Nel film Blade Runner, diretto nel 1982 da Ridley Scott, il personaggio più affascinante e controverso risulta essere sicuramente Roy Batty. Roy è un replicante di tipo Nexus 6, creato dalla Tyrell Corporation per lavorare nelle colonie extramondo come schiavo.
Evoluzione e coscienza di sè
Si tratta di un androide molto sofisticato, superiore all’uomo per intelligenza, forza e agilità, del tutto simile all’essere umano come aspetto ma apparentemente incapace di provare emozioni proprie.
I suoi creatori, temendo un’evoluzione riguardo a sentimenti e l’acquisizione della coscienza di sè, lo hanno dotato di un dispositivo che ne limita la durata di vita a soli 4 anni, così come tutti gli altri androidi.
Insieme a Lion, Pris e Zora, Roy fugge dalle colonie extramondo e arriva a Los Angeles, cercando di introdursi alla Tyrell Corporation per rimuovere il dispositivo e garantirsi una vita lunga. Si dovrà scontrare con Richard Deckard, un Blade Runner incaricato di ritirare ogni androide clandestino presente sul pianeta.
L’ammirazione per l’uomo
Roy non esita a uccidere per raggiungere il suo scopo, dimostrando freddezza e determinazione. Ha la meglio sul suo avversario, tuttavia anziché lasciarlo cadere da un tetto lo salva inaspettatamente, suscitando lo stupore di Deckard.
Il replicante muore poco dopo – non prima però di aver declamato un meraviglioso monologo sulla propria breve esistenza – andando incontro a un destino scritto che ne ha però rivelato la vera natura, quella di un essere diverso che ha dichiarato la sua ammirazione per l’uomo e per la sua vita.