In un’epoca in cui l’immagine è tutto e il messaggio deve arrivare subito, forte e chiaro, la scelta del logo giusto diventa determinante. Ancor meglio se rappresenta anche la filosofia che c’è dietro il brand. In questo, l’industria cinematografica non fa eccezione. Nel caso della TriStar Pictures, tutto nasce da una passione e da una necessità.
Il concetto TriStar nasce in California (U.S.A.) nel 1982 da Victor Kaufman, Peter Guber e Jon Peters, come joint venture tra Columbia, HBO e CBS, che decisero di mettere insieme le risorse per fronteggiare i costi sempre crescenti di realizzazione dei film. Da qui il nome dello studio, anche se originariamente era stato chiamato Nova Pictures fino al 1983, quando fu rinominato per distinguerlo dal programma scientifico e di successo “NOVA” della PBS.
Il primo logo
Il primo logo ufficiale della società, a cui il marchio è ancora oggi fortemente associato, ha visto la luce due anni dopo la fondazione dell’azienda, nel 1984. Pur essendo stato creato in bianco e nero, il riconoscimento visivo era di alto livello e conteneva diversi elementi simbolici, come l’immagine del cavallo alato, Pegaso, nella parte superiore del logo, un triangolo sotto, con inscritto il nome dell’azienda “TRI-STAR” e fuori, alla base, la parola “PICTURES”.
La scelta del Pegaso fu un’idea di Victor Kaufman che, appassionato di equitazione, chiese aiuto a Sydney Pollack per la realizzazione del logo animato, prendendo spunto dal film Il cavaliere elettrico (1979) con Robert Redford.
Su uno sfondo serale blu violaceo, dalla sinistra dello schermo uno stallone bianco arriva al galoppo e quando si avvicina, tre stelle emergenti dal basso si scontrano formando una “T”, mentre allo stallone crescono delle ali per volare sopra le altre lettere ” R ” ed ” I “, e la scritta “STAR”. Il testo poi si rimpicciolisce fino a chiudersi in un triangolo dal bordo giallo, con sotto la parola “PICTURES”. Ed ecco il logo.
Culturalmente, l’indomito Pegaso rimane un simbolo di libertà, strettamente associato alle Muse, dee dell’arte e dell’ispirazione. Nato dal sangue versato da Medusa, l’animale venne usato da Zeus per trasportare folgori e saette, poi cavalcato dall’eroe Bellerofonte per sconfiggere il terribile mostro Chimera. Una creatura celeste, una costellazione. Nel logo la bestia equina diventa il volo sconfinato della fantasia, la ricerca di ispirazione, il sogno a occhi aperti e la determinazione di un gruppo. Il Cinema insomma.
I successi della TriStar Pictures
La Tristar ha dato infatti un grosso contributo all’evoluzione dell’industria cinematografica. È stata in prima linea in molti cambiamenti significativi avvenuti nel settore ed è riuscita a crearsi una propria identità attraverso una rete di professionisti e creativi accomunati dalla stessa visione e passione. Questo ha consentito all’azienda di produrre alcuni dei film più iconici degli anni ’80 e ’90, come Il Migliore (Barry Levinson, 1984), Rambo 2 – La vendetta (George Pan Cosmatos 1985), Corto Circuito (John Badham, 1986) e Insonnia d’Amore (Nora Ephron 1993).
Allo studio si deve anche il coraggio di aver prodotto film “rischiosi” e complessi su argomenti difficili, come Philadelphia (Jonathan Demme, 1993), rivoluzionario in quanto per la prima volta trattò in maniera esplicita il tema dell’AIDS, vincendo il plauso della critica e un Oscar per Tom Hanks come miglio attore protagonista.
Varianti e versioni alternative del logo
Tra i tanti cambiamenti vissuti dalla TriStar c’è anche il celebre logo, che conta ben 5 varianti pur mantenendo fedele l’elemento principale, ovvero un Pegaso che vola sopra le nuvole.
Nel 1991 è stata introdotta una seconda versione del logo Tristar Pictures, anche se la tavolozza dei colori era ancora in bianco e nero. L’elemento di in risalto è il nome del marchio “Tristar”, che spicca su due righe in maiuscolo e grassetto, con linee spesse e fuori dal triangolo. A destra della riga superiore, un piccolo ed elegante stemma, raffigurante il Pegaso che sorvola il triangolo vuoto. Ogni riga conteneva così quattro elementi.
Lo stemma, utilizzato dalla casa di produzione cinematografica per alcuni mesi nel 1993, utilizzava un concetto leggermente diverso. Lo stemma in bianco e nero mostrava un Pegaso che questa volta camminava con le ali spiegate e racchiuso in una cornice quadrata su uno sfondo nuvoloso. Molto più simile al logo animato, che pure si rinnova.
Sullo sfondo nero si vede parte di un cielo azzurro, che lentamente sfuma e si illumina per rivelare cumulonembi e nebbia nella parte inferiore. Un lampo di luce bianca poi inizia a brillare e lo sfondo diventa luminoso. Un Pegaso appare da lontano, al centro, mentre allarga le ali e avanza facendo fluire via la nebbia.
“TRISTAR”, in un carattere audace cesellato oro, sfuma lentamente nella parte superiore dello schermo mentre il flash si attenua. Il Pegaso si ferma ad ali spiegate e appare nitido il testo “TRISTAR”.
Riprogettazione
Un’altra riprogettazione è stata effettuata da Tristar Pictures alla fine del 1993. Era un mix di due precedenti. La scritta audace ed elegante su due livelli era a sinistra dello stemma incastonato ancora in una cornice quadrata. Le linee però sono diventate più sottili e tutti gli elementi più piccoli e sofisticati nei contorni. Questo badge è stato utilizzato dall’azienda fino alla rinascita, nel 2015, il che lo rende il logo più duraturo della storia dell’Azienda.
Con la riformulazione del logo nel 2015 si è voluto celebrare l’inizio della seconda era della Tristar Pictures con la Sony Pictures. Il concetto era sempre lo stesso del logo precedente, ma il lettering è stato completamente riscritto. Ora non era solo “Tristar”, ma “Tristar Pictures” per esteso, in un carattere geometrico e angolare.
Anche il logo animato è stato rinnovato senza stravolgerlo. Le nuvole sono diventate completamente bianche e in piena luce del giorno, su un cielo azzurro su cui si staglia uno stallone bianco che galoppa in avanti e poi si impenna di fronte agli spettatori in tutta la sua magnificenza. Dal buio alla luce, dalla notte al giorno, TriStar ha lasciato negli anni un segno indelebile nel settore dell’intrattenimento sia con la sua eredità che con il suo logo, ancora oggi indissolubilmente legato alla sua immagine.
