- Cinema e divano

Adagio

Titolo originale: Adagio

Regia: Stefano Sollima

Sceneggiatura: Stefano Bises, Stefano Sollima

Cast: Adriano Giannini, Toni Servillo, Pierfrancesco Favino, Valerio Mastandrea

Musiche: Subsonica

Produzione: Italia 2023

Genere: Noir

Durata: 127 minuti

Trailer

Crediti foto: Emanuela Scarpa

Trama

Roma. Il giovane Manuel (Gianmarco Franchini) subisce il ricatto del meschino maresciallo del ROS Vasco (Adriano Giannini): dovrà filmare di nascosto col proprio cellulare un ministro dedito a festini e droga altrimenti un video molto compromettente che lo riguarda verrà divulgato.

Il ragazzo acconsente ma poi si dà alla fuga in preda alla paura chiedendo aiuto a due vecchie conoscenze del padre (Toni Servillo), ovvero il cieco Polniuman (Valerio Mastandrea) e Romeo (Pierfrancesco Favino).

Recensione

La “trilogia della Roma criminale” di Stefano Sollima si conclude, sebbene in realtà un trittico vero e proprio non ha ragione di esistere. Questo perché Romanzo criminale – La serie ha ben poche affinità stilistiche e narrative con i capitoli successivi, lasciando dunque strada ai truci e famelici Suburra e Adagio.

Quest’ultimo dramma thriller-poliziesco costruito con la materia coriacea del gangster movie tricolore contiene sì una nuova storia ma ricreando in parte le situazioni del film datato 2015. Sollima reinstaura l’apparato spazio-tempo nella Capitale in preda a una silenziosa criminalità, all’evidente e corrosiva corruzione ma, soprattutto, in balia di incendi perenni in grado di provocare caldo asfissiante e blackout a intermittenza.

Sollima propone una situazione quasi distopica, eppure rifacendosi a un realismo di estrema attualità sul quale cadono cenere e peccati delimitando i contorni di un soffocante inferno cittadino. Adagio è allo stesso tempo un noir intimista le cui relazioni umane – permeate da un senso di profonda incompiutezza e superficialità – vorrebbero trovare una definizione impossibile.

La caccia urbana abbraccia la filosofia del fumetto tirando sulla scena personaggi ombrosi, ambigui e di discutibile condotta, ognuno con una qualche forma di superpotere oramai spentosi all’ombra della morte (sulla scia di Sin City): Polniuman, Daytona e Cammello sono leggende della malavita quasi al capolinea, afflitti rispettivamente da cecità, demenza senile e malattia terminale.

I loro destini si incrociano (ancora) per effetto di un “collante per caso”, l’adolescente Manuel vittima sacrificale in una vasca sporca piena di squali. Rispetto a Suburra, la narrazione è meno politica e più sociale, meno intrigante e più intricata (risolta stavolta in 24 ore anziché in 5 giorni), che apre fronti minori ma ugualmente incisivi nel corso del racconto.

La capitolazione non risparmia nessuno, ma esiste una speranza di redenzione che emerge proprio laddove serve, in un tragico epilogo senza vincitori né vinti, uno scontro fra mastini randagi. La colonna sonora dei Subsonica vince un David di Donatello ma nel suo voler essere idonea e grandiosa nell’esecuzione, non bissa il Suburra theme degli M83 poiché meno epica e roboante.

Curiosità

In alcune dichiarazioni fatte alla stampa, Sollima ha ribadito il fatto che gli incendi e gli abbassamenti di corrente si sono effettivamente verificati a Roma e continuano a esserci in determinati periodi.

Samuele Pasquino

Classe 1981, mi sono laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Torino. Giornalista dal 2012, ho studiato storia del cinema specializzandomi nell'analisi di pellicole di tutti i generi dalla nascita della Settima Arte a oggi. Tenendo ben presente il concetto di lettura non come intrattenimento bensì come formazione, mi occupo da anni anche di turismo e realizzo reportage di viaggio. Estremamente sensibile alla tematica enogastronomica, tratto la materia con un'attenzione specifica verso la filiera di qualità fra tradizione e innovazione. Per me il giornalismo non è solo una professione, è una missione!
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