle lame affilate, retrattili a seconda del comando imposto. Detto così, ci si potrebbe immaginare una comune arma di primitiva concezione, tuttavia si è al cospetto di un prodigio della tecnica. La sciabola prevede 24 configurazioni diverse, che coincidono con altrettante differenti tipologie di lama dalla funzione distinta.

Si può considerare il prolungamento del Ranger e la sua evoluzione è commisurata direttamente alla saggezza del proprietario e alla conseguente abilità nell’usarla.

Il viaggio di Kitai

Nella pellicola il giovane Kitai deve compiere un viaggio pericoloso e impervio in una natura ostile fra creature minacciose. Per difendersi si serve della sciabola del padre Cypher, che impara a usare prima di passare a una seconda arma maggiormente configurata e letale. L’unico modo per il ragazzo di contrastare e vincere l’Ursa nell’avvincente scontro risolutivo.

Samuele Pasquino

Classe 1981, mi sono laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Torino. Giornalista dal 2012, ho studiato storia del cinema specializzandomi nell'analisi di pellicole di tutti i generi dalla nascita della Settima Arte a oggi. Tenendo ben presente il concetto di lettura non come intrattenimento bensì come formazione, mi occupo da anni anche di turismo e realizzo reportage di viaggio. Estremamente sensibile alla tematica enogastronomica, tratto la materia con un'attenzione specifica verso la filiera di qualità fra tradizione e innovazione. Per me il giornalismo non è solo una professione, è una missione!
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