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Nostromo: capacità e caratteristiche dell’astronave cargo di Alien

Tra le più iconiche e rappresentative astronavi mai apparse sul grande schermo sci-fi figura indubbiamente la Nostromo, creata dal disegnatore Ron Cobb (migliorando la primigenia idea progettuale di Chris Foss) e messa in scena da Ridley Scott nel leggendario, monumentale Alien (1979), pietra miliare del cinema mondiale.

Costruito dalla potentissima Weyland-Yutani Corporation, il complesso mezzo di trasporto intergalattico conduce i dipendenti della compagnia sui vari pianeti (e satelliti) dello spazio per estrarre prezioso materiale minerario grezzo. Quest’ultimo va incontro a un laborioso processo di lavorazione che si svolge durante il viaggio di ritorno verso la Terra e all’interno di una piattaforma-raffineria trainata dalla Nostromo, la Tesotek 2100-B della Cygnus.

Caratteristiche della Nostromo

Si tratta di un rimorchiatore commerciale adibito a coprire la distanza A/R fra il Sistema Solare e il sistema 20 Reticuli.

Il nome (che è andato a sostituire il precedente, Leviathan, attribuito nelle iniziali fasi preparatorie del film) vuol essere nel contesto metacinematografico un omaggio al romanzo di Joseph Conrad intitolato Nostromo – A Tale of the Seaboard, mentre nella realtà narrata si fa riferimento al ruolo ricoperto dal più esperto dei sottufficiali presenti a bordo di una nave mercantile o da guerra.

La sua designazione di missione reca il codice USCSS 180286. L’astronave di classe M, dalle altissime prestazioni tecnico-dinamiche, ha una massa di 63.000 tonnellate e monta due propulsori interstellari subluce Rolls Royce N66 Cyclone (in sostituzione agli originali Saturn J-3000) in grado di garantire – sviluppando una potenza cadauno di 65.830 kN (tot. 131.660 kN) – una spinta motrice sufficiente al traino di 14.460.000 di tonnellate, ovvero l’equivalente della piattaforma di raffinazione lunga 3 km e larga 2 (la Nostromo invece misura “solamente” 250 m di lunghezza) la cui capienza massima assicura il processo di 20.000.000 di t di minerale grezzo.

I motori hyperdrive Yutani T7A NLS a tachioni in parallelo permettono di raggiungere una velocità 4 volte superiore a quella della luce, vale a dire 0.42 anni luce per giorno siderale (153 cee), ridotta a 0.12 anni luce per giorno siderale (45 cee) in caso di rimorchio di grossi quantitativi di minerale.

Dalle indicazioni piuttosto precise fornite da Ron Cobb, si apprende che il mezzo risulta essere la versione modificata della nave da trasporto Lockmart CM-88 Bison. La compagnia ha poi inteso aumentare le performances di spinta, così da poter contare su carichi maggiori accumulati in meno viaggi, massimizzando i guadagni.

Il sistema di energia è supportato da un reattore a fusione Laratel WF-15 da 2.8 terawatt. L’astronave in questione è capace di effettuare rientri e voli nell’atmosfera, atterrare su superfici irregolari grazie a tre carrelli ammortizzati, contrastare tempeste di piccoli meteoriti e particelle dispiegando scudi esterni.

MU-TH-UR 6000 (Mother), il computer di bordo

È la cinepresa di Scott a raccontare e descrivere visivamente la Nostromo dedicando una delle prime inquadrature alla sala dell’animazione sospesa contenente le capsule criogeniche in cui si trovano in ipersonno i 7 componenti dell’equipaggio: il capitano A. Dallas, il suo vice G.E. Kane, il terzo ufficiale Ellen Ripley, il pilota di vascello J.M. Lambert, l’ufficiale scientifico Ash, il capo-tecnico J.T. Parker e l’aiuto manutentore S.E. Brett. A onor del vero va contato anche Jones, il gatto rosso divenuto la mascotte di missione.

MU-TH-UR 6000 (pronunciato mater, in inglese mother, e cioè madre, colei che si prende cura di tutto), il computer di bordo primario (il secondario e il terziario restano inattivi salvo malfunzionamenti del principale) da 2.1 terabytes, assume il profilo di una IA Mainframe, programmata dalla Weyland-Yutani per ottemperare a istruzioni precise immagazzinate in memoria.

È Mother a captare durante la lunga sessione di autopilotaggio il falso S.O.S. proveniente dal pianeta inesplorato LV-426 (sull’orbita della stella Zeta 2 Reticuli), a deviare la rotta e risvegliare l’equipaggio obbligato a rispondere alla richiesta d’aiuto, pena la perdita dei dividendi secondo contratto stipulato con la compagnia.

Il sistema informatico opera in complicità con Ash affinché venga eseguito l’Ordine Speciale 937, che impone il prelievo dello Xenomorfo alieno e il rientro sulla Terra per lo studio delle sue caratteristiche a scopo di applicazione bellica.

La missione prevedeva in origine il seguente piano di volo:

  1. Partenza da Solomons, Sistema Solare (SOL) nel gennaio 2120
  2. Percorrenza del Balzo Esterno (Rotta commerciale SOL – Thedus) della durata di 16 mesi terrestri
  3. Arrivo a Thedus nell’aprile 2121
  4. Aggancio con la raffineria e operazioni di carico della durata di 2 mesi terrestri
  5. Partenza da Thedus nel giugno 2121
  6. Percorrenza del Balzo Esterno (Rotta Commerciale Thedus-SOL) della durata di 16 mesi terrestri
  7. Arrivo sulla Terra nell’ottobre 2122

Livelli e ambienti della Nostromo

L’infrastruttura nella sua interezza è progettata con un’impostazione a 6-10-4. Significa che comprende due antenne a iperstato da 10 e 4 metri per le comunicazioni interstellari, coadiuvate da apparecchiature di collegamento radio/audio a corto raggio in bande UHF/VHF/HF.

Entro 1.1 milioni di metri cubi di volume, la Nostromo si suddivide in tre livelli, ossia tre ponti pressurizzati che includono ponte di comando, alloggi, area mensa, laboratorio scientifico, sala di controllo del computer di bordo, centro medico, quattro aree di immagazzinamento principali, aree merci e postazioni di ingegneria. Da sommare il labirinto di condotti di aerazione e l’impianto di riciclaggio dell’aria.

Narciso, la navetta di salvataggio

La Nostromo contempla una navetta di salvataggio, il Narciso (altro nome ispirato a un’opera di Conrad, Il negro del “Narciso”, storia di un marinaio di colore che porta con sé la morte a bordo della sua nave), pensata per l’abbandono immediato del vascello da carico in caso di emergenza.

Questa scialuppa spaziale, ottenuta modificando uno shuttle a intra-sistema Lockmart Starcub di massa 48 t, ha un’unica cabina di 108 metri cubi, tre postazioni di comando e due capsule criostatiche. È alimentata da un reattore a microfusione da 9 gW e spinta da due propulsori a razzo Newington A-24. Autonomia massima con un pieno di combustibile: 13 parsec. Nel film, Ripley se ne avvale dopo aver innescato l’autodistruzione nucleare.

Da stupefacente esempio di tecnologia di viaggio, vediamo la Nostromo trasformarsi all’improvviso in una grossa trappola mortale nel bel mezzo dello spazio profondo, laddove – come recita la tagline di Aliennessuno può sentirti urlare!

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Samuele Pasquino

Classe 1981, mi sono laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Torino. Giornalista dal 2012, ho studiato storia del cinema specializzandomi nell'analisi di pellicole di tutti i generi dalla nascita della Settima Arte a oggi. Tenendo ben presente il concetto di lettura non come intrattenimento bensì come formazione, mi occupo da anni anche di turismo e realizzo reportage di viaggio. Estremamente sensibile alla tematica enogastronomica, tratto la materia con un'attenzione specifica verso la filiera di qualità fra tradizione e innovazione. Per me il giornalismo non è solo una professione, è una missione!
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