La scena sicuramente più commovente e romantica del film 300 di Zach Snyder è quella che vede insieme Leonida e la regina Gorgo per l’ultima volta. Il re sta partendo per le Termopili, dove troverà la morte.
Un fiero addio fra le spighe di grano
In mezzo ai campi di grano, fra le spighe baciate dal Sole del mattino, avviene la consegna dello scudo e dell’elmo da parte della moglie. Il re guarda negli occhi il figlio che non vedrà più, lo invade una profonda tristezza che deve nascondere, non serve mostrarla, non può.
Lo sguardo tra i due consorti è ancor più emozionante, si tratta di un addio, il più doloroso, il più lacerante. Leonida non proferisce parola, volta le spalle alla moglie che lo richiama a sè per regalargli una collana e ricordargli di tornare con il suo scudo al braccio, oppure su di esso.
Vale la pena spiegare che al tempo dell’antica Grecia si usava dire al soldato di tornare da una battaglia con il suo scudo, cioè vivo e ancora in piedi, oppure sul suo scudo, cioè senza più vita, portato dai suoi compagni in spalla fino a casa. Il primissimo piano di Leonida mira a indagarne il volto, tentando di carpire i sentimenti imperanti in quel tragico momento, tra quei tratti rudi e decisi.
Il dovere e l’onore di un re spartano
Il sovrano si allontana per raggiungere i propri soldati già in marcia, non saluta nemmeno la moglie che si aspettava anche solo un bacio d’addio. Tuttavia ella conosce il marito e il suo immenso senso del dovere e dell’onore, sa che uno spartano deve sempre dimostrare la sua forza e mai lasciarsi andare.
Tale cultura è ulteriormente enfatizzata dalla voce fuori campo, la quale spiega alla fine lo svolgimento della scena, sulle note di una musica epica di grande intensità.