- Cinefocus, Monologhi e Dialoghi

La vostra generazione si è mangiata tutto!

Scritto da Mattia Torre e diretto da Giuseppe Bonito, Figli è un film che racconta un tema perennemente attuale poiché a fondamento della società intesa come entità complessa, intreccio di conflittualità e genetica dei rapporti parentali. La decisione di mettere al mondo un figlio non è sempre consapevole e, quando lo è, affiora nel punto mediano del segmento che unisce istinto materno e ragione. Su questa linea scorre una lunga sequela di considerazioni, valutazioni e stime scaturita dal raziocinio genitoriale.

Nella spontaneità delle elucubrazioni a due, emerge inevitabilmente la convinzione che vi sarà il sostegno puntuale e indefesso dei nonni. Per alcuni nuclei familiari essi rappresentano il salvagente in caso di situazioni critiche, per altri un accompagnamento nelle fasi della crescita del bimbo/a, per altri ancora un appoggio logistico ma prima di tutto affettivo e consolatorio.

Ma cosa succede quando i novelli papà e mamma partono con l’idea di approfittarsi dei vecchi coniugi? Esistono tantissime coppie che non intendono rinunciare alla vecchia vita né mettere da parte nulla in favore del pargolo. Un egoismo che fa rima con opportunismo in un contesto in cui i nonni divengono loro malgrado “genitori di scorta”, sempre pronti a scattare facendosi carico delle responsabilità che toccherebbero lecitamente e per legge naturale alla prole procreatrice.

La libertà in pensione: ora arrangiatevi

Peccato però che, sovente, non si tiene da conto un aspetto fondamentale: la volontà dei nonni di tenersi ben stretta una libertà acquisita dopo tanti anni di accudimento dei figli diventati genitori. Come dire, “il nostro lo abbiamo fatto, ora arrangiatevi!”

La pensione rappresenta un sospirato traguardo dopo molteplici sacrifici, un upgrade che apre le porte a rinnovate possibilità, vacanze improvvisate, coccole, momenti svincolati da obblighi di ora e calendario. Insomma, i cari vecchi vanno in pensione non soltanto dal lavoro ma soprattutto dagli oneri imposti dalla famiglia. I nipoti vanno goduti, non educati né sostentati: quello spetta a mamy e papy.

Potrebbe sembrare assai cinico il “due di picche” servito, ma trattasi di qualcosa che forma e rende ancor più maturi. Eppure, in taluni casi, la richiesta di aiuto dei neogenitori si rivela sincera, tanto che il ricorso ai nonni si trasforma in una vitale necessità. Se il “due di picche” dei senili signori persiste, la lecita rivendicazione di libertà muta allora in menefreghismo.

Figli: lo scontro generazionale

Nicola (Valerio Mastandrea) e Sara (Paola Cortellesi) si ritrovano a crescere Pietro, il secondogenito, nel pieno di una crisi economica e sociale che ha investito un’Italia impoverita dall’euro, dal caro prezzi, dalla disoccupazione e dallo svilimento culturale inferto da internet, cellulari e intrattenimento social.

Una condizione a dir poco drammatica che, secondo la neomamma, è causa dello stile di vita della generazione cui appartiene la madre Angela (Betty Pedrazzi), incolpata di aver munto vacche grasse per anni, togliendo latte alla nuova generazione costretta a sbarcare il lunario in un clima di politica dissestata, nazione allo sbando e misere briciole da raccogliere sotto le tavole dei passati, lauti banchetti.

Il violento monologo accusatorio di Sara – animato da inaudito livore e note di evidente esasperazione – trova l’altrettanto violenta ma meditata replica della madre, capace di riassumere un quadro in bilico fra il crudamente realistico e il volutamente minaccioso, stroncando ogni sorta di vittimismo giovanile. Ai sociologi la facoltà di stabilire chi abbia veramente ragione e chi torto.

Sara:Senti, noi così non ce la facciamo, lo capisci?

Angela:Ti devo dare un bell’articolo che ho letto sullo stress dei nonni a cui i figli appioppano i nipoti… Molto interessante. Ma perché sei così arrabbiata?

Sara:Perché la vostra generazione si è mangiata tutto! Siete nati nel dopoguerra, avete vissuto la vostra infanzia in una rete familiare ampia e generosa, vi siete goduti il boom economico, avete accumulato, sprecato negli anni ’80 e ’90 pensando che quel benessere sarebbe durato per sempre. Non avete pensato alle generazioni successive e continuate a non farlo, mamma! Oggi con i soldi della pensione – di cui sarete gli ultimi a beneficiare – vi godete la vita nelle prime e seconde case di proprietà, fate progetti di vacanze, investite in obbligazioni, fate mutui a vent’anni, check-up impeccabili, vi divertite sui social e, soprattutto, credete nel futuro che sarete gli ultimi ad avere perché non morite neanche più!

Qualche secondo di silenzio…

Angela:Voi dovete capire bene una cosa una volta per tutte. Noi anziani siamo una forza, silenziosa e tranquilla, ma se ci incazziamo sono dolori… perché siamo di più, siamo tantissimi. Ogni 100 giovani ci sono 165 anziani e questo significa maggioranza assoluta, e cioé virtualmente Camera, Senato e Governo della Repubblica. Abbiamo la tv perché condizioniamo palinsesti e linee editoriali – Sanremo è fatto per noi – e anche la grande fiction nazional-popolare. Gli inserzionisti pubblicitari intorno a cui ruota il mondo hanno noi come chiodo fisso. Le case di proprietà e i libretti di risparmio su cui regge l’intera economia del nostro Paese e senza i quali noi chiudevamo, come la Grecia, sono in mano nostra. Il teatro tiene grazie a noi e anche quello che resta del cinema. E con il nodo pensioni teniamo in scacco l’intera economia nazionale. Ci manca solo un poco di consapevolezza e coesione e saremmo finalmente pronti a fare il culo a tutti!

Guarda la scena

ADV AMAZON  Generazioni. Chi siamo, che cosa vogliamo, come possiamo dialogare

Samuele Pasquino

Classe 1981, mi sono laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Torino. Giornalista dal 2012, ho studiato storia del cinema specializzandomi nell'analisi di pellicole di tutti i generi dalla nascita della Settima Arte a oggi. Tenendo ben presente il concetto di lettura non come intrattenimento bensì come formazione, mi occupo da anni anche di turismo e realizzo reportage di viaggio. Estremamente sensibile alla tematica enogastronomica, tratto la materia con un'attenzione specifica verso la filiera di qualità fra tradizione e innovazione. Per me il giornalismo non è solo una professione, è una missione!
Leggi tutti gli articoli di Samuele Pasquino

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *