“Spoiler!” è una delle affermazioni che notiamo di più fra i commenti delle pagine Facebook sul cinema, o negli articoli.
O ancora, spesso lo sentiamo dire quando si commentano gli ultimi film in uscita, o le serie TV. Ma che cosa vuol dire questa parola così inflazionata?
Il termine deriva dal verbo inglese to spoil, che significa letteralmente “rovinare“. Si utilizza per segnalare l’anticipazione del finale di un film, o di una serie televisiva.
Spesso, se non segnalato, può essere fonte di dibattiti particolarmente accesi, per non dire di veri e proprio litigi con tanto di insulti, perché, di fatto, uno spoiler può rovinare il gusto della visione. Chi non rimane piacevolmente colpito da un effetto sorpresa inatteso? Anche se si trattasse della morte del proprio personaggio preferito, non ci sarebbe gusto a saperlo prima, no?
Quando nasce il concetto di spoiler
Il concetto di spoiler si è affermato dagli anni Novanta in poi, quando è diventato possibile registrare film e telefilm a puntate in modo da vederli in un secondo momento.
E’ poi diventato virale con l’uso sempre più massiccio di internet e la conseguente nascita di forum dedicati al cinema e alla televisione.
Tuttavia, questa parola è presente già da molto prima: una delle sue prime comparse risale al 1971, in un articolo della rivista umoristica National Lampoon.
Ma già nel XIX secolo si dibatteva su quanto incidesse sul pubblico sapere già come potesse finire un romanzo o una piéce teatrale.
È il caso, ad esempio, dei romanzi a puntate che andavano in gran voga nell’Ottocento e che erano pubblicati “spezzati” sulle riviste, come se si trattasse, appunto, delle puntate di una serie televisiva.
E, proprio come una serie contemporanea, erano romanzi ricchi di intrighi e colpi di scena, che appassionavano i lettori e li spingevano a scommettere sul destino dei personaggi.
C’è anche una simpatica striscia dei Peanuts, risalente al 1973, che introduce il concetto di spoiler: Linus, seduto sul pouf davanti alla televisione, dice alla sorella Lucy che sta guardando per la prima volta Quarto Potere (Citizen Kane).
Lucy, una ragazzina particolarmente dispettosa che ha come missione di vita quella di tormentare il fratellino, si allontana rivelando intenzionalmente il clamoroso colpo di scena finale, circa l’identità della misteriosa Rosebud (o Rosabella, in italiano), attorno a cui ruota tutto il film.
Spoiler come anticipazione e svelamento
Nonostante la disperazione di Linus nello scoprire in anticipo il finale del film, c’è da dire che il concetto di spoiler è diventato particolarmente inflazionato solo negli ultimi anni, al punto che registi come Tarantino o i fratelli Russo hanno chiesto esplicitamente a giornalisti e fans di non rivelare troppo circa i loro ultimi film.
Per C’era una volta a… Hollywood e Avengers: endgame hanno imposto un vero e proprio embargo, in modo da mantenere alte l’eccitazione e le aspettative del pubblico.
Ma lo spoiler non è sempre stato così importante: se si ha occasione di sfogliare le pagine di critica cinematografica delle riviste degli anni Sessanta, si può notare come i critici, per commentare film non ancora usciti nelle sale italiane o comunque usciti da poco, non si facevano scrupoli ad analizzare la trama pezzo per pezzo, senza preoccuparsi di tenere segreto il finale.
Il caso di Rocco e i suoi fratelli
Questo salta agli occhi soprattutto per film come Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti, uscito nel 1960 e presentato per la prima volta alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia di quell’anno. Il film, anche per la fama del regista e del cast, era preceduto da aspettative altissime.
Tuttavia, i giornalisti de Il Corriere della Sera, un quotidiano a tiratura nazionale, o del settimanale L’Europeo, non si erano preoccupati di nascondere il clamoroso colpo di scena finale, cioè il brutale assassinio di Nadia, la protagonista femminile, per mano di Simone, ex amante geloso.
Questo non aveva certo scoraggiato il pubblico a recarsi in sala, anzi: i dibattiti nati circa la scabrosità della vicenda (e il rifiuto, da parte del sindaco di Milano, di dare il permesso di girare all’Idroscalo la scena dell’omicidio, per via del suo contenuto eccessivamente violento), stimolarono ancora di più la curiosità del pubblico, che si recò in massa nei cinematografi, permettendo al film di totalizzare il terzo incasso più alto di quell’anno.
Dall’importanza della narrazione alla segretezza del finale
Il punto è che un tempo, al cinema, si dava più importanza alla narrazione, anziché ai colpi di scena. C’era il gusto di andare al cinema per ammirare un film nella sua totalità: recitazione, scenografia, fotografia, regia, sceneggiatura. Poco importava sapere già il finale, perché era più interessante vedere come si sarebbe arrivati a quell’epilogo, a quel colpo di scena. Anzi, saperlo in anticipo accentuava la curiosità.
Tenere segreto un colpo di scena ha assunto via via più importanza nel momento in cui nel panorama mondiale hanno cominciato ad affermarsi le serie tv che, come i romanzi a puntate, fanno dei plot twist il segreto del loro successo, talvolta anche per giustificare una sceneggiatura di per sé debole.
C’era una volta a… Hollywood e The Departed
Questa smania dei colpi di scena e della serialità ha inevitabilmente influenzato anche il cinema, che dalle trilogie è passato a produrre vere e proprie serie di film, con cinque, sei, sette episodi e che ha cominciato ad avvolgere i finali, per non dire tutte le trame, in una nube di mistero.
Con questo non si vuole dire che il cinema abbia perso di qualità, tutt’altro. Solo, il mistero del finale non è così strettamente necessario. Prendiamo Once Upon a Time in… Hollywood di Tarantino: avrebbe perso il suo fascino se si fosse già saputo il finale? Forse a primo impatto sì, ma allora perché molti hanno piacere a rivederlo?
Forse perché l’eccellente sceneggiatura, la grande perizia tecnica e la bravura degli attori dà molto più piacere alla visione di quanto potrebbe fare il clamoroso plot twist finale (che comunque non scriviamo, si sa mai).
Oppure, prendiamo The departed di Scorsese, uno dei film oggetto di maggiori litigi sui social. Chi l’ha visto, sa bene che il finale è un susseguirsi di colpi di scena e che, anche per la bellezza di queste sequenze, spesso viene condiviso su Facebook o sui forum, scatenando ondate di indignazione da parte di chi ancora non l’ha visto.
Altri utenti che, di rimando, replicano che simili rivelazioni non possono ritenersi spoiler, dato che il film è uscito da ormai quattordici anni.
Il valore a prescindere dallo spoiler
Il punto è, però, che certi dibattiti rimangono e rimarranno fini a se stessi: sono tanti i cinefili che sono disposti a riguardare il film per la quinta volta, solo per il piacere di gustarsi di nuovo una bellissima pellicola.
Se un film o una serie TV sono davvero validi, lo saranno sempre, a prescindere dagli spoiler. Al contrario, se un prodotto viene rovinato da una rivelazione compromettente, forse, non vale neanche la pena di essere guardato.