“Come osi voltare le spalle a me, schiavo!? Ti toglierai l’elmo, e mi dirai il tuo nome!”
Come dimenticare la risposta del gladiatore dagli occhi di ghiaccio, che si volta e dice:
“Mi chiamo Massimo Decimo Meridio, comandante dell’esercito del Nord, generale delle legioni Felix, servo leale dell’unico vero imperatore Marco Aurelio. Padre di un figlio assassinato, marito di una moglie uccisa… e avrò la mia vendetta… in questa vita o nell’altra”.
Questa è l’immagine, vista tante e tante di quelle volte, che subito ci torna in mente quando udiamo il nome Russell Crowe. Il protagonista del kolossal di Ridley Scott (che gli valse l’Oscar al miglior attore), l’aggressivo agente Withe in L.A. Confidential, l’irriducibile Capitano Aubrey in Master & Commander, il pugile Jim Braddock in Cinderella Man, il fuorilegge del vecchio west Ben Wade in Quel treno per Yuma sono solo alcuni dei ruoli che hanno visto l’attore neozelandese vestire i panni dell’uomo forte e nerboruto, del combattente, del guerriero impavido.
Una carriera, tante magistrali interpretazioni
Non c’è dubbio che, insieme a delle pregevoli qualità attoriali, sia stato il suo physique du rôle a renderlo perfetto per interpretare questi personaggi. Il nostro amato Russell, però, non si è mai accontentato di recitare in ruoli su misura. La sua lunga carriera è infatti costellata di interpretazioni magistrali per le quali non solo non c’era bisogno di un fisico prestante e muscoloso come il suo, ma dove quest’ultimo poteva considerarsi persino un ostacolo.
Nel 1999 è Jeffrey Wigand in Insider – Dietro la verità: uno scienziato, un uomo abbattuto, debole, impaurito che, però, sceglie di portare avanti una battaglia che metterà a rischio i suoi affetti e la vita privata, in un film apprezzatissimo dalla critica e nominato a sette premi Oscar.
Dopo Il gladiatore vince un Golden Globe come miglior attore in un film drammatico quando diventa il brillante quanto paranoico professor John Nash nella pellicola A beautiful mind di Ron Howard, un’interpretazione che da sola vale l’intero film e ci fa commuovere mettendoci davanti agli occhi l’umanità e la fragilità del matematico premio Nobel.
Ancora, nel 2019 ingrassa diversi chili, indossa una tuta di gommapiuma e si sottopone a ore di trucco per interpretare il protagonista della miniserie televisiva The Loudest Voice – Sesso e potere tratta dal bestseller omonimo di Gabriel Sherman e basata sulla vita di Roger Ailes, presidente e CEO di Fox News che è stato al centro di un’inchiesta sulle molestie sessuali (che gli vale il secondo Golden Globe).
Come dimenticarlo nei panni dello psicopatico Tom Cooper ne Il giorno sbagliato (Derrick Borte, 2020), ovvero un personaggio fra i più cattivi e squilibrati mai apparsi sulla scena cinematografica.
Attore versatile e metamorfico
Insomma, Crowe ha dimostrato ampiamente di essere un attore versatile e metamorfico, in grado di interpretare con successo molti ruoli diversi tra loro. E questo è un bene perché più si avanza con l’età, più è difficile conservare un fisico statuario e anche Russell, classe 1964, ha le sue difficoltà a mantenersi in forma.
I suoi ultimi lavori lo vedono infatti notevolmente ingrassato rispetto ai tempi della giovinezza, come in Thor: Love and Thunder dove, insieme al folle regista Taika Waititi, dà vita a un divino, pingue ma soprattutto divertente Zeus, oppure ne L’esorcista del papa quando interpreta il panciuto padre Amorth, e in L’Esorcismo: ultimo atto nel quale è un attore in declino che interpreta un esorcista su un set molto inquietante.
In ogni caso, qualunque sia il suo aspetto e tralasciando i commenti offensivi e superficiali di cui è stato oggetto ultimamente (alla faccia del body shaming), l’affetto e la stima che i fan affezionati e la critica internazionale provano nei confronti di Russell Crowe non è stata ancora scalfita. E lui non li delude ma anzi, cavalca la sua nuova corporatura big size confermandosi interprete dalle doti straordinarie, in grado di reinventarsi, trovare nuove strade, continuando a recitare con passione e creatività in ruoli sempre diversi.