Titolo originale: Another End
Regia: Piero Messina
Sceneggiatura: Piero Messina, Giacomo Bendotti, Valentina Gaddi, Sebastiano Melloni
Cast: Gael Garcia Bernal, Renate Reinsve, Bérénice Bejo, Olivia Williams
Musiche: Bruno Falanga
Produzione: Italia, Francia, Regno Unito 2024
Genere: Fantascienza
Durata: 129 minuti
Immagini: © 01Distribution
Trama
Devastato dalla perdita dell’amata Zoe (Renate Reinsve), Sal (Gael Garcia Bernal) accetta l’offerta di sua sorella Ebe (Bérénice Bejo) di sperimentare Another End, una tecnologia che riporta temporaneamente in vita i defunti.
Recensione
Another End è il ritorno alla regia di Piero Messina dopo nove anni da L’attesa con la straordinaria Juliette Binoche. Il cineasta italiano mette nuovamente in piedi una produzione dal respiro internazionale, grazie a un cast di attori eterogeneo e un racconto ambientato in un futuro prossimo, distopico, all’interno di una metropoli non meglio specificata.
Il progetto di base non è abituale nel panorama italiano odierno, ma se da una parte palesa le sue pretese autoriali, dall’altra pecca per l’essere troppo in debito con un filone tipicamente anglosassone e statunitense, più televisivo che cinematografico, tra Ai confini della realtà a Black Mirror.
Il risultato è quindi un’opera a metà strada tra il cinema commerciale e l’essai, il che è forse il pregio e al tempo stesso il difetto di Another End. Il film prende per mano lo spettatore, ammorbidendo progressivamente il tratto grottesco che caratterizza le primissime scene, addentrandosi in una storia più intima e umana di quel che sembra, tutta incentrata sul lutto in questa realtà che ne permette l’elaborazione grazie a una tecnologia in grado di creare “un’altra fine” al nostro rapporto con la persona perduta.
Nella seconda parte della narrazione, però, qualcosa si rompe, ci si perde in alcuni passaggi di scrittura e di messinscena. L’estetica della realtà futuristica costruita da Messina è piacevolmente minimale e in linea con una direzione di interpretazioni che gioca in sottrazione nonostante il profondo dramma di base. La durata è tuttavia eccessiva e stancante.
Il terzo atto risolleva fortunatamente le sorti della storia, tenuta ben a galla dalla recitazione empatica di Gael Garcia Bernal, Renate Reinsve, Bérénice Bejo e Olivia Williams.
Another End non rivoluziona il genere ma cerca di trovare nuovi equilibri forse irraggiungibili, mettendo sia a proprio agio che a disagio, rischiando da una parte e giocando sul sicuro dall’altra. Si crea un ibrido che è sia un bene che un male, degno di una riflessione sul cinema tutto e sulla vita.
Curiosità
Il film è stato candidato all’Orso d’Oro nell’ambito del Festival del Cinema di Berlino.