Non è un romanzo storico, né un fantasy, tantomeno un thriller o uno sci-fi. Minerva Invicta incarna invece il carattere poliglotta dell’ucronìa. Il termine, di esplicita derivazione greca, sta a significare letteralmente “nessun tempo” – da οὐ = “non” e χρόνος = “tempo” – inserendosi nel genere della fantastoria, o meglio una storia alternativa.
In verità si tratta di ben più di una inventio: una chiave di lettura che analizza, teorizza e codifica un diverso corso della storia degli uomini, ponendo un “se” che arriva a mescolare con fascino e intrigo utopia e distopia.
Tutti ci interroghiamo su quale sarebbe stato lo scenario attuale se la Germania nazista avesse vinto la guerra (rimando al romanzo The Man in the High Castle di Philip K. Dick, da cui è stata tratta l’omonima serie televisiva) o, procedendo ancora più a ritroso, se Leonida e i 300 spartani non avessero arginato con una formidabile difesa l’avanzata dell’orda persiana di Serse. Non lo sapremo mai, questo è certo.
Logica deduttiva e indagine geo-storico-politica
Nulla vieta, ogni modo, un esercizio logico-deduttivo trasfigurato in tangibile indagine geo-storico-politica, magari in grado di scomodare persino un pantheon divino, una mitologia antica potenzialmente legata per origini e retaggio allo spazio profondo. Massimiliano Turra lo ha fatto, mosso da una sorta di istinto letterario mutuato da un’illuminazione cristallizzatasi in intuizione, parola molto cara all’autore.
Minerva Invicta nasce dalla volontà di interpretare segni e simboli insediatisi silenziosamente nella contemporaneità a partire da un’influenza potente e misteriosa, quella della dea Minerva, l’Atena ellenica.
Da informazioni apparentemente casuali alla definizione di un disegno ampio e complesso: il saggio ucronico in questione acquisisce tutti i valori del viaggio non convenzionale, sprezzante della comune linea retta e più avvezzo a larghe curve che spiralizzano fino a determinare un punto fermo nella pindarica discorsività narrativa.
Un’interlocuzione fra onirismo e visione
Quanto scritto e riportato nell’interessantissimo libro di Turra ci induce a pensare (anche se allo stato attuale la cosa sarebbe possibile unicamente sul piano onirico) a una rivelatoria interlocuzione fra il novello scrittore e Minerva in persona. Più che un sogno, è appropriato parlare di ipotetica visione in equilibrio fra passato, presente e futuro.
Le teorie paleoastronautiche di Biglino e il metodo del “facciamo finta che”
In questa scrittura giovane quanto pigmentata da stranezze non poi così implausibili, le cosiddette “intuizioni” prendono il largo e si avventurano nell’alveo di un concetto così recitante:
“Credo che sia più importante definire dove stiamo andando, piuttosto che da dove siamo venuti.”
Chi ha letto Origin di Dan Brown potrà facilmente accostare la locuzione di stampo pseudo-pionieristico al personaggio del futurologo Edmond Kirch, ma in tal caso è Mauro Biglino il più concreto riferimento dell’autore che, al pari del suo occasionale mentore, applica il metodo del “facciamo finta che”.
Già dal primo capitolo appare chiara l’interconnessione fra Minerva Invicta e le teorie paleoastronautiche di Biglino relazionate alla presenza terrestre degli Elohim, né dei né uomini ma al contempo entrambi, esseri difficilmente collocabili nel tempo e nello spazio ma influenti al massimo livello.
L’apertura mentale senza preconcetti sta alla base di una progressione letteraria draconiana, il cui incedere rispetta il ritmo processuale dell’analisi correlata al confronto continuo, nell’ottica di un’evoluzione applicata ai più svariati comparti, dall’architettura all’arte, dalla storia alla società, dalla politica alla tecnologia.
I tre enunciati
La disamina della figura di Minerva – la divinità dalle molteplici arti descritta da Ovidio ne I Fasti, III come “Mille dea est operum” – si snoda in ottemperanza a tre precisi enunciati, le colonne portanti della struttura bibliografica in oggetto:
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Minerva ha contribuito e contribuisce ancora alla crescita di popoli e nazioni
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Entro 20 anni l’Occidente si riconoscerà sotto gli Stati Uniti Occidentali
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Minerva difende anche l’area oltre i confini terrestri
Con riverenza e in punta di piedi, Turra rievoca brevemente teorie e osservazioni del grande Stephen Hawking, prima di abbandonare le stelle in virtù di una nuova immersione nel magmatico costrutto del mondo.
Assolutamente appassionante e appassionato il parallelismo curioso che si instaura fra il viatico dell’Impero Romano d’Occidente e il percorso di gestazione e nascita degli Stati Uniti d’America.
In barba a qualunque certezza geometrica, l’autore riesce a far sì che due rette appunto parallele – la storia dell’antica Roma e i primi passi dell’America (ri)civilizzata – si incontrino, quasi se a un certo punto curvassero l’una a cercare l’altra, piegate da una forza metafisica e sovrannaturale capace di cambiare le leggi in essere ripostulando ordini nuovi.
La premessa è sempre quella del “facciamo finta che”, ripetuto più e più volte onde evitare di allarmare qualche istituto di correzione mentale. Niente paura, non vi è follia in tutto ciò bensì, come detto, la volontà di spingersi oltre, intuire, capire e teorizzare sfruttando le arie fatue dell’immaginazione letteraria tout court.
Dal Campidoglio di Washington alla Statua della Libertà
Eppure in Minerva Invicta non manca il fine acume della ragione nell’affrontare indizi, similitudini, analogie, producendo gallerie che attraversano montagne, creste titaniche come ad esempio la Massoneria, argomento assai scottante, molto spesso frainteso e travisato dall’opinione pubblica.
Puntuali i fili rossi che legano il mito di Minerva e la sua civetta al Campidoglio di Washington, alla riproduzione del Partenone a Nashville e, soprattutto, alla Statua della Libertà che si ispirerebbe alla Madonna cristiana.
Turra sfida gli inverosimili enigmi chiamando in causa il Calculus Minervae e la celebre Stele di Rosetta rinvenuta a Sais, elaborando infine un’improvvisa vampata in bilico tra panspermia e universi alieni, regolata da una fantascientifica teoria sul Covid-19.
Minerva Invicta è un libro di corposa edibilità intellettuale, scritto con l’intelligenza del narratore che non si accontenta semplicemente di raccontare, preferendo indurre all’ideale copulazione diversi strati di conoscenza. Cosa evinciamo dall’invenzione? Incredibilmente, una straordinaria verosimiglianza.
Dove acquistare il libro Minerva Invicta
Il libro Minerva Invicta, pubblicato il 16 marzo 2021, è acquistabile sul sito ufficiale Minervainvicta.it o su Amazon in formato digitale Kindle e cartaceo.