“Ogni anno gli squali assassini fanno una dozzina di vittime.
Gli uomini uccidono almeno un milione di squali.
Chi è il più feroce tra i due?“
(Fabrizio Caramagna)

Foto: Lucky Red
Eppure, degli squali abbiamo paura e degli uomini no. Questo a causa del modo in cui vengono rappresentati e raccontati. Il grande predatore degli abissi ha ispirato varie opere di letteratura e cinema, terrorizzando spesso l’uomo e le altre specie animali dell’Oceano con i suoi denti aguzzi pronti a sbranare. Anche se tutti ne abbiamo timore, ci incuriosisce la sua natura.
È un animale acquatico intelligente e affascinante, un solitario che non ha nemici, che avverte le minime vibrazioni sonore, i campi bio-elettrici delle prede, che percepisce una goccia di sangue in milioni di litri d’acqua. Ecco perché sono numerosi gli shark movies, e ancora di più le loro declinazioni.
I migliori film a tema squalo
Tralasciando il capolavoro del trash Sharknado, dove gli squali improvvisamente zampillano e volano fuori dall’oceano e il protagonista cerca di ucciderli con l’utilizzo di una motosega, in questo articolo vi presentiamo (non in ordine di classifica) i 15 migliori film sul tema in occasione dell’uscita su Netflix dell’ultima pellicola topic, Under Paris, diretta da Xavier Gens con protagonista Bérénice Bejo. Partiamo proprio da quest’opera.
Under Paris (Xavier Gens, 2024)
È uscito il 5 giugno 2024 su Netflix Under Paris (Sous la Seine), il film sugli squali targato del regista francese Xavier Gens, conosciuto per i suoi folli horror tra cui Frontiers e Crucifixion.
Parigi ospita per la prima volta i Campionati del mondo di triathlon sulla Senna. La brillante scienziata Sophia scopre da Mika, una giovane ambientalista, che nelle profondità del fiume si nasconde un enorme squalo Mako. Nel tentativo di evitare una catastrofe nel cuore della capitale transalpina, le due collaborano con la polizia fluviale, ostacolata dal sindaco che vuole a tutti i costi favorire l’evento sportivo e le casse dell’amministrazione comunale.
Lo squalo (Steven Spielberg, 1975)
Quando associamo la cinematografia agli squali è inevitabile pensare a Jaws, capolavoro di Steven Spielberg datato 1975. C’è poco da dire, potremmo ricordare i tre Premi Oscar vinti, che è tratto dal romanzo di Peter Benchley, la memorabile colonna sonora di John Williams, con il volume che lentamente incalza mentre lo squalo si avvicina fino a farci sobbalzare all’apertura delle sue enormi fauci.
Benchley ha scritto il libro negli anni ’70 basandosi su una serie di attacchi di squali che si sono verificati realmente al largo della costa del New Jersey nel 1916, seguiti da un incidente in cui un pescatore di New York di nome Frank Mundus ha catturato uno squalo libanese al largo delle coste di Montauk nel 1964. Lo squalo è stato definito dall’American Film Institute il “film più spaventoso di tutti i tempi”.
Per girare Jaws sono stati costruiti ben tre squali meccanici. Spielberg ha affrontato una “sfida creativa” che ha definito la sua carriera, come rivelato in un’intervista a Entertainment Weekly: “Ho dovuto lavorare sulla mia mente, perché ero traumatizzato. Mi sedevo su quella barca da solo per ore e tremavo. Le mie mani tremavano. Quell’esperienza mi ha sconvolto, ma mi ha dato la libertà creativa per il resto della mia carriera.” ha detto il regista in un’intervista ad Entertainment Weekly.
Lo squalo 2 (Jeannot Szwarc, 1978)
Dopo il successo del film di tre anni prima diretto da Steven Spielberg, nel 1978 ritorna lo squalo che ha spaventato milioni di spettatori. Nello stesso luogo in cui il feroce animale aveva ucciso molte vittime, Amity, riappare un altro esemplare, ma solo il capo della polizia Martin Brody sembra essere deciso a intervenire inimicandosi sindaco e assessori della cittadina.
Un sequel sottovalutato, pieno di shock e tensione da mangiarsi le unghie. Non proprio all’altezza dell’originale, ma validissimo.
Paradise Beach – Dentro l’incubo (Jaume Collet-Serra, 2016)
Diretto da Jaume Collet-Serra, Paradise Beach incarna perfettamente il rapporto uomo-natura sottoforma di survival. Il film racconta la spiacevole situazione di Nancy Adams, una surfista che si ritrova isolata, lontana dalla spiaggia in balia di un grosso squalo bianco. Una storia di intraprendenza, forza d’animo e coraggio.
Qui la figura dello squalo ha un significato ancora diverso e il vero tema è lo scontro tra due forze: la natura e l’uomo.
L’ultimo squalo (Enzo G. Castellari, 1981)
Enzo G. Castellari confeziona la sua personale versione de Lo squalo di Spielberg. In una località costiera della Georgia, South Bay, si sta preparando una regata di windsurf quando un ragazzo, durante le esercitazioni, scompare nelle acque del mare. Peter (James Franciscus), scrittore esperto di squali, sospetta che il giovane possa essere finito vittima d’aggressione da parte di uno di loro e prende contatto con un cacciatore di pescecani, che rinviene i resti della tavola da surf contrassegnata dai morsi di un enorme squalo bianco.
Le autorità vengono avvertite, ma il politico in corsa per la candidatura a sindaco rifiuta di sospendere la regata, al fine di evitare un danno economico dovuto alla sospensione della manifestazione. Dato il successo riscontrato al botteghino, la Universal Pictures accusò di plagio Castellari, capace di far concorrenza al cult di Hollywood con un bassissimo budget.
Open Water (Chris Kentis, 2003)
Il film è ispirato alla storia vera accaduta nel 1988 a due subacquei statunitensi, dimenticati in mare aperto dall’imbarcazione di appoggio durante un’immersione. I corpi dei due non sono mai stati ritrovati, in quella zona però è stata rinvenuta all’interno dello stomaco di uno squalo una macchina fotografica e quindi si è pensato che le vicende fossero collegate.
Open Water è stato diretto e finanziato dal regista Chris Kentis, unico operatore di macchina per tutte le scene che hanno portato lui e i protagonisti nelle acque delle Bahamas per più di 120 ore insieme ad alcuni esperti di squali.
The Reef (Andrew Traucki, 2010)
Cinque amici in viaggio per l’Indonesia si ritrovano in mezzo all’Oceano dopo il capovolgimento della loro imbarcazione, senza la possibilità di contattare i soccorsi. Due sono le opzioni: o restare sulla barca in attesa di aiuto, o nuotare verso la terraferma più vicina, anche se a infestare le acque vi sono gli squali.
Shark – Il primo squalo (Jon Turteltaub, 2018)
Diretto da Jon Turteltaub, racconta la storia di un sommergibile oceanico partito per un programma internazionale di osservazione sottomarina che all’improvviso viene attaccato da un’imponente creatura che si riteneva estinta. L’equipaggio è intrappolato all’interno e il tempo per portare tutti in salvo stringe. L’esperto di salvataggi subacquei Jonas Taylor viene incaricato da un visionario oceanografo cinese di salvare l’equipaggio da uno squalo preistorico di quasi 23 metri, il leggendario megalodonte.
Quello che nessuno immagina è che anni prima Taylor si era già trovato faccia a faccia con il terrificante predatore.
47 metri (Johannes Roberts, 2017)
Questa pellicola ci fa rendere conto di quanto l’essere umano a volte si spinga verso delle azioni che vanno contro la sua natura solo per goliardia o per quel pizzico di adrenalina. Due sorelle in vacanza in Messico decidono di fare un’immersione speciale all’interno di una gabbia circondata da squali e pesci di ogni tipo. Quando il cavo che tiene la gabbia si sgancia, le ragazze precipitano sul fondo dell’Oceano e restano intrappolate.
47 metri – Uncaged (Johannes Roberts, 2019)
Sequel di 47 metri, ha come fulcro le quattro adolescenti Sasha, Nicole, Mia e Alexa, impegnate nell’esplorazione di un’antica città Maya sommersa. Durante l’immersione capiscono subito di essere entrate nel territorio della specie di squalo più letale.
Con l’apporto di ossigeno che comincia a venir meno, le quattro amiche dovranno muoversi nelle oscurità marine, tra claustrofobiche caverne e inquietanti tunnel, per cercare velocemente una via d’uscita da quell’inferno subacqueo.
Blu profondo (Renny Harlin, 1999)
Blu profondo narra le vicende di un gruppo di studiosi impegnati nella ricerca di una cura per l’Alzheimer. I ricercatori si trovano in uno dei laboratori sottomarini di Aquatica, l’ente che finanzia il progetto. Fanno esperimenti sui cervelli di squali mako, tenuti in cattività all’interno della struttura.
All’improvviso, uno degli esemplari si risveglia dall’anestesia e ferisce l’assistente mangiandogli un braccio. Da qui in poi una serie di catastrofi naturali provoca la liberazione degli squali. Il laboratorio si allaga sempre di più, l’équipe deve trovare un modo per fuggire e gli squali mako dimostrano un’intelligenza stranamente simile a quella umana: a quel punto qualcosa si scopre sulla ricerca.
Denti da squalo (Davide Gentile, 2023)
Il film d’autore di Davide Gentile è di quelli che meglio sono riusciti a mettere in connessione il tema dello squalo predatore con il dramma esistenziale dell’essere umano. Non un canonico shark movie ma comunque inseribile nel genere per le sue sfaccettate declinazioni. Qui Walter, ragazzino di periferia orfano di padre, trova rifugio nel giardino di una villa apparentemente abbandonata, nella cui piscina scopre con sorpresa la presenza di uno squalo.
Qualche scena di pathos c’è, ma la pellicola di Gentile va ben oltre, con un obiettivo: non sconvolgere col solito spargimento di sangue e smembramenti vari, ma indurci a scoprire il significato di quell’animale lasciato là a nuotare, lontano dal suo contesto marino, da qualunque preda, solo.
Dark Tide (John Stockwell, 2012)
Kate (Halle Berry)è una studiosa di fauna marina e appassionata di immersioni, ma decide di tenersi lontano dall’acqua a un anno dalla morte di un suo collega. La sua attività è in bancarotta ma un giorno riceve la visita di Jeff, il suo ex, che gli propone di accompagnare sotto lauto compenso un facoltoso uomo d’affari e suoi figli in un’immersione senza gabbia.
Nonostante qualche iniziale titubanza, Kate accetta e le cose sembrano andare per il meglio, ma un progressivo peggioramento delle condizioni meteo e un guasto alla barca complicano inesorabilmente la situazione. Il premio Oscar Halle Berry domina la scena di questo action-thriller, affiancata dal più terrificante predatore marino della storia di Hollywood, e dal francese Olivier Martinez.
The Black Demon (Adrian Grunberg, 2023)
Il lungometraggio narra la storia di Paul Sturges, petroliere, che ha deciso di portare in vacanza la famiglia a Bahia Azul in quella che moglie e marito ricordavano come una località paradisiaca ma che oggi ha cambiato misteriosamente volto: la gente è diffidente, la città semi abbandonata, la piattaforma petrolifera che Paul decide di visitare con la famiglia a dir poco fatiscente.
È proprio lontano dalla costa che la famiglia resterà bloccata e minacciata da un animale leggendario, un megalodonte. È la perfetta rappresentazione di un capitalismo al quale la Natura deve trovare il modo di opporsi.
Shark Bait (James Nunn, 2022)
I protagonisti di questa storia sono alcuni amici in vacanza in una località marittima. Per divertirsi rubano due moto d’acqua per una gita in mare aperto. Hanno un incidente nel quale Greg si ferisce e solo una moto d’acqua rimane a galla, non riuscendo comunque a ripartire. La situazione peggiora quando compare sulla scena un famelico squalo bianco.
In Shark Bait è evidente il passaggio dal clima di festa spensierato al dramma, ma le motivazioni e le modalità del passaggio rendono difficile l’immedesimazione dello spettatore nei personaggi, che si ritrovano nei guai per aver compiuto sistematicamente e sconsideratamente ogni possibile scelta sbagliata.