- Cinema e divano

A House of Dynamite

Dove vederlo: Netflix

Titolo originale: A House of Dynamite

Regia: Kathryn Bigelow

Sceneggiatura: Noah Oppenheim

Cast: Idris Elba, Rebecca Ferguson, Jared Harris

Musiche: Volker Beltermann

Produzione: USA 2025

Genere: Drammatico

Durata: 112 minuti

Trailer

A House of Dynamite. Rebecca Ferguson as Captain Olivia Walker in A House of Dynamite. Cr. Eros Hoagland/Netflix © 2025.

Trama

L’Intelligence statunitense è in forte apprensione per la rilevazione di un missile balistico intercontinentale lanciato all’improvviso da una potenza ostile non identificata. In breve tempo l’allerta passa da DEFCON 5 a DEFCON 2, fino a DEFCON 1 quando si scopre che l’obiettivo è una città americana.

La Situation Room della Casa Bianca entra in stato di crisi, il Pentagono freme e il Northcom ordina di far intervenire gli intercettori terrestri per scongiurare la catastrofe. Tutti provano a reagire, dal segretario della difesa Reid Baker (Jared Harris) alla funzionaria FEMA Cathy Rogers (Moses Ingram) e il capitano Olivia Walker (Rebecca Ferguson). Il Presidente degli Stati Uniti (Idris Elba) deve decidere se attuare una strategia bellica preventiva o gettare acqua sulla probabile escalation, con il rischio di concedere il fianco della Nazione a futuri nemici.

Recensione

Dopo Detroit (2017), pellicola incentrata sulla lotta per i diritti della comunità afroamericana negli Stati Uniti, Kathryn Bigelow torna ai temi a lei più cari: dinamiche belliche, difesa e capacità di attacco, sicurezza e interventi in seno alla Nazione a stelle e strisce. Dirige quindi A House of Dynamite, film che può intendersi come un ipotetico terzo capitolo di una trilogia non ufficiale cominciata con The Hurt Locker (2008) e proseguita con Zero Dark Thirty (2012).

La Bigelow incanala tutta la tensione mondiale derivante dai vari conflitti in corso oltreconfine, descrivendo una situazione al limite – ma tutt’altro che inverosimile – in cui il governo americano si ritrova improvvisamente sotto scacco, costretto da un nemico invisibile ad agire sapendo di subire un colpo tremendo al proprio status quo, esattamente come avvenuto in occasione del mai più dimenticato attentato alle Torri Gemelle l’11 settembre 2001.

La regista premio Oscar® struttura l’opera in tre segmenti, punti di vista distinti del medesimo accadimento, e in questo non può che tornare alla mente – seppur narrando vicende diverse – il noir Rapina a mano armata (1956) di Kubrick e, soprattutto, Prospettive di un delitto (2008). Il fattore umano prende qui il sopravvento rispetto alle specifiche procedure militari improntate, ed è proprio tale fattore a inficiare, sporcare e viziare la lucidità di ogni decisione, evidenziando così una complessiva impreparazione all’evento considerato improbabile e remoto.

Paura e preoccupazione risultano palpabili e divoranti nei volti dei vari interpreti del dramma, una corale manifestazione di disappunto e angoscia alla quale partecipano attori del calibro di Idris Elba, Rebecca Ferguson e Jared Harris. Mettendo da parte una colonna sonora quasi completamente assente di Volker Bertelmann, la Bigelow fa parlare silenzi assordanti e convulsi vociare, un apparato catturato da una cinepresa che non adotta uno stile preciso bensì si pone come osservatrice lenta, fissa e vagamente scomposta nel contesto del totale smarrimento.

A House of Dynamite, il cui titolo richiama il costante pericolo di exploit nucleare in tempi di riottosa instabilità politica e sociale, gioca obiettivamente con il fuoco, in equilibrio fra cronaca pre-bellica e contestazione, in relazione a buchi e lacune che descriverebbe entro il sistema difensivo americano.

Forse un invito al miglioramento delle capacità finalizzate alla sicurezza del Paese, forse soltanto una storia come tante se ne sono viste nel cinema dell’ultimo secolo – pensiamo a Il Dottor Stranamore (1964) sempre dell’eterno Kubrick – ma camminare su un filo troppo sottile rappresenta comunque un rischio. Kathryn Bigelow, negando allo spettatore qualunque plausibile finale e facendo intuire l’inevitabilità dei fatti, ci mette ancora una volta la sua firma autorevole, anche se con una pressione d’inchiostro molto meno marcata e riconoscibile.

Curiosità

La pellicola è stata presentata all’82a edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ed è approdato in alcuni cinema selezionati prima dell’uscita su Netflix.

Samuele Pasquino

Classe 1981, mi sono laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Torino. Giornalista dal 2012, ho studiato storia del cinema specializzandomi nell'analisi di pellicole di tutti i generi dalla nascita della Settima Arte a oggi. Tenendo ben presente il concetto di lettura non come intrattenimento bensì come formazione, mi occupo da anni anche di turismo e realizzo reportage di viaggio. Estremamente sensibile alla tematica enogastronomica, tratto la materia con un'attenzione specifica verso la filiera di qualità fra tradizione e innovazione. Per me il giornalismo non è solo una professione, è una missione!
Leggi tutti gli articoli di Samuele Pasquino

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *