- Cinefocus, Monologhi e Dialoghi

Le espressioni meravigliosamente volgari ed efficaci del sergente Gunny Highway

Stai attento a quello che cerchi… potresti trovarlo!

Il Gunny Highway del severo Clint Eastwood è un reduce di Corea e Vietnam, che cerca di tornare in servizio dopo aggressioni e un arresto per ubriachezza molesta. Prossimo ormai alla pensione, gli viene assegnato un plotone di reclute totalmente allo sbando. Quale migliore occasione per dar vita a un rigidissimo addestramento volto a trasformare un gruppo di scapestrati in uomini duri ed eroici, veri marines esploratori?

Qui è la mia volontà contro la vostra, e voi avete già perso!

Un inflessibile sergente istruttore

Highway è un sergente istruttore che non perdona. La sua caparbietà di patriota è resa in modo efficace dall’utilizzo di una grande quantità di esclamazioni volutamente volgari ed esagerate, che riescono però a rimanere impresse nello spettatore poiché funzionali allo scopo, perfettamente in linea con il volto solido e inflessibile del grande Eastwood.

Memorabile la scena in prigione in cui racconta delle esperienze durante la guerra, esordendo così:

Andavo a puttane da quando Cristo era ancora a capotavola!

E all’attaccabrighe di turno riserva un monito molto colorito:

Io sono cattivo, incazzato e stanco. Sono uno che mangia filo spinato, piscia napalm, e riesce a mettere una palla in culo a una pulce a duecento metri. Per cui, va’ a rompere il cazzo a qualcun altro.

Gunny si presenta al plotone esploratori

Il primo incontro con le svogliate e riluttanti reclute avviene nella schiettezza più assoluta, senza peli sulla lingua, tolleranza zero:

Io sono il sergente Gunny Highway, e ho bevuto più birra, pisciato più sangue, chiavato più mignotte e dato più cazzotti di tutti quanti voi frocetti messi assieme!

È per lines come queste che il film è memorabile e si imprime nel genere dei war movies con un tono ironico e a dir poco sboccato. Contemporaneamente, non manca di affondare le basi nel terreno serio del conflitto e, più avanti, dei sentimenti che rendono anche il più cinico sergente un cuore tenero, sebbene molto in profondità.

Nel caso di Gunny, risulta praticamente impossibile per lo spettatore non simpatizzare con un personaggio del suo calibro.

Se si pensa a una pellicola militare condita da battute al napalm ed espressioni “libere”. non si può che avere in mente il furioso sergente Hartman di Full Metal Jacket, che però arriverà sul grande schermo un anno più tardi, nel 1987. Gunny gli somiglia molto, risultando tuttavia meno petulante e più pragmatico del collega pronto a umiliare nella maniera peggiore il soldato Palla di Lardo.

Highway si “limita” a spronare i suoi all’alba, tirandoli giù dalla branda e seguendoli persino in bagno:

Dobbiamo essere svelti, silenziosi e micidiali. Una sola sgrullata d’uccello, signorine, la seconda costituisce masturbazione. E noi non siamo dei segaioli.

Gli scontri verbali con Luke Webster

La prontezza verbale del sergente è palese negli scontri con Luke Webster, il vice dell’arrogante e presuntuoso maggiore Powers. In questo caso i colpi bassi arrivano come pugnalate rapide e inflessibili, che non lasciano spazio a ulteriori repliche zittendo l’interlocutore:

Webster:Avevo sentito che eri tornato. I tuoi mongoloidi non espugnano neanche un cagatore…

Gunny:È là che ti hanno alloggiato, al cesso!

W:Io e il maggiore Powers stiamo creando un corpo scelto di combattenti.

G:L’unica cosa che sei capace di creare è un attacco di emorroidi.

Durante un’esercitazione, l’apoteosi:

W:Powers ti insegnerà a ottenere la disciplina.

G:Webster, se Powers si ferma all’improvviso la tua lingua gli finisce un metro su per il culo!

Il cinema, in fin dei conti, riesce a fare anche questo: entrare nell’immaginario collettivo persino per battute o frasi che diventano cult e ci si imprimono dentro, spesso grazie alle sole figure attoriali, creando continui riferimenti nella nostra vita quotidiana.

Ilaria Becattini

Nata a Velletri, nel cuore dei castelli romani. Classe 1996. Già in tenera età il cinema mi teneva incollata allo schermo e ho deciso di voler capire, da grande, come funzionassero i magici ingranaggi della Settima Arte. Mi sono laureata al Dams di Roma Tre nel 2020 con una tesi sull'importanza del colore come veicolo di trasmissione delle emozioni. Sono oltremodo curiosa, amo alla follia i backstage, i retroscena e i particolari delle storie dietro la nascita dei film. Il mio mantra? "Good films make your life better".
Leggi tutti gli articoli di Ilaria Becattini

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *