Dove vederlo: Al cinema
Titolo originale: Death of a Unicorn
Regia e sceneggiatura: Alex Scharfman
Cast: Paul Rudd, Jenna Ortega, Will Poulter, Richard E. Grant
Musiche: Dan Romer, Giosuè Greco
Produzione: USA, Ungheria 2025
Genere: Fantasy
Durata: 107 minuti
Foto da: I Wonder Pictures
Trama
Durante un viaggio verso la villa di un ricchissimo CEO di un’azienda farmaceutica, Elliot (Paul Rudd) e sua figlia Ridley (Jenna Ortega) investono accidentalmente un unicorno e decidono di portarlo presso la residenza del magnate. Con grande sorpresa, scoprono che la carne della leggendaria creatura, ormai deceduta, e il suo corno magico possiedono straordinarie proprietà curative.
Il CEO, venuto a conoscenza della scoperta, intravede l’opportunità di creare cure miracolose, senza immaginare che le sue azioni potrebbero avere conseguenze gravi e inaspettate.
Recensione
Una delle poche cose che Alex Scharfman riesce a comunicare con chiarezza in Death of a Unicorn è che anche un piccolo imprevisto è in grado di sconvolgere completamente la nostra esistenza. Nel bene o nel male, il prodotto filmico si rivela una sorpresa insolita, amara e sorprendente a fasi alterne. Uno sviluppo del genere, tanto banale quanto divertente, è probabilmente l’ultima cosa che ci saremmo aspettati dalla A24, la cui identità produttiva sembra perdere quel tratto distintivo che l’aveva resa riconoscibile.
La produzione esecutiva di Ari Aster – uno dei nomi più influenti del cinema contemporaneo – si percepisce chiaramente, anche se rispetto alle sue opere da regista, le intenzioni qui appaiono decisamente meno serie e profonde. Il nuovo lungometraggio con protagonista Jenna Ortega si diverte a giocare con lo spettatore, mantenendo per tutta la visione un registro comico e grottesco, sfiorando a tratti anche il tema dell’ambiguo.
Predomina un’invadente ironia, l’alone di comicità è sempre presente e le atmosfere orrorifiche non riescono a farsi largo. Sembra quasi che il film avverta il bisogno di essere qualcos’altro, prendendo le distanze da ciò che aveva inizialmente promesso di essere. Nulla appare ben delineato o davvero chiaro: non si capisce se si tratti di una critica alla borghesia o al capitalismo, all’abuso sugli animali, all’elaborazione del lutto o, addirittura, sulla scoperta della propria sessualità.
Solo nella seconda parte la pellicola comincia, un passo alla volta, a rivelare la propria identità, pur lasciandoci con l’illusione di una svolta narrativa coraggiosa che, sfortunatamente, non arriva mai. Death of a Unicorn, oltre a puntare decisamente il dito su un gruppo sociale privo di altruismo e mosso unicamente dall’interesse per la ricchezza – con l’obiettivo di mercificare più cose possibili – non offre un vero e proprio snodo narrativo significativo.
Mentre il soggetto sembra evocare un carattere fiabesco tipicamente infantile, l’immagine si distacca da questa impressione attraverso suggestioni oscure e splatter, offrendo emozioni contrastanti. La nuova pellicola prodotta e distribuita da A24 ci invita ad approcciarci ad essa senza troppe aspettative e pretese, offrendoci un viaggio che – pur non essendo innovativo né presentando nulla di veramente inedito – diverte e stimola riflessioni.
Curiosità
Le riprese del film si sono svolte in Ungheria a partire da luglio 2023. La produzione ha ricevuto un’esenzione per proseguire durante lo sciopero SAG-AFTRA del 2023, poiché A24 non faceva parte del sindacato dei produttori.