- Cinema e divano

Bagman

Titolo originale:  Bagman

Regia: Colm McCarthy

Sceneggiatura: John Hulme

Cast: Sam Claflin, Antonia Thomas, William Hope, Steven Cree

Musiche: Tim Williams

Produzione: USA 2024

Genere: Horror

Durata: 92 minuti

Trailer

   

Photo Credit 1-2: Simon Varsano

Photo Credit 3: Vladislav Lepoev

Da Area Press Notorious Pictures

 

Trama

Ispirata all’antica leggenda del demone avvezzo a rapire e imprigionare i bambini in una sacca a cerniera, la storia coinvolge Patrick McKee (Sam Claflin), l’unico a essere scampato quand’era ancora un adolescente alle perfide trame della creatura, rimanendone tuttavia profondamente traumatizzato.

La spaventosa entità, però, non si è dimenticato di lui e ora torna a reclamarlo. Patrick, padre di famiglia, deve proteggere se stesso, la moglie Karina (Antonia Thomas) e il figlio Jake dalla sinistra presenza, cercando di chiudere definitivamente con i fatti del passato.

Recensione

Una premessa è doverosa: Bagman non rappresenta in alcun modo una voce fuori dal coro, allineandosi senza troppo sforzo a tutti quei lungometraggi che negli ultimi 25 anni hanno addensato il genere senza aggiungere elementi nuovi. Chi si attende idee fresche, svolte originali e plot twist particolarmente stimolanti sappia che nell’opera di Colm McCarthy non li troverà.

Ciò non esclude, tuttavia, un fatto sostanziale, ovvero che il film è in ogni suo aspetto estremamente godibile, pur non osando mai affacciarsi oltre la finestra della comfort zone.

Lacunoso nel mostrare audacia, equilibrato nei jumpscares e votato a saltare avanti e indietro sulla corda tesa della timeline tramite flashback ben definiti, Bagman non serba segreti, non sparge nebbia né costella di misteri il percorso tra le maglie del terrore, facendo quasi credere che la sua reale identità sia quella del thriller più che dell’horror. Lo indicano sequenze di puro home invasion, esaltato dall’utilizzo ricorrente di un’inquietante bambola feticcio, versione posticcia e raffazzonata del Brahms di The Boy.

McCarthy, 21 anni di carriera come regista alternando tv e main stream, è colui che ha diretto Outcast e La ragazza che sapeva troppo, discreto ma non troppo il primo, interessante a sufficienza il secondo. Non è un ingenuo, insomma, sa come esprimersi attraverso il mezzo registico e manipolare con cura la suspense gestendo al meglio delle possibilità l’apparato prostetico.

Scritta da John Hulme e fotografata da Nick Remy Matthews, la pellicola si fa particolarmente apprezzare per un comparto tecnico sovente sottovalutato ma in tal caso assolutamente decisivo, quello sonoro: gli effetti di Grace Averbuch si fanno sentire specialmente quando la cerniera della borsa in pelle della creatura viene aperta e chiusa, perché ogni dente congiunto e disgiunto diventa lamata, si trasforma in colpo traducendosi in minaccia perpetrata nel non visto.

Bagman sintetizza e amalgama alcuni leit motif di precedenti opere horror come Sinister (Scott Derrickson, 2012), Child Eater (Erlingur Thoroddsen, 2016), Slender Man (Sylvain White, 2018) e The Boogeyman (Rob Savage, 2023), modernizzando ulteriormente la figura dell’orco e facendo leva sulle paure ancestrali dei ragazzi, attratti ma allo stesso tempo spaventati da ciò che si cela nel ventre di un luogo buio.

Protagonista è Sam Claflin, talentuoso attore della saga di Hunger Games, Io prima di te e Resta con me. Nel cast lo affiancano Antonia Thomas (star televisiva delle serie Misfits e The Good Doctor), William Hope (l’indimenticabile Gorman di Aliens) e Steven Cree.

CINEFOCUS

Bagman: spauracchio mitologico e allegoria dell’incubo

Curiosità

Lo sceneggiatore John Hulme ha raccontato come ha avuto l’idea di Bagman: ““Quando avevo sei anni, ho iniziato ad avere una serie di incubi ricorrenti. Ogni notte, questa specie di figura, come un uomo nero, usciva da sotto il mio letto o dalla finestra, o da un armadio, mi infilava in un sacco e mi portava via. Questi incubi erano sempre indistinguibili dalla realtà. Ero sdraiato nel mio letto e sentivo qualcuno che sussurrava il mio nome e non riuscivo a capire cosa fosse reale e cosa no. […] Quando ho avuto il mio primo figlio, questi incubi sono tornati esattamente come prima, solo che invece di inseguire me, Bagman prendeva mio figlio Jack. Lo sentivo urlare e veniva portato via. Mi sembrava che mi stesse accadendo davvero qualcosa, che la figura dell’uomo nero da cui ero fuggito da bambino fosse venuta a prendere mio figlio 30 anni dopo”.

Samuele Pasquino

Classe 1981, mi sono laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Torino. Giornalista dal 2012, ho studiato storia del cinema specializzandomi nell'analisi di pellicole di tutti i generi dalla nascita della Settima Arte a oggi. Tenendo ben presente il concetto di lettura non come intrattenimento bensì come formazione, mi occupo da anni anche di turismo e realizzo reportage di viaggio. Estremamente sensibile alla tematica enogastronomica, tratto la materia con un'attenzione specifica verso la filiera di qualità fra tradizione e innovazione. Per me il giornalismo non è solo una professione, è una missione!
Leggi tutti gli articoli di Samuele Pasquino

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *