Locandina o manifesto? Molto più spesso di quanto si creda, si tende a fare confusione fra i due termini, semplicemente perché non risulta affatto chiara la differenza fra i due esemplari, traslati dal mondo passato dei cartacei all’era delle copie digitali. Il cinema si è evoluto e con esso l’intero indotto riferito alla promozione, al marketing e al merchandising delle produzioni cinematografiche.
Addirittura, molti non sono a conoscenza dell’esistenza della fotobusta, specialmente le nuove generazioni nate sotto il segno degli screenshot, degli split screen e dei concept che hanno in qualche modo contribuito purtroppo a spersonalizzare l’arte pura in favore della grafica digitale, priva di quelle imperfezioni che rendeva l’opera unica, originale, autoriale.
L’intervista
Riaggrappandoci a un effluvio di doverosa nostalgia, abbiamo condotto un’intervista con la signora Francesca Delizia, titolare del più fornito store di materiale cinematografico di Torino, una vera wunderkammer della Settima Arte che condensa tutta la passione del collezionista. Per farti un’idea, leggi l’articolo su Cinefolies, il negozio del cinema.
Francesca, lei ha un’esperienza pluriennale nel settore della vendita di materiale cinematografico. Precisamente da quanto?
Si può dire da tutta la vita. Già mia nonna collezionava materiale cinematografico e io son cresciuta apprezzando sempre più questo mondo. Ho iniziato la mia attività nel 2005 dopo aver lavorato alcuni anni, sempre seguendo il reparto cinematografico, presso la Little Nemo di Sergio Pignatone che è mio zio.
Abbiamo rotto il ghiaccio, ora entriamo nel vivo dell’intervista. In tanti fanno confusione utilizzando termini che contraddistinguono l’indotto relativo alla Settima Arte. Per esempio, può spiegarci la differenza fra poster e locandina e tra manifesto e fotobusta?
La differenza sta nei formati. Ai cinema veniva fornito un set di affissi di vari formati: La locandina misura cm 33×70 ed è un tipico formato italiano (all’estero misura circa cm 35×55) ed è uno dei formati più collezionati. Di particolare interesse sono quelle più datate in quanto realizzate con disegni ad opera di grandi cartellonisti come Ballester, Casaro, Capitani, Martinati, Symeoni, Brini, Cesselon e molti altri, così come i manifesti di formato più grande.
Le fotobuste sono affissi raffiguranti scene tratte dal film, di solito venivano esposte all’interno dei cinematografi in modo da “far conoscere” la pellicola tramite i fotogrammi. Sino alla prima metà degli anni ’50 il formato era cm 50×35, negli anni ’30 erano cartonate; dalla seconda metà degli anni ’50 e con l’avvento del cinemascope, il formato diventa più grande e misura cm 50×70. Al giorno d’oggi, purtroppo, non vengono sempre realizzate, misurano circa cm 40×60.
I manifesti hanno diverse misure e di solito erano disegnati come le locandine. In alcuni casi avevano anche delle varianti. I formati dei manifesti sono:
- Manifesto 1 foglio cm 70×100
- Manifesto 2 fogli cm 100×140
- Manifesti 4 fogli cm 140×200
- Ci sono poi i manifesti “stradali” di grandi e grandissime dimensioni come il 6 fogli che misura cm 300×140, e il 24 fogli cm 600×240 (12 manifesti da unire)
Oggi tutto il merchandising grafico passa dal digitale, ma un tempo moltissime locandine si disegnavano ed erano arte pura. Quanto sono cambiate le tecniche di realizzazione?
Tantissimo. Una volta la locandina o il manifesto erano il mezzo principale per pubblicizzare un film quindi venivano realizzati dei veri capolavori di grafica. Come menzionato prima, in Italia abbiamo avuto i “cartellonisti” che erano veri e propri artisti e che sono tutt’oggi molto apprezzati e collezionati anche all’estero.
Al giorno d’oggi, mi spiace dirlo, tranne alcune eccezioni, le locandine sono di minor impatto visivo e realizzate in digitale senza quel “tocco” che le rendeva oggetti non solo da esposizione cinematografica ma anche da arredamento.
Cinefolies è rimasto probabilmente l’unico store di collezionismo di materiale cinematografico a Torino. Qual è oggi la risposta dei clienti?
Direi buona. Nonostante gli ultimi due anni siano stati difficili a causa del Covid, ho avuto comunque un riscontro positivo. Certo la concorrenza su internet crea alcuni problemi perché molti che trattano il mio genere lo fanno “da privati” svalutando i pezzi o dando informazioni sbagliate.
Al momento quanti esemplari fra locandine, poster, manifesti, fotobuste, cartoline e riviste vintage possiede?
Hahahah saperlo! Direi decine di migliaia, un lavoro d’archiviazione praticamente infinito.
Siamo curiosi di sapere se è particolarmente affezionata a uno o più dei suoi pezzi.
Ho una mia collezione privata del tutto eterogenea, magari perché mi piace il film – ho il manifesto 4 fogli originale di Guerre Stellari – oppure perché ne apprezzo la grafica (uno dei miei disegnatori preferiti è Symeoni) o magari perché mi è “simpatico” il titolo.
Se dovesse consigliare un acquisto nel suo negozio?
Sicuramente consiglierei di acquistare materiale originale e non le riproduzioni, anche se si spende qualche soldino in più si entra in possesso di un “pezzo di storia”. Poi va a gusti personali così come per la visione dei film.
Cinefolies è anche online ed è attivo un e-commerce finalizzato alla vendita in tutta Italia. Quale tipologia di articoli viene prevalentemente richiesta?
Attualmente soprattutto gli affissi, perché più conosciuti e più d’impatto visivo; sul sito ci sono più di 10.000 titoli.
In conclusione, cosa pensa riguardo all’ascesa dello streaming in tempo di Covid e alla pigrizia di molti nel recarsi al cinema ora che è possibile?
Ritengo che se uno è appassionato della Settima Arte, la visione in una sala cinematografica sia imprescindibile, però lo streaming da casa può essere un’occasione per rivedere o scoprire vecchie pellicole che ormai non vengono più proiettate se non molto raramente nei cinema d’essai.