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Uberto Pasolini: chi è il regista autore di Itaca – Il Ritorno

Foto di Oksana Kanivets

È oramai imminente l’uscita nelle sale dell’attesissimo Itaca – Il Ritorno, l’epic drama basato sull’Odissea di Omero che racconta il ritorno di Ulisse a Itaca, il ricongiungimento con la moglie Penelope e il figlio Telemaco, la sua rabbia riversata sui Proci usurpatori. Il 30 gennaio 2025 la fatidica data delle prime proiezioni pubbliche.

Risulta allora fondamentale, oltre ogni considerazione critica e ipotesi di trama, conoscere bene chi ha firmato la pellicola, il regista, l’autore della storia in celluloide: Uberto Pasolini.

Classe 1957, porta un cognome importante ma, contrariamente a quanti potrebbero lecitamente pensarlo, non ha alcuna linea di sangue con il celeberrimo cineasta e scrittore Pier Paolo Pasolini. No, Uberto è figlio di Pier Maria Pasolini dell’Onda e Violante Visconti di Modrone, ma soprattutto pronipote del grande film-maker Luchino Visconti.

Vista la prestigiosa discendenza, il suo destino sembra essere stato scritto dal cinema per fare cinema. Una passione iniziata nelle retrovie, coltivata nella giovinezza. Lui, nato a Roma, cresciuto a Milano e forte di un percorso di studi classici finalizzati in Galles (liceo) e in Inghilterra (università), vive a Londra da oltre 40 anni e nella capitale britannica ha modo – a suo dire – di respirare un’aria internazionale, in connessione con il mondo intero.

Si porta dentro un cosmopolitismo che infonde nei suoi film fin dall’esordio. Sì, ma quale esordio? La domanda sovviene dal momento che Pasolini non è soltanto un regista, è un produttore. D’altronde, gli sarebbe stato alquanto stretto un solo ruolo nel settore. A Milano, negli anni giovanili, respirava e trangugiava cinema fra le mura della Cineteca San Marco, dove vi trascorreva interi pomeriggi. I suoi tre anni da impiegato di banca erano già un lontano ricordo.

L’esordio nel mondo del cinema

Il suo talento nell’ambiente della Settima Arte lo ha cullato con pazienza e tanta voglia di imparare. Fu Roland Joffé a regalargli l’opportunità di mettere in pratica i rudimenti, facendolo lavorare nella troupe di Urla del silenzio (1984) e poi come assistente alla regia di Mission (1986): due capolavori che gli permettono di arricchire in pochi anni la propria esperienza, spianandogli la strada verso l’attività di produttore.

Produttore

Il battesimo del fuoco in questa veste avviene con A Dangerous Man: Lawrence After Arabia, film per la TV datato 1990, che narra la partecipazione di Thomas Edward Lawrence ed Emir Faisal dell’Hejaz alla Conferenza di pace di Parigi dopo la fine della Grande Guerra. Protagonista è Ralph Fiennes, due anni prima del debutto sul grande schermo dell’attore britannico in Cime tempestose, diretto da Peter Kosminsky.

Pasolini fonda la sua Redwave Films realizzando Palookaville (ispirato ad alcuni racconti di Italo Calvino) nel 1995, anno in cui ha sposato la compositrice Rachel Portman, dalla quale ha avuto tre figlie e divoziando nel 2006. Nel 1997 produce Full Monty – Squattrinati organizzati, del regista Peter Cattaneo, un successo mondiale candidato a 4 Premi Oscar®. Si guadagna il plauso della critica con I vestiti nuovi dell’Imperatore, prodotto nel 2001 e diretto da Alan Taylor.

Regista

Sposando gli ideali del neorealismo e della commedia italiana anni ’50 e ’60, con uno sguardo al cinema di realtà di Yasujiro Ozu, decide di imbracciare la macchina da presa nel 2007, dirigendo Machan – La vera storia di una falsa squadra, seguito nel 2013 da Still Life, che alla 70a edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia si aggiudica il Premio miglior regia nella sezione Orizzonti. Nowhere Special – Una storia d’amore risale invece al 2020.

In queste tre opere, uscite a distanza di quasi 7 anni l’una dall’altra, Uberto Pasolini – autodefinitosi “artigiano del cinema” – punta i riflettori su storie ben poco popolari, fuori dall’ordinario e molto difficili da proporre. Eppure, presentando soggetti estremamente complessi – una scomparsa squadra di pallamano, un funzionario abile a rintracciare i parenti dei defunti in solitudine e un padre malato terminale deve scegliere una nuova famiglia a cui affidare il figlio piccolo – il regista definisce una carriera non prolifica ma davvero densa di contenuti e impegno, segnata da una riservatezza personale, per nulla avvezza a red carpet e gala.

Tutti viaggi emotivi e psicologici che traggono spunti da vicende reali, e che infine confluiscono in The Return, focus narrativo di un Ulisse che torna in patria stremato da 10 anni di guerra e da altrettanti passati fra mari impetuosi e terre sconosciute. Ed è nuovamente la storia di un padre, e di un marito, che nella sofferenza e nel dolore trova la forza di reagire, ma lo fa da uomo, non da re né da eroe mitologico.

Pasolini ritrova Ralph Fiennes, a presiedere un cast di cui fanno parte anche Juliette Binoche, Claudio Santamaria, Charlie Plummer e Angela Molina.

Samuele Pasquino

Classe 1981, mi sono laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Torino. Giornalista dal 2012, ho studiato storia del cinema specializzandomi nell'analisi di pellicole di tutti i generi dalla nascita della Settima Arte a oggi. Tenendo ben presente il concetto di lettura non come intrattenimento bensì come formazione, mi occupo da anni anche di turismo e realizzo reportage di viaggio. Estremamente sensibile alla tematica enogastronomica, tratto la materia con un'attenzione specifica verso la filiera di qualità fra tradizione e innovazione. Per me il giornalismo non è solo una professione, è una missione!
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