- Cinema e divano

Attenberg

Titolo originale: Attenberg

Regia e sceneggiatura: Athina Rachel Tsangari

Cast: Ariane Labed, Vangelis Mourikis, Evangelia Randou, Yorgos Lanthimos

Musiche: Suicide

Produzione: Grecia, 2010

Genere: Drammatico

Durata: 95 minuti

Trailer

   

Foto da: Di Milla Machiavelli ufficio stampa & digital PR

Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia: Coppa Volpi ad Ariane Labed

 

Trama

Siamo in una cittadina greca senza nome, in preda a profondi cambiamenti. Assistiamo a una vicenda che riguarda la protagonista Marina (Ariane Labed), una giovane di 23 anni distaccata dal mondo, in bilico tra il disprezzo per il genere umano, in particolare quello maschile, e l’accettazione della morte imminente del padre.

È uno spaccato di vita di una ragazza che si confronta con la crescita interiore e gli accadimenti della vita.

Recensione

Attenberg è diretto dalla regista greca Athina Rachel Tsangari e vede la partecipazione come attore dell’ormai noto cineasta Yorgos Lanthimos, autore di Dogtooth, Povere Creature e Kinds of Kindness. È un’opera di formazione che segue la protagonista Marina, interpretata da Ariane Labed, una ragazza apatica e sprezzante verso l’umanità, che osserva con razionalità infantile e superficiale.

Marina ha solo due relazioni significative: con la sua migliore amica Bella e suo padre Spyros. Bella, il cui carattere è opposto a quello di Marina, condivide con lei un’amicizia stretta ma velata di rivalità. Spyros, invece, ha con la figlia un rapporto paritario, simile a quello tra amici intimi. Nonostante la sua natura razionale e diretta, che spesso la fa sembrare acida, la giovane mantiene con queste due persone dei rapporti autentici, fuori dagli schemi.

La relazione con Bella, che è più esperta e disinibita, include lezioni sulla vita sessuale, un ambito in cui Marina è inesperta e disinteressata, pur essendo spinta da un istinto adolescenziale e carnale che la imbarazza. Le scene tra Marina e Bella sono spesso surreali, con balli apparentemente scollegati dalla realtà della cittadina in cui vivono. Il rapporto con il padre è invece caratterizzato dalla naturalezza: affrontano il cancro in fase terminale di Spyros. I dialoghi tra loro riflettono una profondità emotiva nascosta sotto un’apparente freddezza, data la situazione drammatica.

Marina incontra il personaggio interpretato da Yorgos Lanthimos in un bar. Quest’uomo, leggermente più grande di lei, diventa il catalizzatore dei suoi desideri sessuali, che lei esplora in modo goffo. Entrambi condividono l’amore per la band Suicide, le cui canzoni fanno da colonna sonora ad alcune scene del film.

In Attenberg, la protagonista esplora un mondo che ha voluto evitare, un mondo in continuo mutamento come la sua cittadina, fatto anche di istinti e desideri primari. La morte, invece, diventa un mero fatto burocratico esorcizzato da scene bizzarre, balletti strani e versi di animali, tutto molto umano. I dialoghi misurati si alternano a giusti silenzi che contribuiscono a creare l’atmosfera, trasmettendo ciò che le parole non possono esprimere attraverso una forma di cinismo molto divertente e paradossale.

Curiosità

Il titolo del film, Attenberg, corrisponde alla contrazione del cognome di sir David Attenborough.

Marco Fanciuso

Ciao! Sono Marco. Nato a Palermo, ho ottenuto il diploma presso un istituto tecnico. Fin dalla giovinezza coltivo una profonda passione per l'arte, con un amore viscerale per videogiochi, cinema, serie TV, libri e fumetti. Adoro analizzare ogni opera nei minimi dettagli e approfondire costantemente curiosità e argomenti diversi.
Leggi tutti gli articoli di Marco Fanciuso

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *