- Cinema e divano

Dall’alto di una fredda torre

Titolo originale: Dall’alto di una fredda torre

Regia: Francesco Frangipane

Sceneggiatura: Filippo Gili

Cast: Vanessa Scalera, Edoardo Pesce, Anna Bonaiuto, Giorgio Colangeli

Musiche: Roberto Angelini

Produzione: Italia 2023

Genere: Drammatico

Durata: 90 minuti

Trailer

   

 

Trama

Antonio (Edoardo Pesce) ed Elena (Vanessa Scalera) apprendono dai medici una notizia terrificante: entrambi i genitori Giovanni (Giorgio Colangeli) e Michela (Anna Bonaiuto) soffrono di una malattia mortale. I figli possono donargli il midollo per salvarli, ma si scopre che soltanto Elena è compatibile come donatrice. Si pone il terribile quesito: chi dei due salvare?

Recensione

Preferisci la mamma o il papà?” è la domanda che ci viene posta più frequentemente quando siamo piccoli, terribilmente banale e allo stesso tempo ricattatoria. Nei protagonisti di Dall’alto di una fredda torre, la risposta non appare scontata: non ci sono squilibri, l’affetto è palpabile e sono tutti e quattro acuti e progressisti.

Eppure, la domanda posta ironicamente da Elena all’inizio del film – “Se aveste una pistola alla testa, chi salvereste tra me e Antonio?” – risulta angosciosamente profetica, come un fulmine che l’ha colpita di rimbalzo. Alla diagnosi della malattia dei genitori, Elena e Antonio decidono di tenere segreti i risultati, e nasce tra di loro un intenso dibattito sulla decisione più difficile delle loro vite.

I due gemelli appaiono quasi come il riflesso dei genitori: il loro legame è talmente stretto da arrivare al limite del perturbante. E in questa situazione di fortissimo stress, è come se regredissero allo stato infantile: si coccolano e lottano come due cuccioli, a metà tra affetto disperato e rabbia istintiva.

La sceneggiatura di Filippo Gili – che impalca la regia strutturata di Francesco Frangipane – deriva dal testo di una rappresentazione teatrale (del medesimo autore), la quale segue le orme degli psicodrammi familiari sulla scia di Ibsen. Ed è una pellicola che, effettivamente, sarebbe potuta essere girata all’interno di un unico ambiente.

Sono infatti i dialoghi i veri protagonisti: frasi calibrate al millimetro, silenzi e sguardi che occupano spazio e comunicano come interi monologhi in una manciata di secondi. Tuttavia, la trasposizione cinematografica risulta ancora troppo legata a quella teatrale, e la regia non riesce a restituirci dei tratti che la rendano memorabile.

L’interpretazione, invece, è resa brillantemente, in particolar modo da Edoardo Pesce e Giorgio Colangeli, che interpretano characters più passivi e meno esuberanti rispetto a quelli femminili. Colangeli, con i suoi occhi trasparenti e intensi, costituisce una presenza quasi eterea nella pacatezza e nel silenzio del suo personaggio.

Curiosità

Edoardo Pesce ha affermato durante la minipress che Antonio rappresenta un personaggio molto distante da lui, in quanto nella vita reale è più impulsivo e meno mite. Interpretarlo, però, gli ha permesso di scavare a fondo nella sua persona ed entrare a contatto con parti di se stesso che non conosceva.

Velia Bianconi

Sono Velia, studentessa fuorisede di 19 anni del DAMS. Amante della scrittura in tutte le sue forme e aspirante sceneggiatrice, guardo il mondo con la stessa curiosità e fame di un bambino.
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